Il Ministro dell’Economia in carica, Pier Carlo Padoan, è intenzionato a presentare sul filo di lana un Def "neutrale" e squisitamente “tecnico”: solo che i leader dei partiti che si sono imposti in occasione delle elezioni politiche di una settimana fa, “Di Maio e Salvini, premono per dar conto delle promesse agli elettori”, in modo da “condizionare i contenuti del Documento di economia e finanza” e trovarsi la strada pronta in caso di affidamento dell’incarico da parte del Capo dello Stato subito dopo Pasqua. Comunque vada, un terzo delle risorse a disposizione del nuovo documento di economia e finanza deve necessariamente essere destinato ad ancorare l'indicizzazione degli stipendi al 50% dell'aumento dell'inflazione registrata negli ultimi dieci anni.
Nel frattempo, Anief conferma l'azione giudiziaria per sbloccare gli stipendi dal settembre 2015, come previsto dalla Corte Costituzionale. Perché in media, per legge ognuno dei tre milioni di lavoratori statali ha diritto ad avere 2 mila euro in più nel 2019 e 4 mila euro di arretrati se accolto il ricorso dalla stessa Consulta. È possibile scaricare la diffida on line, propedeutica al ricorso al giudice del lavoro.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il costo della vita è l’unico parametro costituzionale da rispettare per stabilire se uno stipendio è equo. Stare abbondantemente al di sotto di questo parametro minimo significa non avere rispetto dei lavoratori pubblici. È lapalissiano: lo Stato pretende dai cittadini il rispetto delle leggi, ma poi è il primo a non dare seguito a quello che contengono. Per questo, come sindacato non possiamo esimerci dal ricordare che il Documento di Economia e Finanza in via di approvazione dovrà essere dedicato a coprire tale gap stipendiale. In caso contrario, l’unica via rimane quella del ricorso.