Il Decreto Anticipi potrebbe sollevare la scuola e chi la amministra da tanti problemi: decisivo, a questo scopo, risulta il ruolo della quinta Commissione Bilancio del Senato, che con l’Atto n. 912 sta esaminando il DL 18 ottobre 2023, n. 145. Fino al 6 novembre, la Commissione riceverà le proposte di modifica del testo: tra gli emendamenti per la scuola ve ne sono diversi proposti dall’Anief. Si tratta del recupero integrale indennità di vacanza contrattuale per tutti i dipendenti e dell’estensione ai precari dell’assegno; del doppio canale per reclutare docenti precari da Gps; dell’abolizione dei vincoli sulla mobilità del personale; dell’accesso al TFA sostegno ampliato, superando in questo modo il DPCM che non contempla ad oggi la possibilità di andare fuori dal numero programmato per triennalisti e docenti già abilitati; la conferma nei ruoli dei docenti assunti con riserva; l’integrazione delle graduatorie del concorso straordinario; l’adeguamento dell’organico in deroga in organico di diritto su posti di sostegno; l’opzione ricostruzione di carriera.
Il sindacato Anief, da sempre in prima linea per i diritti di tutti i lavoratori della scuola, in particolar modo dei precari che con tanti anni di servizio alle spalle fanno andare avanti la scuola, promuove un ricorso - totalmente gratuito - per il riconoscimento dell'anticipo contrattuale 2022-2024 una tantum al personale docente, Ata ed educativo precario. Il sindacato specifica che è possibile recuperare fino a 1.500 euro.
Sempre più tribunali riconoscono il diritto dei docenti precari a percepire la Carta docente, il contributo di 500 euro annui utile alla formazione degli insegnanti. Anche grazie ad Anief, sempre più precari si vedono riconosciuta la possibilità di percepire la somma che, ricordiamo, diventa importante soprattutto se il docente ha prestato servizio per più anni scolastici.
Altra vittoria registrata dalla rete di legali Anief: a Rovigo il Giudice del lavoro riconosce il diritto di un docente precario di percepire la carta docente di 500 euro annui. Il ricorrente, che ha prestato servizio negli anni scolastici 2017/18, 2018/19, 2019/20, 2020/21, 2021/22 e 2022/23, si è visto riconosciuto il diritto alla formazione. Il tribunale ha condannato il “Ministero dell’Istruzione e del Merito ad assegnare alla parte ricorrente la suddetta Carta elettronica o altro strumento equipollente per l’aggiornamento e la formazione dei docenti, con le modalità e le funzionalità di cui agli artt. 2, 5, 6 e 8 del d.P.C.M. 28 novembre 2016 o con modalità e funzionalità analoghe, e ad accreditare sulla detta carta (o in altro strumento equipollente) l’importo nominale di € 3.000,00”.
La nuova bozza delle Legge di bilancio 2024 non può non essere descritta come peggiorativa rispetto alle regole attuali. “Di fatto – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - la maggioranza, che aveva promesso il superamento della Legge Fornero, la n. 92 del giugno 2012, oggi si fa firmataria di una riforma che per quanto lontana da quella attuata nel 2011 è simile nelle intenzioni: vengono infatti effettuati tagli alla spesa pensionistica - per un valore di circa 2,7 miliardi di euro- con lo scopo di recuperare risorse per altre misure, come ad esempio il taglio del cuneo fiscale. È una riforma che quindi penalizza tutti coloro che speravano in novità significative che favorissero l’accesso anticipato alla pensione come pure che ne incrementassero l’importo: non solo, infatti, vengono rivisti al rialzo i requisiti per l’accesso alle misure di flessibilità, ma viene ulteriormente peggiorato il meccanismo di rivalutazione rispetto a quanto già era stato fatto dalla scorsa legge di Bilancio. Per i lavoratori della scuola è una disfatta, diventano ancora più urgenti le deroghe chieste da Anief”.
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