Il ricorso sarà presentato presso il Tar del Lazio per il riconoscimento del dottorato di ricerca come servizio utile – tre annualità – per l’ammissione al concorso riservato per la scuola secondaria previsto dal decreto salvaprecari 2019. Per preaderire, clicca qui
Continuano le condanne a carico del Ministero dell'Istruzione per l'illecita discriminazione retributiva posta in essere a discapito dei docenti precari cui non viene riconosciuto il diritto a percepire le progressioni di carriera nonostante tanti anni di servizio con contratti a termine. Presso il Tribunale di Bologna, su ricorso patrocinato dai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Tiziana Sponga, stavolta è un precario con 10 anni di servizio a tempo determinato a ottenere il giusto risarcimento economico. Marcello Pacifico (Anief): le norme interne contrastanti con l'accordo quadro eurounitario vanno disapplicate, bisogna risolvere in contrattazione un'ingiustizia che si protrae ormai da 20 anni
In caso di passaggio di ruolo dalla scuola infanzia alla scuola secondaria il servizio di ruolo svolto nel grado inferiore deve essere riconosciuto immediatamente e per intero, questo quanto nuovamente chiarito dal Tribunale del Lavoro di Cosenza - su ricorso patrocinato dai legali Anief Fabio Ganci, Walter Miceli e Leonida Bianchimano - che condanna il Miur anche al pagamento delle spese di lite. Marcello Pacifico (Anief): "Il Miur deve rispettare le sentenze della Suprema Corte e regolare il passaggio di ruolo da infanzia a secondaria valutando integralmente il servizio svolto nel precedente ruolo”. Ancora possibile aderire allo specifico ricorso Anief per impugnare i decreti di ricostruzione di carriera che negano al docente della secondaria il diritto al computo dell'anzianità di servizio maturata nella scuola infanzia.
Il progetto è quello di avviare delle convenzioni con lo Stato, in modo da garantire una quota per i bambini rimasti fuori dalle liste statali, che pagheranno parte della quota per la frequenza, mentre la parte rimanente sarà pagata dallo Stato. L’anticipo servirà anche a convincere quei genitori che non mandano per scelta i figli alla scuola d’infanzia. Una revisione dei cicli con anticipo dell’età scolare obbligatoria è una delle richieste storiche dell’Anief: in particolare, quella di anticipare la scuola almeno a 5 anni, con annualità ‘ponte’ da affidare a maestri della scuola dell’infanzia e primaria in contemporanea, e poi allungare l’obbligo formativo sino alla maggiore età. È chiaro che se l’idea del Governo dovesse andare in porto bisognerà adottare un aumento degli organici, anche del personale Ata.
Marcello Pacifico (residente nazionale Anief): “Considerando l’alto numero di abbandoni precoci degli studi e di ragazzi che non arrivano alla maturità, gli esiti delle ultime prove Invalsi in determinati istituti e territori, oltre che la scarsa percentuale di giovani che conseguono un diploma terziario, fa bene il Governo ad investire nella formazione anticipando l’età dell’entrata a scuola, poiché è scientificamente provato che produce effetti positivi nella formazione dei bambini. Per farlo al meglio, bisognerà predisporre organici del primo ciclo maggiorati e una formazione adeguata per il rinnovato percorso formativo. Allo stesso tempo, nell’ottica di una revisione dei cicli di studi, riteniamo che sia necessario innalzare l’obbligo formativo a diciotto anni, in modo da dotare gli studenti di quel bagaglio di competenze che potrà sostenerli nella ricerca di un lavoro di qualità e nella formazione universitaria”.
Ma sono meno della metà rispetto alle migliaia di posti vacanti coperti da docenti senza specializzazione. Ancora una volta, l’accesso sarà regolato dall’offerta degli Atenei e non dalle effettive esigenze del territorio come risulta dai numeri delle regioni: in Sicilia e Lazio il 40% dei 19.585 posti: per Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Liguria soltanto l’1%. Il sindacato pronto a ricorrere in tribunale contro il D.M. 95/2020.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): Chiederemo di leggere i verbali dei comitati regionali di coordinamento e se confermano le evidenti violazioni della normativa sul rispetto delle effettive esigenze impugneremo il nuovo decreto ministeriale al Tar del Lazio al fine di aumentare il numero dei posti. Avevamo chiesto all’ex ministro Miur Lorenzo Fioramonti l’accesso libero per tutti i docenti che sono stati chiamati ancora quest’anno scolastico come supplenti senza specializzazione con una selezione in uscita, ma siamo riusciti a ottenere soltanto un numero di posti banditi che è certamente maggiore di quello autorizzato nel ciclo precedente dall’ex ministro Miur Marco Bussetti, ma non ancora sufficiente.