La decisione di applicare la sentenza del Consiglio di Stato di fine 2017 si allarga ai tanti docenti con diploma magistrale già immessi in ruolo e che hanno superato l’anno di prova. Il parere dell’Avvocatura è stato espresso, nonostante l’Anief abbia da mesi prodotto un dettagliato e motivato parere, firmato dall’ex presidente della Cassazione Michele De Luca, finalizzato proprio a salvare dal licenziamento i maestri immessi in ruolo con riserva e che hanno superato l’anno di straordinariato: adottando il principio dell’acquiescenza, infatti, si sarebbero potuti senza alcun problema confermare in ruolo i docenti già assunti e valutati pure dopo la sottoscrizione del ruolo. Tra l’altro, questa soluzione è stata fortemente auspicata da miriadi di associazioni e sindacati, oltre che dalle istituzioni locali.
Secondo Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato, in questo modo, oltre a mettere a rischio il prossimo anno scolastico, si mina alla base il nostro stato di diritto, calpestando anche la democrazia. Se un cittadino è in possesso di un titolo utile ad insegnare ha diritto a farne pieno uso e ad essere assunto nei ruoli dello Stato. Non esiste che possa invece essere cacciato dalla scuola. Il 28 aprile, proprio per opporsi alla decisione presa dagli avvocati dell’amministrazione scolastica, è stato programmato lo sciopero della fame da parte delle maestre, con un presidio permanente davanti al Miur. L’iniziativa culminerà il 3 maggio, con un doppio sciopero, il terzo in quattro mesi, con una manifestazione nazionale a Roma.
Per opporsi alla decisione dell’Avvocatura dello Stato, l’Anief ha predisposto uno specifico ricorso, rivolto al giudice del lavoro, finalizzato proprio ad opporsi al licenziamento dei diplomati magistrale che hanno superato l'anno di prova: per informazioni cliccare qui.