“A causa dei blocchi di contratti, degli aumenti limitati e del caro-vita, negli ultimi 30 anni gli stipendi degli insegnanti italiani sono stati praticamente dimezzati: oggi un docente percepisce una busta paga più bassa di un operaio. Se nel 1993 lo stipendio lordo di un operaio edile era di 1,3 milioni di lire e un docente della scuola secondaria percepiva 2,2 milioni di lire, nel 2023 i numeri sono cambiati di molto: lo stipendio lordo di un operaio edile è passato a 1.600 euro, mentre il docente delle scuole medie e superiori si ferma a 1.500 euro”. Lo denuncia Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, che chiede apertamente di “cambiare registro con scatti stipendiali automatici più numerosi e ravvicinati nel tempo”.
Se risultano ridotte ai minimi termini le speranze di accoglimento degli emendamenti salva-scuola nel decreto legge Omnibus, Anief non demorde e ci riprova con il DL 131/24 Salva Infrazioni contenente “disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi derivanti da atti dell'Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano": tra le diverse proposte emendative, il giovane sindacato ha chiesto ai parlamentari della seconda e sesta Commissione di Montecitorio di emendare il testo per archiviare una volta per tutte la procedura di infrazione 4231/2014 attivata dalla Commissione Europea sul precariato scolastico, andando a superare l’attuale negazione dell’immissione in ruolo automatica per tutti coloro che sono inseriti nelle Gps e per chi ha svolto almeno 36 mesi di supplenze con titolo.
Le modifiche che il Senato si accinge a produrre al decreto legge Omnibus non soddisfano il mondo della scuola: la versione finale del DL n. 113 approvato lo scorso 7 agosto dal Consiglio dei Ministri non contiene infatti la maggior parte degli emendamenti miglirativi che aveva suggerito il sindacato Anief. Si va dalla mancata conferma dell'organico Ata Pnrr e Agenda Sud all'esclusione degli idonei dei concorsi dalle graduatorie di merito, dalla metà dei posti in deroga su sostegno, da collocare in organico di diritto, all'alto tasso di docenti precari che ormai rappresentano almeno un quinto di tutto il corpo insegnante delle nostre scuole.
Si ritiene ormai imminente la procedura di reclutamento per i nuovi Dsga.
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“La Carta docente è uno strumento di sostegno alla didattica annua e spetta, pertanto, anche ai docenti non di ruolo che siano titolari di contratti per supplenze fino al termine dell’anno scolastico o delle attività didattiche, ai sensi dell’art. 4 comma 1 e 2 della legge 124/1999, in quanto anche per essi è ravvisabile la connessione temporale che il legislatore ha inteso stabilire tra lo specifico strumento di formazione costituito da detta Carta docente ed il carattere annuale della didattica”. Lo scrive il Tribunale del lavoro di Barcellona Pozzo di Gotto nell’esprimersi favorevolmente alla richiesta formulata dai legali che operano per il sindacato Anief in difesa di un insegnante che ha svolto supplenze tra il 2016 e il 2023 senza ricevere i 500 euro annuali della Carta del docente: il giudice ha condannato il Ministero a dare adesso i 2.500 euro sottratti negli anni all’insegnante per svolgere la sua formazione professionale.
Grande partecipazione per la prima assemblea del nuovo anno scolastico organizzata da Anief: presente anche Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato.
Recentemente l’Istat ha presentato il Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) del 2023.
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