Negli ultimi 3 mesi circa 200mila docenti si sono registrati alla piattaforma ministeriale “Sofia” che ha la funzione di monitorare la crescita professionale degli insegnanti di ruolo e di creare lo storico degli aggiornamenti, scelti per la propria formazione. Attraverso l’anagrafica ed un codice personale si delinea una sorta di preziosa vetrina virtuale di tutte le risorse umane dell’istituzione scolastica nella quale sono presenti anche numerosi esercenti ed enti che offrono servizi specifici.
Se il testo della manovra non dovesse mutare, l’istruzione pubblica rimarrebbe in un mare di guai: da oggi, però, i deputati hanno la possibilità di accogliere le richieste rilanciate da chi conosce i problemi e le necessità del comparto. Le modifiche da attuare: estensione del concorso nazionale riservato ai ricorrenti 2011 per non invalidare la procedura del 2015 per diventare dirigente scolastico; offrire una meritata corsia preferenziale ai vicari; la riapertura delle GaE, il cui blocco quinquennale sta creando situazioni di estremo disagio e di cattedre scoperte, per non attendere la formazione delle nuove graduatorie regionali, le cosiddette Grame; la stabilizzazione dei posti in organico di fatto e su sostegno per docenti e personale Ata. E altre ancora. Qualora anche questi emendamenti non dovessero passare, il sindacato ha già pronta la via alternativa: promuovere nuovi e ancora più motivati ricorsi in tribunale.
Con alcune modifiche rispetto al testo approvato pochi giorni fa a Palazzo Madama, possono ancora essere approvati gli emendamenti che impedirebbero ai presidi delle nostre scuole di continuare ad essere coinvolti dalla giustizia penale in processi a loro carico per la sicurezza degli istituti scolastici da loro diretti, ma per i quali non hanno alcun potere di spesa e margine operativo a livello edilizio. Approvando le modifiche proposte, inoltre, sarebbe finalmente possibile cominciare a pagare i capi d’istituto con stipendi che si possano almeno assimilare ai compensi degli altri dirigenti pubblici.
Marcello Pacifico (presidente Udir): Nella legge di bilancio, a fronte di un aumento della retribuzione fissa, quella variabile ed accessoria si riduce. Quindi, se tutto va bene, il contratto recupererà la misera cifra di 292 euro; dunque mancano all’appello almeno 2.600 euro. Inoltre, nella manovra, ad oggi è previsto che quelle somme arriveranno ad intervalli di tempo piuttosto lunghi: dall’anno prossimo fino al 2021. È evidente che a queste condizioni non conviene affatto accettare il rinnovo del contratto, mentre potrebbe diventare molto più proficuo rivolgersi al giudice per rivendicare il mal tolto con tanto di interessi. Per questo motivo, è importante inviare la diffida in attesa di una nuova pronuncia della Consulta per interrompere la prescrizione.
La fase concorsualedel bando pubblicato sulla G.U. n. 90 prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. I candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova che sarà svolta al computer. Coloro che supereranno i test preselettivi potranno essere non più di 8.700 candidati: solo loro accederanno alla prova scritta e, eventualmente, a quella orale. Dopo questa seconda doppia verifica, rimarranno 2.900 candidati: sono quelli che parteciperanno al corso di formazione/tirocinio. Appena il 5% (145) sarà ammesso al corso di formazione con precedenza per effetto di ricorsi pendenti. Per Anief, invece, saranno molti di più: sette anni fa, quando si svolse l’ultimo concorso per dirigenti scolastici, centinaia di candidati inizialmente esclusi dal Miur in modo illegittimo furono accettati con riserva, poi sciolta. Nel corso del tempo, anche il Consiglio di Stato gli ha dato ragione, confermando la bontà del ricorso, tanto è vero che alcuni sono diventati presidi.
Condivise le proteste della categoria più ignorata dell’istruzione pubblica italiana: un quarto dell’organico dimenticato dalla Legge di Stabilità 2018, in dirittura d’arrivo; 6mila assunzioni rispetto a 24mila posti; nessun “potenziamento” del personale con la Legge 107/15; niente accesso ai bonus merito ocardper la formazione. Inoltre, concorsi interni riservati e profili bloccati da dieci anni; tagli a supplenze e sedi dimensionate, assenti le figure A1 e C. Ancora bloccata l’indennità di vacanza contrattuale, trattenuta 2,5% TFR, ricostruzioni di carriera senza pieno riconoscimento pre-ruolo, temporizzazione, stipendio iniziale ai supplenti.
Il giovane sindacato invita il personale a partecipare ai seminari Aniefe a protestare per un giorno: in programma altri 15 incontri a dicembre per collaboratori scolastici, Ata, dopo migliaia di adesioni riscontrate nell’ultimo anno. I Dsgaincontrano il presidente nazionale Marcello Pacifico il 15 dicembre a Palermo, nella sede nazionale Anief. Il sindacato s’impegna a cambiare il prossimo CCNL dopo laclass actionin tribunale su immissioni in ruolo ecarddocenti. Candidaticome RSU.