Da oggi la scuola deve fare a meno di oltre 150 mila docenti precari. Più alcune decine di migliaia di Ata. Almeno altri 80mila, circa, avevano terminato l’incarico con la fine delle lezioni, come i lavoratori cosiddetti Covid. In tutto, si tratta di non meno di 250 mila supplenti che lo Stato ha deciso di licenziare, anche se nella maggior parte di casi si tratta di lavoratori che hanno sottoscritto contratti su cattedre e posti senza titolare, quindi del tutto liberi. Il loro “benservito” non è casuale, ma funzionale al risparmio dei soldi pubblici e a discapito del servizio scolastico: privandosi del loro apporto, l’amministrazione scolastica ha benefici non indifferenti.
Leggi il comunicato integrale