Quattro vittorie targate ANIEF segnano la svolta per la tutela dei diritti dei lavoratori precari della scuola: i Tribunali del Lavoro di Roma e Torino continuano a condannare il MIUR per discriminazione e a riconoscere gli scatti di anzianità ai precari e le Corti d'Appello di Firenze e Milano rincarano la dose e ribadiscono l'illegittimità dell'operato del Ministero dell'Istruzione che si ostina a negare ai docenti a tempo determinato la medesima progressione di carriera e gli scatti di anzianità riconosciuti ai docenti di ruolo. Il Poker di vittorie, destinato a fare giurisprudenza, è stato magistralmente patrocinato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Anna Maria Ferrara, Simona Rotundo, Giovanni Rinaldi e Salvatore Russo con un'azione legale impeccabile che ha portato il MIUR a una completa débâcle in tribunale.
La tutela dei diritti dei lavoratori precari, infatti, di cui l'ANIEF si occupa ormai da anni con soddisfacenti successi, ha visto ancora una volta vittorioso il nostro sindacato in tribunale e il Ministero dell'Istruzione condannato presso i Tribunali del Lavoro di Roma e Torino e anche nelle Corti d'Appello di Firenze e Milano. La prima mano vincente in tribunale l'ANIEF la gioca proprio presso il Tribunale del Lavoro di Roma dove l'Avvocato Salvatore Russo batte ancora una volta in casa il MIUR e ottiene la condanna dell'Amministrazione al pagamento di tutte le somme mai corrisposte alla ricorrente cui era stato da sempre negato, dopo anni di servizio continuativo, il riconoscimento di una qualunque progressione di carriera solo perché docente con contratto a tempo determinato. Segue l'onda di vittorie ANIEF il Tribunale del Lavoro di Torino, dove l'Avv. Giovanni Rinaldi va nuovamente a segno con più di 3.000 Euro di risarcimento ottenuti in favore di una nostra iscritta e la condanna del Ministero dell'Istruzione al riconoscimento dell'anzianità maturata dalla docente anche per le future retribuzioni.
Ma è in Corte d'Appello che l'ANIEF ha dato il meglio di sé e una nuova sonora e definitiva lezione al Ministero dell'Istruzione con due sentenze che, rigettando in toto gli appelli proposti dal MIUR, hanno confermato l'illegittima discriminazione posta in essere dall'Amministrazione a discapito dei lavoratori precari riguardo la progressione di carriera. La Corte d'Appello di Milano, infatti - dove l'Avv. Anna Maria Ferrara ha dato nuova prova di grande competenza - con una sentenza impeccabile nelle sue determinazioni, ha ribadito che “anche che ai contratti a termine stipulati dalle pubbliche amministrazioni deve applicarsi il principio di non discriminazione sancito dal decreto legislativo, che ha attuato la direttiva 1999/70 /CE” e che “lo scopo della direttiva 70/99 CE è in particolare quello di evitare che il contratto a termine sia utilizzato dai datori di lavoro come mezzo per risparmiare sui costi del lavoro a tempo determinato e quindi come mezzo “abusivo” per privare i lavoratori flessibili di benefici economici e normativi, collegati alla stabilità dell’impiego”. Ad avviso della Corte milanese, inoltre, “la violazione del principio di non discriminazione configura una condotta illecita del datore di lavoro che contravviene tanto ad una disposizione imperativa di legge in termini di responsabilità extracontrattuale (secondo il combinato disposto degli art.36 2° c. del Dlgs 165/2001 e art.6 Dlgs n.36882001), quanto ad un preciso dovere di adempimento contrattuale, trasfondendosi il divieto di discriminazione nell’ambito dei doveri comunque scaturenti dal rapporto di lavoro”.
A dare il colpo di grazia al MIUR in favore dei precari è l'Avv. Simona Rotundo che in Corte d'Appello a Firenze conquista, con la professionalità che da sempre la contraddistingue, la piena conferma che anche il divieto di discriminazione sancito dalla clausola 4.1 dell'Accordo Quadro collegato alla Direttiva Comunitaria 1999/70/CE è posto in chiave “antiabusiva” dello strumento del contratto a termine e che la non applicazione del divieto di discriminazione anche ad una delle più significative “condizioni di impiego”, ossia il trattamento retributivo progressivamente collegato all’anzianità di lavoro, verrebbe a pregiudicare proprio il principale “effetto utile” del precetto di parità sancito dalla direttiva, che è quello di migliorare la qualità del lavoro a tempo determinato ed impedire che tale tipo di contratto venga utilizzato per privare i lavoratori coinvolti dei diritti riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato.
MIUR battuto su tutta la linea dai legali ANIEF, dunque, con un poker di sentenze destinate a segnare anche la futura giurisprudenza in materia e che danno piena conferma che il nostro sindacato mantiene il suo primato di associazione professionale che sa sempre vincere e convincere in tribunale soprattutto quando sul piatto ci sono i diritti violati dei lavoratori della scuola.