Alle 9.30 di domattina (12-7-21) prende il via la discussione generale e a seguire l'esame del disegno di legge di conversione del decreto 73/2021, comprendente le novità introdotte con gli emendamenti appena approvati dalla commissione Bilancio della Camera: per la Scuola, purtroppo, non ci sono buone notizie, perché sono stati mantenuti gli inutili soliti vincoli ed in definitiva non si è voluto rispondere in modo efficace all’enormità di cattedre vacanti e disponibili con soluzioni immediate. A settembre ci ritroveremo con un’altissima carenza di insegnanti di ruolo che non ha precedenti nella storia della scuola italiana: 100mila su organico di diritto e ancora di più in quello di fatto, con una percentuale altissima di posti di sostegno assegnati ancora una volta a personale non specializzato. Quello che scaturirà dal Parlamento sarà solo il là all’avvio di una serie di concorsi per diventare insegnanti di ruolo, dalla scuola dell’infanzia passando per la primaria fino alla secondaria: si avvieranno procedure straordinarie, ordinarie e abilitanti. Ma se va bene si partirà in autunno. Mentre la questione si doveva risolvere entro il 31 agosto, per salvare l’anno scolastico che inizia a settembre.
“Quanto prodotto sul reclutamento scolastico dalla commissione Bilancio della Camera – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – produrrà i suoi effetti solo nel 2022 e non avrà alcuna incidenza sull’avvio delle lezioni a settembre, che a questo punto si preannuncia davvero complicato. Perché al problema della pandemia e delle varianti da Covid si aggiungerà quello della mancanza di un docente ogni quattro, col solito ‘balletto’ di supplenti che si protrarrà per mesi. Con conseguenze nefaste per la didattica, per il servizio scolastico ma soprattutto per gli alunni. Un malcostume che si protrae ormai da anni e che raggiunge l’apice con la didattica speciale: diverse decine di migliaia di insegnanti di sostegno, infatti, verranno chiamati a coprire dei posti annuali senza specializzazione. Ora, in base a quanto deciso con decreto Sostegni bis è tutto dire che circa 10 mila avranno la possibilità di specializzarsi, in vista dell’assunzione, ma a loro spese. Ma può uno Stato moderno formare la classe insegnante in questo modo? Inoltre, sembra che a questi concorsi, con regoli e tempi del tutto diversi dagli originari, non potranno partecipare nuovi candidati: si tratterebbe di una modalità ancora una volta discriminante”.
Leggi il comunicato integrale.