Anief riconosce lo sforzo del Governo nel normalizzare le relazioni sindacali, ma chiede come base di partenza l'impegno a riconoscere per il futuro il recupero dell'inflazione durante gli anni del blocco contrattuale, come avvenuto nel settore privato dove si sono registrati aumenti persino superiori, a rivedere la trattenuta del TFR e le finestre per il pensionamento. Siamo contrari a ogni regionalizzazione o blocco sulla mobilità del personale come a inutili meccanismi di sorveglianza, come abbiamo dichiarato in audizione al Senato al decreto semplificazione.
Alcune settimane fa, il Ministro dell’Istruzione ha sottoscritto, a nome del Miur, un accordo che prevede l’introduzione della cultura e della storia veneta valido per l’intera regione. E anche le altre regioni del Nord si apprestano a fare richieste simili, con i contenuti didattici più incentrati su discipline prettamente locali. Prima di Natale il Consiglio dei Ministri ha definito il percorso cronologico di quello sembra un provvedimento legislativo destinato a compiersi in breve tempo. Secondo l’ufficio legale Anief, è un tentativo incostituzionale. Come lo è il ddl presentato dalla Lega al Senato che introduce il domicilio professionale o ancora il divieto di trasferimento nella mobilità (per almeno 5 anni) del personale neo-assunto nella scuola ed introdotto nel contratto in via di approvazione.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Siamo pronti ad impugnare presso la Consulta qualsiasi norma che impedisca al personale della scuola la mobilità lavorativa in tutto il territorio nazionale. La scuola è un bene comune di tutti i cittadini italiani e persino nelle regioni a statuto speciale non si è arrivati a quanto vuole fare l'attuale maggioranza politica. Se davvero si vuole una scuola autonoma, si deve partire da organici differenziati per istituto e non da docenti assunti dalle regioni su risorse diverse da quelle assegnate dallo Stato. Bisogna lottare per incrementare occupazione e livelli di istruzione al Sud e abbassare i tassi di dispersione scolastica, piuttosto che staccare pezzi del Paese dove l’economia è più fiorente. In questo modo, inoltre, si acuirebbe la questione meridionale, mai risolta dopo l'autonomia”.
Con l'accordo degli altri sindacati, il Governo nega la perequazione dal 2016, l'adeguamento dell'indennità di vacanza contrattuale dal 2019 e degli stipendi all'inflazione, mentre potrebbero scomparire chiamata diretta, organico in rete, ambiti territoriali. Ancora una volta presidi sotto mirino. Marcello Pacifico (Udir): Altro che aumenti, qui tutti rischiano di voler tornare a fare i docenti. Il sindacato, nell’augurare Buone Feste, dà appuntamento al nuovo anno con le Giornate di studio: Io Dirigente. Sicurezza, Salute, Retribuzione, Relazioni sindacali.
La manovra di fine anno prevede la trasformazione dei contratti a tempo pieno per i primi 226 lavoratori Ata della scuola ex Co.co.co. su 789 lavoratori che hanno già partecipato alla procedura selettiva; inoltre, passa l’emendamento che permette a 11.552 lavoratori socialmente utili, soprattutto del Sud e della Sicilia, di essere gradualmente immessi in ruolo. Se Anief può essere contenta della fine della esternalizzazione dei servizi dietro conferma nei ruoli del personale con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, lo stesso sindacato non può tacere sulla discriminazione verso tutto il personale Ata che ha svolto le stesse funzioni, quelle primarie in orario di servizio, per 36 mesi senza la stessa procedura straordinaria di immissione in ruolo: ci sono 46 mila collaboratori scolastici e assistenti tecnici e amministrativi che da anni attendono la stabilizzazione. Non è possibile innescare una guerra tra lavoratori che svolgono lo stesso servizio e meritano il medesimo trattamento. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Questa decisione diventa incredibile dal momento in cui la Curia Europea ci chiede si stabilizzare il personale a tempo determinato, ma lo Stato italiano risponde di no per adottare una normativa a parte, che oggi punisce soltanto gli Ata che da anni portano avanti le nostre scuole. Per questi motivi, il sindacato invita il personale Ata precario ancora non immesso in ruolo a ricorrere per rivendicare l’immissione in ruolo e adeguati risarcimenti danni: gli interessati possono cliccare qui.
Non convince l’accordo sui trasferimenti del personale per il triennio 2019/22, raggiunto con il Miur alla vigilia di Natale e che vedrà la sua sottoscrizione appena verrà approvata la Legge di Stabilità alla Camera: non c’è alcuna norma che preveda il ritorno a casa degli insegnanti assunti sotto ricatto con la riforma della Buona Scuola, assunti tramite algoritmo impazzito nel 2016 a centinaia di chilometri da casa. Penalizzato anche chi ha scelto un ambito o una provincia nonostante dal prossimo anno potrebbe cambiare tutto. Aumentati di un decimo i contingenti sui posti disponibili. Rimane sbagliata la tabella di valutazione dei titoli di servizio svolti dai docenti durante il pre-ruolo su posti di sostegno, nella paritaria o ancora da precari nelle nuove graduatorie interne di istituto per individuare perdenti cattedra e sovrannumero. Per tutti questi casi, appena il contratto sulla mobilità verrà sottoscritto e reso pubblico, Anief provvederà a presentare singoli ricorsi, sempre al fine di tutelare le posizioni e i diritti dei lavoratori della scuola. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l’accordo sottoscritto dagli altri sindacati sembra essere un compromesso uscito male; per reintrodurre la titolarità di scuola, l’amministrazione ha chiesto ed ottenuto la possibilità di far perdere al personale diversi diritti e di non introdurne dei nuovi. Inoltre, è stato ignorato l’appello di Anief al rinvio del contratto, per via del ddl Granato AS 763che abolisce chiamata diretta ed ambiti territoriali: peggio di così poteva fare solo la befana col carbone.