La giovane associazione sindacale, con l’intento di tutelare i propri ricorrenti e per sollecitare le attività concorsuali, ha inviato una nota al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per sollecitare “le prove suppletive concorso D.D.G. 85/18 in seguito a provvedimenti cautelari del TAR Lazio e del Consiglio di Stato favorevoli all’ammissione alla procedura concorsuale degli Insegnanti Tecnico Pratici (ITP) non abilitati, ai docenti con diploma accademico di conservatorio, belle arti o danza, ai docenti abilitati all’estero, ai docenti che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno dopo il 30 giugno, ai docenti idonei ai precedenti concorsi, ai docenti con diploma ISEF”.
È pronto il decreto del concorso per Dsga della scuola con 2.004 posti a bando e ulteriori 400 incrementabili in base alla disponibilità: al testo del documento – pubblicato da Orizzonte Scuola e contenente la procedura di selezione, la tabella di valutazione titoli, le prove d’esame, i programmi e la formazione delle commissioni d’esame - mancherebbe solo la firma del Ministro dell’Istruzione. La sua pubblicazione, dopo quasi due decenni di vuoto concorsuale, risulta sempre più necessaria, poiché oggi nelle nostre scuole manca all’appello un Dsga ogni quattro e si ricorre sempre più alle reggenze e all’assegnazione dei posti ad assistenti amministrativi con maggiore esperienza.
Il problema è che l’accesso al concorso del personale Ata facente funzione nel ruolo superiore continua a rimanere associato a dei requisiti eccessivamente pre-selettivi: il Miur, infatti, si limita a considerare utili al raggiungimento dei tre anni di servizio, indispensabili per presentare domanda qualora il candidato fosse privo di laurea attinente, solo gli ultimi otto anni. Invece, secondo l’ufficio legale Anief vanno considerati utili anche le reggenze precedenti al 2010. Allo stesso modo, il sindacato reputa utili al raggiungimento dei 180 giorni annuali (la soglia minima richiesta dall’amministrazione) anche i servizi svolti in modo non continuativo. Inoltre, per il raggiungimento dei 36 mesi complessivi richiesti non vanno adottati vincoli di alcun genere.
Anief, pertanto, ha predisposto un apposito ricorso al tribunale amministrativo regionale, non appena verrà pubblicato il decreto, con all’interno il regolamento d’accesso al concorso, qualora gli attuali vincoli di accesso illegittimi dovessero essere confermati, al fine di opporsi al limite temporale per l'accesso al concorso Dsga da parte degli assistenti amministrativi privi di laurea, ma con servizio prestato come facente funzione per almeno 3 anni in tutto o in parte maturati oltre gli ultimi 8 anni, 180 giorni non continuativi e con raggiungimento dei 36 mesi senza vincoli.
Stamani, il presidente nazionale Anief prof. Marcello Pacifico è intervenuto negli studi di Rai 3 nel programma “Fuori tg”, incentrato sulla violenza a scuola. La giornalista Maria Rosaria De Medici ha aperto il programma mostrando una tabella, elaborata da Anief sulla base anche di un’inchiesta di Tuttoscuola, circa la violenza sugli insegnanti, da settembre 2017 a giugno 2018: i casi accertati risultano essere 33, mentre quelli stimati sono 81. “I dati in nostro possesso tengono conto del fatto che per ogni caso di violenza denunciato ce ne sono 4 che non vengono resi pubblici: si parla di violenze sia fisiche che verbali. Noi siamo convinti che ogni singolo episodio debba essere denunciato da Ata, docenti e dirigenti scolastici, perché ciò non si può tollerare”, afferma il presidente Anief.
In poco più di dieci anni, gli alunni con disabilità sono raddoppiati, passando da 180mila a 255 mila. Peccato che la risposta dello Stato sia stata inadeguata: ogni inizio d’anno scolastico, tutti gli uffici preposti fanno a gara per assegnare alle scuole un numero di ore settimanali sensibilmente inferiore a quello richiesto a seguito delle diagnosi realizzate da medici specialisti del servizio sanitario pubblico, dell’esame del Gruppo di lavoro per l’inclusione e confermate dai docenti. Così, i dirigenti scolastici sono costretti a fare i salti mortali per limitare i danni, dividendo il “pacchetto” di ore accordato tra gli alunni disabili presenti nel proprio istituto e applicando una regola proporzionale per difetto. Scontentando tutti.
Per chi non vuole soccombere dinanzi a questa palese ingiustizia, non rimane che ricorrere al giudice: questi non potrà che dare ragione alla famiglia dell’alunno disabile, condannando l’amministrazione pubblica anche con risarcimenti consistenti. Come accaduto proprio ieri a Roma con il TAR del Lazio che emana un provvedimento monocratico d'urgenza in cui impone al Ministero l'attribuzione immediata delle ore di sostegno “per un numero di ore adeguato alla patologia dell'alunna, ovvero la copertura totale delle ore di sostegno”. Ma anche i tribunali ordinari sono dello stesso avviso, è il caso avvenuto nei giorni scorsi a Velletri, dove il tribunale ha reputato la triade Miur, Usr e Ambito territoriale, responsabili dalla mancata assegnazione ad un alunno portatore di disabilità grave, del dimezzamento delle 25 ore settimanali indicate dalla struttura medico-pedagogica statale: pesante anche il risarcimento danni.