Diventa una beffa l’esito della selezione nazionale bandita nel 2016. Ammesso che non venga applicata la decadenza delle graduatorie di merito, è stato infatti calcolato che per entrare di ruolo negli insegnamenti di determinate discipline, come l’Inglese, e di alcune regioni del Sud e del Centro, dove è più sensibile il calo demografico, ci vorranno rispettivamente 26 e 49 anni. Con 16 vincitori che saranno “archiviati”. Andrà solo leggermente meglio a chi si è imposto per insegnare Storia e Filosofia: dovrà attendere qualcosa come 19 anni, con altri 29 “archiviati”. La lentezza delle assunzioni, tra l’altro, diventa una vera beffa, dopo che la scorsa estate, grazie all’azione dell’Anief, il Consiglio di Stato ha sentenziato a favore dei docenti della secondaria reputati idonei ma esclusi dalle graduatorie di merito, chiedendo agli Uffici Scolastici Regionali di riformulare delle nuove graduatorie dei concorsi, comprendenti gli “idonei oltre la soglia del 10%”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Purtroppo nella scuola non è una novità vincere un concorso e rimanere al palo per anni e anni, ma stavolta si è stabilito un record. Tra l’altro, il personale sa bene che può incorrere in questo rischio ed ora si spiega anche perché, di recente, uno su quattro dei docenti abilitati non ha presentato domanda di partecipazione. Ma questo spiega anche perché diversi coordinamenti dei precari Tfa-Pas, Estero hanno aderito allo sciopero della fame e allo sciopero nazionale voluto da Anief per oggi e domani. Anziché puntare tutto su formule concorsuali deficitarie, bisogna assolutamente riaprire le GaE approvando un decreto d’urgenza: questa è l’unica urgente ancorché parziale soluzione.
Vincere un concorso pubblico e non essere mai assunti. È quello che accadrà a diversi candidati insegnanti della scuola secondaria pubblica che hanno partecipato con successo alla selezione nazionale bandita nel 2016. Ammesso che non venga applicata la decadenza delle graduatorie di merito, è stato infatti calcolato che per entrare di ruolo negli insegnamenti di determinate discipline, come l’Inglese, e di alcune regioni del Sud e del Centro, dove è più sensibile il calo demografico, ci vorranno rispettivamente 26 e 49 anni. Con 16 vincitori che saranno “archiviati”. Andrà solo leggermente meglio a chi si è imposto per insegnare Storia e Filosofia: dovrà attendere qualcosa come 19 anni, con altri 29 “archiviati”.
La lentezza delle assunzioni, tra l’altro, diventa una vera beffa, dopo che la scorsa estate, grazie all’azione dell’Anief, il Consiglio di Stato ha sentenziato a favore dei docenti della scuola secondaria reputati idonei ma esclusi dalle graduatorie di merito, chiedendo agli Uffici Scolastici Regionali di riformulare delle nuove graduatorie dei concorsi, comprendenti gli “idonei oltre la soglia del 10%”: il Collegio aveva infatti, rilevato come l’appello era “sorretto da sufficienti elementi di fondatezza” ponendo particolare attenzione anche “alla questione relativa alla necessità di non considerare nelle graduatorie coloro che risultino vincitori nell’ambito delle distinte graduatorie per classi congressuali aggregate” e rimettendo al Tribunale Amministrativo di primo grado l'onere di una celere e definitiva risoluzione nel merito della questione. A seguire, il Tar non ha esitato a ribadire quanto espresso dal Consiglio di Stato, confermando la fondatezza della tesi di rinnovamento delle graduatorie con al loro interno i docenti idonei, prescindendo da qualsiasi “tetto”.
Ora, però, rischia di diventare tutto vano. “Purtroppo nella scuola non è una novità vincere un concorso e rimanere al palo per anni e anni – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ma stavolta si è stabilito un record. Tra l’altro, il personale sa bene che può incorrere in questo rischio ed ora si spiega anche perché, di recente, uno su quattro dei docenti abilitati non ha presentato domanda di partecipazione”.
“Ma questo spiega anche perché diversi coordinamenti dei precari Tfa-Pas, Estero hanno aderito allo sciopero della fame e allo sciopero nazionale voluto da Anief per oggi e domani. Anziché puntare tutto su formule concorsuali deficitarie, bisogna assolutamente riaprire le GaE approvando un decreto d’urgenza: questa è l’unica urgente ancorché parziale soluzione”, conclude il presidente del giovane sindacato.
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