Clicca qui per aderire subito ed evitare la prescrizione. Vale anche per il personale di ruolo relativamente agli anni di precariato.
La Corte di Cassazione ha finalmente chiarito la questione del diritto alla corresponsione della Retribuzione Professionale Docenti anche per il personale con supplenze brevi e saltuarie. Con l'Ordinanza n. 20015 dello scorso 27 luglio, infatti, La Suprema Corte condanna il Ministero dell'Istruzione evidenziando la violazione della Direttiva Comunitaria 1999/70/Ce e l'evidente discriminazione posta in essere nei confronti del personale precario con contratti inferiori all'annualità. Si parla di circa 160 Euro lorde per ogni mese di servizio, questo quanto negato dal Ministero dell'Istruzione ai docenti che hanno stipulato, nel corso degli anni, contratti di lavoro con il Miur per svolgere supplenze brevi e saltuarie in sostituzione di personale assente. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ora tutti i precari della scuola potranno rivendicare il pagamento della Retribuzione Professionale Docente mai corrisposta, ma prevista dal CCNL di comparto anche per loro aderendo gratuitamente alle azioni legali predisposte dal nostro sindacato.
Con una breve presentazione del vicepremier Luigi Di Maio, l’Aula di Montecitorio ha iniziato la discussione del primo vero atto legislativo del nuovo governo M5S-Lega. Tra i 400 emendamenti presentati dalle opposizioni, vi sono anche quelli per salvare la scuola, presentati da FdI, in perfetta linea con le richieste del giovane sindacato: le modifiche intendono riaprire le GaE a tutto il personale docente abilitato, incluse le diplomate magistrale in procinto di essere licenziate per via dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato di fine 2017, ma anche salvare i ruoli ed evitare il licenziamento, assumere sui posti finti in organico di fatto, far partecipare i ricorrenti 2011 al corso riservato per assumere nei ruoli i docenti meritevoli ed infine evitare il licenziamento dei 500 presidi assunti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Vedere accolta da più partiti la nostra proposta di riapertura delle GaE, di salvataggio dal licenziamento di migliaia e migliaia di maestri, di trasformare l’anacronistico e inutile organico di fatto in organico di diritto, oltre che rendere giustizia ai docenti esclusi in modo illegittimo dal concorso a preside, rappresenta per noi motivo di orgoglio. Perché conferma come la nostra lotta al fianco dei precari sia reale e trasversale ai movimenti politici. Certamente, qualora gli emendamenti non dovessero venire accolti dall’Aula della Camera, è chiaro che non ci fermeremo: i nostri interlocutori diventeranno i giudici, sempre a tutele della giustizia, del diritto, del bene delle nostre scuole e di cui vi opera.
La soluzione trovata dalla maggioranza nasconde la risoluzione del rapporto di lavoro di tantissimi docenti, anche già assunti a tempo indeterminato, con una inutile proroga fino al prossimo 30 giugno. Eppure, la situazione è ancora riparabile, se solo si approvasse, anche all’ultimo momento, l’apertura delle GaE a tutti abilitati, come del resto lo stesso Parlamento ha fatto sia nel 2008 che nel 2012. L’opportunità per farlo c’è ancora: è quella di dare il via libera all’emendamento presentato da MDP-LU al Decreto dignità, attraverso cui si chiede la riapertura delle Graduatorie ad esaurimento, da allargare a tutti gli abilitati all’insegnamento: E una modifica analoga in queste ultime ore è stata presentata anche da Fratelli d’Italia.
All’ora di pranzo, a partire delle ore 14.00, in corrispondenza dell’inizio della discussione del decreto, il “Coordinamento Diplomati Magistrali Abilitati”, già in sciopero della fame dinanzi al Miur dal 28 aprile scorso, sempre per rivendicare l’inserimento nelle GaE e respingere qualsiasi altra soluzione, compresa quella dell’ennesimo concorso per andare ad esaminare delle competenze già abbondantemente verificate, avvierà un presidio proprio davanti a Montecitorio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Varare una norma che proroga di un anno la continuità didattica non ha senso. O questi docenti meritano di insegnare ai nostri figli oppure no. Va da sé che chi ha formato e scrutinato per anni i nostri alunni e in 6 mila casi ha già sottoscritto un contratto a tempo indeterminato, superando pure un anno di prova, in un Paese normale dovrebbe continuare a fare il suo lavoro con dignità. Ma l'Italia non sembra appartenere più a questi schemi, perché si varano dei provvedimenti legislativi che di dignitoso hanno solo il nome. A questo punto, se l’Aula non dovesse accogliere l’emendamento salva tutto chiesto a gran voce dall’Anief e presentato prima dal Pd e ora anche da Fratelli d’Italia, prevedendo l’accesso nelle GaE di tutti gli abilitati, la palla tornarà nei tribunali: ancora una volta, vivremo una stagione di ricorsi, perchè toccherà ai giudici subentrare al legislatore, per incapacità della politica di trovare le soluzioni idonee.
Il provvedimento legislativo è molto atteso anche dal mondo della scuola, soprattutto per gli emendamenti approvati nei giorni scorsi nelle Commissioni, i quali rappresentano un guazzabuglio che non risolve il problema del precariato. Il problema è che per il mondo della scuola le modifiche al Decreto dovevano essere ben altre: l’emendamento promosso dal governo e approvato dalle commissioni della Camera non mette al riparo le decine di migliaia di diplomati magistrale, di cui una fetta addirittura già immessi in ruolo, a seguito della sorprendente decisione dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, tagliandoli fuori dalle GeE, li costringe di fatto a ripartire da un concorso straordinario che rimescola tutto, andando anche a minare quella continuità didattica che Miur e governo continuano a citare senza rendersi conto che la stanno calpestando.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La situazione è ancora riparabile, se solo il Governo decidesse di assumersi la responsabilità, anche all’ultimo momento direttamente in Aula, di dire quale strada prendere per evitare il licenziamento di 50 mila insegnanti. Perché la proroga dei contratti di un anno o l'abolizione del limite di 36 mesi ai contratti stessi sono dei provvedimenti tampone che non risolvono affatto il problema di chi è di ruolo e di chi si apprestava a diventarlo. E nemmeno si salverà chi ha superato un anno di prova, seppur con riserva: questi maestri, che avevano programmato la loro vita professionale e personale, forti dall’assunzione a tempo indeterminato e di otto sentenze favorevoli emesse dallo stesso Consiglio di Stato che all’ultimo momento ha cambiato idea, fra meno di un anno verranno infatti licenziati. Lo stesso accadrà a chi, da diversi anni, a settembre accetta una supplenza annuale e garantisce la formazione dei nostri alunni. Per evitare tutto ciò e che si apra un’altra stagione di ricorsi, il Parlamento non ha scelta: deve riaprire le GaE a tutti gli insegnanti abilitati, dalla primaria alla secondaria, sbloccando le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, anche quelli nascosti in organico di fatto, oltre a quelli degli educatori che come per il personale Ata risultano ancora una volta danneggiati da un numero di assunzioni dimezzate rispetto a quelle che si dovevano attuare.
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