Gli incrementi stipendiali nel lungo periodo hanno fortemente penalizzato Istruzione e Ricerca, a partire degli insegnanti e dal personale Ata della scuola che già percepiscono tra i compensi più bassi della PA. Lo si evince in modo evidente dall’ultimo Rapporto Aran pubblicato in questi giorni: dallo studio nazionale sul trattamento economico degli statali emerge che gli stipendi nell’arco temporale 2001-2021 di tutti i lavoratori di Istruzione e Ricerca si sono fortemente ridotti di forza, perché se nei 20 anni considerati l’inflazione è cresciuta del 31,8%, il personale della Conoscenza e della Ricerca ha perso il 7,4% di valore stipendiale considerano che l’aumento nello stesso periodo si è fermato al 24,4%.
“La controversia (di carattere seriale) ha ad oggetto il riconoscimento, in favore della parte ricorrente, del bonus-carta docente di cui all’art. 1, co. 121, Legge 107/2015, con riferimento agli anni scolastici 2019/20, 2020/21, 2021/22 e 2022/23, nei quali la stessa ha prestato servizio a tempo determinato alle dipendenze del convenuto Ministero”: iniziano in questo modo le motivazioni che hanno portato il Tribunale del lavoro di Vicenza ad accordare 2.000 euro, “con maggiorazione di interessi come per legge o rivalutazione monetaria su base Istat con la decorrenza di cui alla parte motiva della presente sentenza fino al saldo”, ad un insegnante che ha svolto quattro supplenze annuali tra il 2019 e il 2023.
Nel corso dell’audizione Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, ha affermato che “l’organico Pnrr e Agenda sud non ha ancora avuto la proroga: per il funzionamento del Pnrr bisogna far ripartire i contratti; abbiamo poi moltissimi idonei che hanno superato un concorso ma che non sono stati stabilizzati ed è uno spreco di risorse, vanno assunti, va riconosciuto il merito. Bisogna mettere in agenda il doppio canale di reclutamento”
Si sta sempre più delineando la procedura organizzativa che porterà a marzo al rinnovo delle Rsu dei comparti Istruzione e Ricerca con oltre un milione di lavoratori coinvolti: pochi giorni fa, il 5 novembre, è stata infatti firmata all’Aran un’intesa sulla costituzione del comitato paritetico per la certificazione dei dati elettorali e associativi per la rappresentatività 2025/2027. Tra i sindacati in prima linea figura certamente l’Anief, rappresentativo dal 2019 e confermato nel 2022.
Ripartono i seminari di formazione, giunti alla XIV edizione, riguardanti “la legislazione scolastica: Aggiornamenti e novità dalla legge al contratto”.
Per il concorso per DSGA dunque manca solo la pubblicazione, che secondo il “cronoprogramma” MIM dovrebbe avvenire entro metà dicembre.
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Vittoria legale del sindacato ANIEF sul cosiddetto “bonus mamme”, una misura di sostegno al reddito prevista dalla Legge di Bilancio 2024. Tale bonus, istituito per favorire le lavoratrici madri a tempo indeterminato, consiste nell’esonero fino a 3.000 euro annui dei contributi previdenziali per invalidità, vecchiaia e superstiti.
Il Tribunale di Lodi ha, però, ritenuto che questo diritto debba spettare anche alle lavoratrici a tempo determinato, riconoscendo la misura a una docente madre di due figli con contratto di lavoro precario.
Scadono alle ore 12 del 22 novembre i termini per fare richiesta del Bonus Natale, l’indennità fino a 100 euro prevista dal Dl Omnibus per i lavoratori che hanno determinati requisiti reddituali e familiari. In realtà la scadenza non è così stretta. Vediamo perché.
Se non si presenta domanda entro la scadenza, il Bonus viene riconosciuto nella dichiarazione dei redditi del prossimo anno. Lo spiega NoiPA in una FAQ:
Cosa succede se non richiedo il bonus entro il 22 novembre 2024?
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.