Alle 9.30 di domattina prende il via la discussione generale e a seguire l'esame del disegno di legge di conversione del decreto 73/2021, comprendente le novità introdotte con gli emendamenti appena approvati dalla commissione Bilancio della Camera: per la Scuola, purtroppo, non ci sono buone notizie, perché sono stati mantenuti gli inutili soliti vincoli ed in definitiva non si è voluto rispondere in modo efficace all’enormità di cattedre vacanti e disponibili con soluzioni immediate. A settembre ci ritroveremo con un’altissima carenza di insegnanti di ruolo che non ha precedenti nella storia della scuola italiana: 100mila su organico di diritto e ancora di più in quello di fatto, con una percentuale altissima di posti di sostegno assegnati ancora una volta a personale non specializzato. Quello che scaturirà dal Parlamento sarà solo il là all’avvio di una serie di concorsi per diventare insegnanti di ruolo, dalla scuola dell’infanzia passando per la primaria fino alla secondaria: si avvieranno procedure straordinarie, ordinarie e abilitanti. Ma se va bene si partirà in autunno. Mentre la questione si doveva risolvere entro il 31 agosto, per salvare l’anno scolastico che inizia a settembre.
“Quanto prodotto sul reclutamento scolastico dalla commissione Bilancio della Camera – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – produrrà i suoi effetti solo nel 2022 e non avrà alcuna incidenza sull’avvio delle lezioni a settembre, che a questo punto si preannuncia davvero complicato. Perché al problema della pandemia e delle varianti da Covid si aggiungerà quello della mancanza di un docente ogni quattro, col solito ‘balletto’ di supplenti che si protrarrà per mesi. Con conseguenze nefaste per la didattica, per il servizio scolastico ma soprattutto per gli alunni. Un malcostume che si protrae ormai da anni e che raggiunge l’apice con la didattica speciale: diverse decine di migliaia di insegnanti di sostegno, infatti, verranno chiamati a coprire dei posti annuali senza specializzazione. Ora, in base a quanto deciso con decreto Sostegni bis è tutto dire che circa 10 mila avranno la possibilità di specializzarsi, in vista dell’assunzione, ma a loro spese. Ma può uno Stato moderno formare la classe insegnante in questo modo? Inoltre, sembra che a questi concorsi, con regoli e tempi del tutto diversi dagli originari, non potranno partecipare nuovi candidati: si tratterebbe di una modalità ancora una volta discriminante”.
Dalla Camera dei Deputati giunge una risposta legislativa debole e con effetti sulla Scuola ultra-tardivi rispetto alle necessità impellenti sul reclutamento del personale da risolvere. La stampa specializzata riassume le diverse procedure concorsuali in arrivo dopo le modifiche al decreto Sostegni bis, che dovranno essere convertite in legge in via definitiva entro il 24 luglio anche con passaggio al Senato.
Si parte con concorso ordinario per infanzia e primaria: in realtà riguarda quello già bandito con Decreto n. 498 del 21 aprile 2020 per 12.863 posti, le cui domande di partecipazione sono state presentate entro il 31 luglio 2020 ma le prove non sono mai state svolte. A seguito del DL Brunetta e del decreto Sostegni bis, le modalità di prove saranno semplificate: niente preselettiva, solo una prova scritta, più una prova orale e la valutazione dei titoli. Il nuovo bando (nuovo per quanto riguarda le prove, mentre non sarà possibile produrre nuove domande di partecipazione) è atteso entro ottobre 2021 per avere il tempo di svolgere con tranquillità le operazioni e assumere i vincitori dal 1° settembre 2022.
In autunno partirà anche il concorso ordinario della secondaria I e II grado: è quello relativo al Decreto Ministeriale n. 201 del 20 aprile 2020, le cui domande sono state presentate entro il 31 luglio 2020. In questi giorni è in corso di svolgimento la procedura semplificata (solo prova scritta e orale) per le classi di concorso A20 Fisica, A26 Matematica, A27 Matematica e fisica, A28 matematica e Scienze, A41 Scienze e tecnologie informatiche. Anche per queste classi di concorso nonché per tutte le altre, il concorso dovrebbe svolgersi entro il 15 ottobre 2021. In previsione vi è poi un nuovo concorso STEM, solo in questo caso con nuove iscrizioni, ma non è stata ancora indicata la data.
In arrivo c’è poi il concorso straordinario per l’abilitazione nella scuola secondaria di primo e secondo grado: è quello bandito con Decreto Dipartimentale n. 497 del 21 aprile 2020, le cui domande sono state presentate entro il 15 luglio 2020. La prova della procedura straordinaria per l’abilitazione consiste in una prova scritta computer based composta da 60 quesiti a risposta multipla della durata di 60 minuti. Il Decreto Sostegni bis introduce come data ultima per l’avvio delle operazioni il 15 dicembre 2021. Anche in questo caso, sembra che l’accesso ai corsi sia riservato esclusivamente a cui aveva inviato già la propria candidatura.
All’orizzonte c’è anche un nuovo concorso straordinario, che dovrà essere avviato entro il prossimo 31 dicembre: sempre previsto dal Decreto Sostegni bis, sarà formulato sulla base di posti che rimarranno vacanti dopo le immissioni in ruolo (fase ordinaria e straordinaria da GPS) per l’anno scolastico 2021/22. Quindi non si sa ancora per quali classi di concorso si organizzerà. Da quello che si legge negli emendamenti approvati dalla V commissione Bilancio, si intende che verrà riservato a docenti con tre anni di servizio negli ultimi cinque, si prevede una prova disciplinare e per chi la supera un percorso con prova finale e assunzione a tempo indeterminato dal 2022/23.
Con queste prospettive, ha detto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief ad Orizzonte Scuola, “è stata sconfessata la linea del governo che voleva gli insegnanti in cattedra il primo settembre. Questa è la prima grande sconfitta della soluzione presa. Avremo tra le altre cose confermata l’idea di accantonare i 64 mila posti banditi con i concorsi ordinari e straordinari e quindi di fatto su 113 mila posti più della metà non sono utilizzabili per le immissioni in ruolo. E di questi 150 mila posti soltanto una minima parte saranno assegnati alle graduatorie vigenti”. In conclusione “il prossimo anno scolastico avremo più di 100 mila cattedre” libere “non assegnate e sarà il record”, a cui si aggiungerà “il record di cattedre andate deserte rispetto al record di insegnanti inseriti nelle graduatorie per le supplenze”. Con questa decisione il Parlamento ha anche sconfessato il Patto per la Scuola firmato a Palazzo Chigi a maggio alla presenza dei sindacati e del ministro Patrizio Bianchi. In quell’accordo “era stato detto di trovare soluzioni immediate, da adottare quest’anno prima dell’inizio del nuovo anno scolastico” per rispondere ad un numero assurdo di posti vacanti e di precari che si sono accumulati negli anni per coprirli: l’accordo è ora carta straccia, la delusione è tanta.
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