Con il nuovo anno, hanno preso subito il via le trattative tra Miur e sindacati rappresentativi per il rinnovo contrattuale della Scuola e di tutto il comparto della Conoscenza: dopo quasi un decennio di fermo, l’Aran, su richiesta di un Governo più interessato alla campagna elettorale che al bene dei dipendenti pubblici, vuole chiudere nel volgere di pochissimi giorni. Con i sindacati rappresentarvi tutt’altro che contrariati. Anief invita a fermarsi e a riflettere, perché non ci sono le basi per chiudere l’accordo in così poco tempo: non si può partire dagli 85 euro dell’intesa del 30 novembre 2016 presso la Funzione Pubblica, firmata da Cgil, Cisl, Uil, con aumenti del 3,48%, peraltro solo dal 2018. Per non parlare della confermata linea discriminatoria che ha caratterizzato il rapporto della parte pubblica con i lavoratori della scuola degli ultimi anni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Si deve piuttosto ripartire dallo sblocco dell’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale: in questo caso, gli incrementi sarebbero ben più sostanziosi, pari a + 4,26 dal 2016. Da riscrivere sono anche le norme sulla progressione di carriera dei supplenti, la ricostruzione di carriera per il personale di ruolo e dei neo-assunti. Un buon contratto non può prescindere da questi tre elementi essenziali. Se le condizioni sono quelle dell’Intesa del 30 novembre 2016, allora è meglio fermarsi. Anche perché fra pochi mesi sarà certificata, dopo quasi trent’anni di stallo, la rappresentatività di un nuovo sindacato, il nostro, che vuole porre ai tavoli proprio questi elementi fondamentali. Con le elezioni RSU che si avvicinano, l’ufficialità della data che dovrebbe scaturire dall’incontro specifico programmato per il 10 gennaio, è ancora possibile candidarsi nelle liste Anief per poter cambiare anche i contratti d’istituto.
È possibile offrire la disponibilità alla propria candidatura Rsu compilando on line la scheda sul portale Anief (clicca qui per accedere).
Infine, tutti gli interessati possono inviare da subito il modello di diffida predisposto dall’Anief per recuperare almeno 270 euro di aumento.