Udir, l’associazione sindacale rivolta ai dirigenti scolastici, ai presidi incaricati e a tutte le professionalità della ricerca e dell'istruzione, attraverso il suo presidente Marcello Pacifico, sempre attivo nella difesa dei diritti dei Dirigenti Scolastici, ha denunciato le incongruenze sull’applicazione del CIR nella Regione Sicilia riguardo le retribuzioni di posizione/quota variabile e di risultato dei DS. Marcello Pacifico (Confedir-Udir): “Abbiamo richiesto All'Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia d'intervenire con urgenza con una nota specifica di richiamo presso ogni RTS perché sia sanata la disparità di trattamento tra le diverse province della Sicilia sul modello di quanto già approvato per le province di Agrigento e Caltanissetta”.
Straordinaria vittoria Anief in Consiglio di Stato: alle prove del TFA sostegno per la scuola primaria l'accesso doveva essere consentito anche al personale educativo abilitato.
Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello proposto dall'Anief contro il Decreto Ministeriale di indizione dei corsi di specializzazione per il sostegno che negava la possibilità di partecipare alle prove selettive per la scuola primaria al personale educativo abilitato. La nuova vittoria targata Anief, con il patrocinio dell'Avv. Fortunato Niro, si aggiunge a quanto già ottenuto dal giovane sindacato riguardo l'accesso al concorso a cattedra per la scuola primaria degli gli educatori abilitati. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Questa vittoria non fa che confermare la fondatezza delle nostre tesi. Adesso il Miur e le università dovranno immediatamente attivarsi per organizzare le prove suppletive e far partecipare alle selezioni per conseguire la specializzazione nelle attività didattiche di sostegno per la scuola primaria anche il personale educativo illegittimamente escluso e che il nostro sindacato ha tutelato con successo in tribunale”.
Lo si evince dal dossier nazionale Tuttoscuola pubblicato oggi: in Lombardia l’adesione alle 40 ore circa settimanali supera il 50 per cento di iscritti; il Sud invece rimane ancora troppo indietro, perché al netto degli incrementi degli ultimi anni ci si ferma al 16,1%. Il gap è troppo alto per pensare che si tratti solo di una resistenza culturale. Quella delle famiglie è una scelta obbligata. Perché sono le scuole dell’infanzia e primarie e non offrire alcuna opportunità di tempo maggiorato di lezioni. Per potere organizzare il tempo piano, ovvero 40 ore settimanali, a fronte di 30 o anche meno, le strutture scolastiche debbono contare su un organico più ampio. Il quale non c’è. Ma ammesso anche che vi sia più personale, docente e Ata, servirebbero anche una serie di servizi a supporto finanziati e gestiti dai Comuni, ad iniziare dalla mensa per passare ai trasporti e alle utenze più impegnative.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il supporto degli enti locali è indispensabile per lo sviluppo del tempo pieno e per attuarlo occorrono risorse adeguate, mentre nell’ultimo decennio abbiamo assistito a continui tagli in osservanza ad una spending review che sta mettendo in ginocchio le scuole anche sul versante della sicurezza, tanto che i presidi che dirigono le scuole a rischio ne minacciano la chiusura. Parallelamente, occorre adottare politiche scolastiche differenziate in base alle esigenze del territorio e alle tipologie di istituti. Ciò significa che laddove ci sono queste condizioni, ad esempio in scuole dove risulta alta la dispersione e il numero di abbandoni, la presenza di alunni stranieri o in condizioni disagiate, viceversa ridotta la presenza di agenti sociali e culturali nel territorio, occorre incrementare il numero di insegnanti e pure di personale Ata ed educativo a supporto. È evidente che in questo genere di realtà, occorre tornare alle compresenze, al fine di creare gruppi didattici per livelli.
Riconosciuto il diritto all'integrale e immediata ricostruzione di carriera computando per intero il servizio svolto durante il precariato. L'Anief vince anche in provincia di Trapani, ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief.
Ministero dell'Istruzione come sempre soccombente in tribunale sulla questione del riconoscimento integrale e immediato della carriera durante il precariato. Il Tribunale del Lavoro di Marsala (TP), infatti, in pieno accoglimento del ricorso patrocinato per Anief dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giuseppe Massimo Abate evidenzia la palese discriminazione posta in essere dal Miur a discapito dei lavoratori cui non riconosce per intero gli anni di servizio a tempo determinato all'atto della ricostruzione di carriera in aperta violazione della Direttiva 1999/70/CE. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il servizio svolto durante il precariato, discriminato anche all'atto delle operazioni di ricostruzione di carriera, deve essere immediatamente computato ai fini del corretto inquadramento stipendiale del lavoratore immesso in ruolo; la normativa interna, infatti, deve essere disapplicata in ossequio al principio di non discriminazione sancito dalla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE e, fino a quando il Miur non prenderà coscienza della necessità di una modifica interna orientata al rispetto della Direttiva comunitaria, il nostro sindacato continuerà a promuovere gli specifici ricorsi per tutelare il diritto di ogni lavoratore alla corretta ricostruzione della carriera e al relativo e immediato adeguamento dello stipendio in base agli anni effettivamente svolti al servizio del Miur, anche se con contratti a termine”.
Il Tribunale del Lavoro di Napoli Nord, con una doppia sentenza di identico tenore, ha risarcito con 85mila euro due docenti non di ruolo per illegittima reiterazione di contratti a temine e sfruttamento del precariato: il punto chiave è nella “esigenza ‘reale’ di personale, quale espressa dall’organico di fatto ed il suo carattere NON TRANSITORIO, dimostrato dalla reiterazione dei contratti a termine su organico di fatto. Il personale assunto, anche in questo caso, va a ricoprire dei veri e propri vuoti di organico, non sostituendo nessun titolare”. I risarcimenti, quindi, non si limitano ai 12 stipendi sanciti dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 27384/2016) per indennizzare i precari della PA che non vengono assorbiti nei ruoli dello Stato.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Anche i giudici hanno smascherato il Miur che ogni anno si ostina a collocare in organico di fatto posti che in realtà dovrebbero rientrare nell'organico stabile della scuola ed essere assegnati per le immissioni in ruolo in quanto a carattere per nulla transitorio. Abbiamo dimostrato in udienza, grazie ai nostri legali, che personale assunto in organico di fatto va a ricoprire dei veri e propri vuoti di organico, non sostituendo nessun titolare. Il Governo e l’amministrazione scolastica devono cambiare registro, a partire dall’istituzione del doppio canale di reclutamento con una parte delle assunzioni riservate a tutti i docenti precari in seconda fascia d’istituto, lasciati a fare i supplenti benché in possesso di tutti i requisiti per essere assunti. Questa discriminazione diventa autolesionismo, poi, quando le GaE provinciali sono esaurite, come accade da anni in Lombardia per Matematica alle medie o per il sostegno praticamente in tutta Italia, ma pur di non stabilizzare quei docenti si continua a lasciare le cattedre vacanti, con tutte le conseguenze negative per gli studenti. È inutile aspettare i nuovi concorsi, ovvero attendere tra i tre e cinque anni, perché nel frattempo la supplentite diventerà ancora più corposa e alla fine i primi ad essere assunti saranno gli stessi che oggi sono nelle graduatorie d’istituto e si costringe a fare i supplenti.