Diventano pubbliche le date di svolgimento delle prove scritte dei concorsi ordinari per l’assunzione in ruolo dei docenti su posto comune e su posto di sostegno nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado: il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha oggi comunicato, con apposito avviso, che si terranno a partire dal prossimo 11 marzo e che a contendersi i 44.654 posti a disposizione saranno 373.000 candidati: 69.117 per la scuola dell’infanzia e primaria, 303.687 per la scuola secondaria.
373.000 candidati per 44.654 posti a disposizione: si terranno a partire da lunedì 11 marzo le prove scritte dei concorsi ordinari per l’assunzione in ruolo dei docenti su posto comune e su posto di sostegno nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I e II grado.
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Le supplenze dei docenti della scuola pubblica continuano a fare registrare numeri impressionanti: nell’anno scolastico 2022/23 sono state quasi 10mila in più del precedente (quando furono 224.958), con un incremento dei contratti su sostegno al 30 giugno del 7%, all’Infanzia si arriva a + 16.87%. Nel complesso la differenza è di 9.618 supplenze in più nel 2022/23, con una percentuale di variazione positiva del 4.28%.
“Questi numeri dimostrano che sul reclutamento degli insegnanti si è sbagliato tutto – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché se uno su quattro continua ad essere precario la colpa non può essere dei precari. A questo punto, le istituzioni che governano la scuola si facciano un bagno di coscienza e cambino registro: bisogna assolutamente assumere da doppio canale di reclutamento, come fatto in passato, utilizzando le graduatorie Gps anche su posto comune, pure da seconda fascia se necessario. Affidarsi solo ai concorsi è una politica sbagliata, praticamente autolesionista. Quello che sta producendo ogni anno sono record su record negativi: avere un docente su quattro precario, due anche tre per consiglio di classe, uno su due su sostegno, è un dato di fatto che fa male agli alunni e a tutto il sistema scolastico”.
Diventa tangibile la sensibile riduzione che tanti docenti e Ata, almeno un milione, si sono ritrovati senza alcun preavviso nello stipendio di questa mensilità per via dell’applicazione del conguaglio fiscale applicato in unica soluzione ai compensi dello scorso anno: alla denuncia dell’Anief di alcuni giorni fa, ribadita con la richiesta di dilazionamento del debito, il Ministero dell’Economia e delle Finanze non ha replicato come avrebbe dovuto, ma solo spiegando che la legge impone la restituzione dei soldi in un’unica soluzione. Così, in questi giorni una bella fetta di lavoratori della scuola stanno prendendo conoscenza dei tagli adottati, dopo avere consultato il cedolino stipendiale di questo mese attraverso il servizio pubblico NoiPa. Molti di loro fino si sono visti togliere fino a 800 euro in meno rispetto a gennaio. C’è anche chi si è ritrovato con una busta paga con l’importo che va tra 1 e 10 euro.
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