Rinnovo del contratto, gli 85 euro solo per docenti e Ata più fortunati: agli altri andrà una mancia
È quanto si evince dalle ultime dichiarazioni della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: parlando oggi a Radio Capital, la Ministra ha detto che gli aumenti in busta paga per il personale della scuola “sono quelli sottoscritti dai sindacati nell’accordo del 30 novembre 2016”, quindi saranno di “85 euro medi, ma dobbiamo fare in modo di neutralizzare, per chi lo ha preso, il bonus di 80 euro”. Il Ministro ha, inoltre, ricordato che gli aumenti non saranno a pioggia, ma si dovrà decidere il modo di distribuirli.
Anief ricorda che c’è solo un modo per ottenere un reale incremento: recuperare l’indicizzazione dell’Indennità di vacanza contrattuale al 50% del costo della vita programmato dal MEF previsto dalla legge di stabilità 2009, a partire da settembre 2015. Per i docenti, come per tutti gli statali, questo comporterebbe un aumento complessivo pro-capite per il triennio 2016-2018, di 6.434 euro, che corrispondo ad oltre 20 miliardi. I quali si sommerebbero ai 14 miliardi da mettere per la dirigenza pubblica. Ma, tra le righe, la Ministra ora fa capire che quei soldi non ci sono. E quindi gli aumenti, già irrisori, saranno solo per alcuni. Pertanto, l’unico modo per ottenere un avanzamento di carriera è recuperare l’IVC al 50% del costo della vita programmato dal MEF previsto dalla legge di stabilità 2009, a partire da settembre 2015. Per pre-aderire gratuitamente al ricorso invia la diffida, interrompendo anche la prescrizione in attesa della nuova sentenza della Consulta.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non interessa conoscere quali sono i parametri che, nel nuovo contratto, si andranno a definire per capire i dipendenti ‘meritevoli’ dell’intero incremento stipendiale, perché quel che conta è solo un punto: si stanno preavvisando centinaia di migliaia di lavoratori della scuola e dello Stato che dopo quasi un decennio di stipendio fermo riceveranno aumenti inferiori ai 40 euro. Significa che si recupererà una parte ancora più piccola del valore perso dal loro stipendio, quindi nemmeno lontanamente riusciranno a pareggiare il costo della vita che negli ultimi tempi ha sovrastato le loro buste paga di quasi il 15 per cento.