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Comunicazione della Direzione Generale: Si trasmette la nota prot. n. 2836 del 6 gennaio 2021 del Direttore dell’Area Politiche Economiche, Capitale Umano e programmazione comunitaria della Regione del Veneto, con la quale vengono forniti alle scuole secondarie di secondo grado statali e paritarie del Veneto gli opportuni chiarimenti circa l’applicazione dell’Ordinanza Regionale in oggetto.
Scarica gli allegati.

È giunto in Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n.3 del 05-01-2021) il nuovo Decreto Legge incentrato sulle disposizioni urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, frutto dell’accordo raggiunto nell’ultimo Consiglio dei Ministri per permettere un più regolare rientro degli alunni nelle loro scuole. Le disposizioni, che hanno effetto da stamane, all’articolo prevedono che “dal giorno 11 gennaio 2021 al 16 gennaio 2021 le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, garantendo almeno al 50 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni l’attività didattica in presenza. La restante parte dell’attività didattica, è svolta con didattica a distanza”.

Ricapitolando, quindi, le scuole secondarie di secondo grado rientrano in aula dall’11 al 16 gennaio per almeno il 50% della popolazione studentesca. Dal 7 al 9 gennaio le attività didattiche si svolgono a distanza. Dalla scuola dell’Infanzia al primo ciclo il ritorno in classe si attuerà da domani 7 gennaio. Le scuole collocate nelle zone rosse, invece, praticheranno la didattica a distanza dalle classi di seconda media alla quinta superiore. Nel frattempo, “le Regioni stanno decidendo in ordine sparso le date di rientro e le modalità”, ricorda oggi Orizzonte Scuola.

Marcello Pacifico, presidente Anief: “Continuiamo a pensare che sul ritorno a scuola serva la massima cautela, perché il Covid non è affatto superato. Sarebbe sicuramente meglio allungare i tempi della didattica a distanza alle superiori fino al 17 gennaio, con rientro quindi lunedì 18. Si andrebbe così a creare un periodo ‘cuscinetto’ che servirebbe a fare quello screening che epidemiologi indicano come basilare per non allargare i contagi. Occorre un’indagine sulla diffusione del virus tra gli studenti e tra il personale come si era deciso quest’estate, quando i casi accertati di contagio erano il 3% di quelli registrati oggi. Sarebbe anche opportuno rendere prioritaria la vaccinazione volontaria di docenti, educatori e Ata. Inoltre, bisognerebbe incrementare le autonomie scolastiche, quindi su sedi, classi e organici del personale, in base alle esigenze del territorio e non di calcoli teorici. Ma anche non utilizzare più posti in deroga sul sostegno, elevare il rapporto studenti-personale e sbloccare i trasferimenti facendo cadere vincoli insensati. E fa bene la ministra Lucia Azzolna a dire che la scuola viene prima della politica".
Leggi il comunicato integrale.

(ANSA) - ROMA, 05 GEN - Per Marcello Pacifico, leader dell'Anief, la scuola non è pronta alla ripartenza del 7 gennaio, "non si è fatta un'indagine sulla diffusione del virus tra gli studenti e tra il personale come si era previsto quest'estate quando i casi di contagio erano il 3% di quelli registrati in questi giorni". Per Pacifico "bisogna intervenire e subito su autonomie scolastiche, plessi, classi e organici. Deve essere innalzato il rapporto alunni-personale scolastico e rendere prioritaria la vaccinazione volontaria di insegnanti, Ata, educatori". Per quanto concerne gli organici, il sindacalista ha detto che è necessario "approfittare di questa emergenza per ripensare all'attribuzione degli organici in base alle esigenze del territorio, senza più ricorrere alla supplentite, per sbloccare i trasferimenti e non utilizzare più posti in deroga sul sostegno". (ANSA).

Comunicazione della Direzione Generale: Si trasmette l’Ordinanza in oggetto di data odierna – in corso di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione – con la quale il Presidente della Giunta Regionale del Veneto ha disposto, per ragioni di ordine sanitario, che le scuole secondarie di secondo grado adottino la didattica digitale integrata per il 100% della popolazione scolastica dal 7 al 31 gennaio 2021.
Visita il sito dell'ufficio scolastico.

"Bisogna adeguare la retribuzione al costo dell'inflazione registrata negli ultimi dodici anni. Le buste paga degli insegnanti non soltanto sono inferiori a quelle dei colleghi europei ma sotto ancora di dieci punti rispetto al costo della vita. Né sono state riconosciute specifiche indennità di rischio biologico o di burnout. Come sindacato continuiamo a dire che non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico senza aumento degli stipendi, con inserimento anche dell'indennità di rischio collegata al Covid-19. Per noi è necessario incrementare gli stipendi mediamente di almeno 250 euro al mese, quindi di 3 mila euro l'anno; tale esigenza deve essere accompagnata a quella di abbattere la precarietà, oltre a quella della cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008". Lo dice il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico. (ANSA).

Tra le disposizioni approvate dal CdM, da domani all’esame della Camera e dal 12 gennaio a Palazzo Madama, ne risultano presenti diverse per il comparto della Conoscenza: tra le più importanti figura la proroga fino al 31 marzo 2021 dello stato di emergenza Covid19 e le supplenze Ata su posti ex Lsu, come le riunioni a distanza degli organi collegiali, mentre il CSPI deve dare parere entro sette giorni sugli atti ministeriali. Vengono inoltre prorogati a fine anno solare i concorsi per docenti di insegnamento della Religione Cattolica e dei dirigenti tecnici, come la spesa per la messa in sicurezza degli edifici scolastici.

Marcello Pacifico (Anief): “Chiederemo modifiche in Parlamento per organici e assunzioni nonché sui lavoratori fragili e pensionamenti. Come è necessaria la riapertura delle Graduatorie a esaurimento, oltre che l’avvio dei concorsi per titoli per riassorbire il precariato”.
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Ha parlato anche di scuola e compensi dei docenti italiani il premier Giuseppe Conte nel concorso della conferenza stampa di fine anno organizzata oggi dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare: “Per gli insegnanti – ha detto il presidente del Consiglio - gli stipendi non sono elevati, dovremo fare qualcosa di più. Ma stiamo lavorando per migliorare la qualità dell’insegnamento: il Piano pluriennale con 25mila insegnanti di sostegno è qualificante, sarà a favore degli alunni con disabilità. È un grande segnale che diamo al comparto scuola che tradizionalmente su questo fronte non è negli standard più elevati del mondo occidentale”.

Anief bene accoglie le dichiarazioni del premier: “Non si può parlare di valorizzazione del personale scolastico – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale del giovane sindacato – senza mettere mano agli stipendi, prevedendo quell’indennità di rischio, collegata al burnout tradizionale, che con il Covid è diventata una necessità. Ci sono Paesi del vecchio continente, come la Germania, dove a fine carriera il compenso di un insegnante è praticamente il doppio dei nostri. Ma il lavoro profuso è lo stesso, anzi in alcuni anni di corsi i nostri docenti fanno anche un orario di lezioni settimanali maggiori. Sinora si è a malapena messo da parte, con le ultime tre Leggi di Bilancio, una cifra media individuale attorno ai 100 euro a lavoratore pubblico, quindi anche della scuola. Ha ragione da vendere il premier Conte quando dice che serve di più. Quella di incrementare gli stipendi, in media di almeno 250 euro al mese, quindi 3 mila euro l’anno è un’esigenza impellente, che va di pari passo alle azioni da intraprendere contro la precarietà, per l’ampiamento degli organici, la cancellazione dei tagli draconiani della Legge 133/2008. A costo di prevedere finanziamenti aggiuntivi, anche da privati, come pure dal Ricovery fund”.
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Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha tenuto la conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare.

Il premier ha tracciato il bilancio di un anno gravemente segnato dalla pandemia di Covid-19. Nella conferenza stampa non è previsto un discorso introduttivo del presidente del Consiglio. Dopo un breve saluto, Conte è passato direttamente alle domande dalla platea.

La tradizionale conferenza stampa di fine anno è iniziata con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del Covid-19.
Guarda la conferenza.

Dopo avere rinnovato la fiducia al Governo, il Senato ha dunque oggi approvato l'articolo 1 del ddl n. 2054 Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023. Nel testo definitivo vi sono quasi 300 emendamenti approvati, con varie misure per la famiglia, per il lavoro e le pensioni, aiuti alle imprese, accesso al credito e, per quanto concerne la scuola e la sanità, fondi ad hoc, per una spesa totale di circa 40 miliardi di euro.
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In caso contrario Anief ha già predisposto un modello di diffida e messa in mora per il recupero delle spettanze

Dopo il parziale sblocco dei ratei di settembre, ottobre e l'emissione speciale di Noipa del 15 dicembre, a seguito di nostra richiesta di intervento, il Ministero ci informa che le risorse sui POS sono state ritirate per permettere a Banca d'Italia la chiusura dell'esercizio secondo quanto previsto dalla normativa vigente e che pertanto le spettanze saranno pagate con la prossima emissione straordinaria di Noipa prevista per metà gennaio.
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La riapertura di tutte le scuole a gennaio per svolgere le lezioni in presenza è un fatto importante, ma bisogna adottare la massima cautela: perché quando all’inizio dell’anno scolastico sono tornati in classe oltre otto milioni di studenti c'erano 300 contagi al giorno, mentre oggi abbiamo quasi 10mila nuovi casi di Covid-19 al giorno. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: nel corso di una video-intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ha detto che bisogna "riaprire sì” le scuole e tornare alle lezioni tradizionali, ma occorre farlo “in sicurezza". Perché la "tutela della salute del personale e degli studenti resta la priorità assoluta", soprattutto perché "non sono tra le categorie di quanti potranno vaccinarsi per prime”. Il leader dell’Anief è convinto che “dobbiamo soprattutto evitare che la scuola diventi ciò che non è mai stato, ossia un luogo di diffusione del contagio dopo queste vacanze".

Iter anomalo per la Legge di Bilancio 2021, che a metà dicembre non aveva visto ancora le votazioni: a far gioco la seconda ondata del Covid-19 che ha portato il Governo a porre maggiormente l’attenzione sulla conseguenziale crisi sanitaria ed economica da affrontare. Marcello Pacifico (Anief): “Come sincacato abbiamo presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte. Ci auguriamo che molte problematiche possano essere risolte. Importante concentrarsi sulla sicurezza, soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo

È arrivato nella serata di ieri il via libera dell’Aula di Montecitorio alla Manovra di Bilancio 2021: il voto finale ha ottenuto 298 sì, 125 no e 8 astenuti. Il testopassa ora al Senato, dove in un paio di giorno avrà il via libera definitivo senza alcuna correzione poiché altrimenti il provvedimento decadrebbe per via dell’imminente obbligo di approvazione da realizzare entro il 31 dicembre.

Sono diverse le disposizioni che riguardano la scuola: 25.000 posti aggiuntivi in organico di diritto per il sostegno; 10 milioni di euro per la formazione dei docenti; 1.000 assistenti tecnici nel primo ciclo dal 2021/2022 e prosecuzione al 30 giugno dei contratti a tempo determinato previsti fino al 31 dicembre 2020; 1.000 posti per potenziamento per la scuola dell’Infanzia; 60 milioni di investimenti sulla fascia 0-6; 50 milioni per il 2021 e 50 milioni per il 2022 per il sistema duale; 8 milioni per il potenziamento area digitale, animatori digitali, équipes formative, anche per la formazione del personale docente; 117 milioni per il 2021 e 106 milioni per il 2022 per aumento posti asili nido; 20 milioni per inclusione alunni con disabilità nelle paritarie; incremento dei fondi dell’autonomia pari a 100 milioni nel 2021; 12 milioni di euro per incremento tecnologie e sistema SIDI; 1.500 milioni per edilizia scolastica con proroga poteri commissariali comuni; 200 milioni alle regioni e 150 milioni ai comuni per il trasporto scolastico.

Alcune delle novità approvate ed in procinto di essere tramutare in legge sono state promosse dal sindacato Anief: sicuramente l’incremento dei posti di sostegno, l’introduzione della figura del tecnico nel primo ciclo e dei docenti di potenziamento nella scuola dell’infanzia; la formazione digitale del personale sempre più impegnato con le tecnologie digitali interattive. Ci sono pure l’abbattimento della soglia del 50% per l’assunzione degli idonei del concorso Dsga, l’avvio del concorso riservato per la stabilizzazione dei docenti di sostegno, la riduzione dei parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche e per il mantenimento dell’autonomia (da 600 a 500 alunni ovvero da 400 a 300 alunni per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche). E altro ancora.

Secondo il presidente Anief Marcello Pacifico “rimane il rammarico per i troppi provvedimenti mancati, che lasciano tante categorie di personale scolastico in una situazione di limbo e troppi precari senza prospettive di stabilizzazione. A questo punto è bene che si agisca al meglio con i fondi del Recovery plan, a partire da una migliore distribuzione e composizione delle classi, sia per rendere possibile il distanziamento sociale, così da evitare la diffusione del Covid-19 almeno fino alla prossima primavera, sia perché un numero contenuto di allievi comporta un’offerta formativa migliore e maggiori garanzie di sicurezza in generale”.
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