L’assenso del Consiglio dei Ministri fa seguito a quello del Ministero dell’Economia di una decina di giorni fa e prelude al pagamento di incrementi e arretrati nel prossimo mese, dall’accordo raggiunto dai sindacati Confederali lo scorso 9 febbraio all’Aran. L’unico vincolo da superate è che arrivi, a breve, anche il parere positivo della Corte dei Conti. Pure contro questa ennesima presa in giro, domani l’Anief ha proclamato una giornata di stop lavorativo con corteo e Roma e manifestazione conclusiva davanti al Miur, nel giorno dell’avvio della XVIII legislatura.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Dopo la firma di CGIL, CISL, UIL che rappresentano il 66% dei lavoratori arriva quindi quella del Governo. Stiamo parlando di aumenti tre volte sotto l'inflazione nel 2018, con circa seimila euro di arretrati svaniti nel nulla, persino sotto quella che sarebbe stata l'indicizzazione della vacanza contrattuale, contro cui abbiamo non a caso fatto ricorso forti del parere della Consulta. L’irrisorietà delle somme concordate diventa ancora più tangibile se si pensa che sono pari a 15 punti, complessivamente, gli aumenti del settore privato registrati negli ultimi dieci anni e anche rispetto al nuovo salario minimo (TEM) pattuito con Confindustria. A pesare negativamente ci sono poi gli scatti bloccati: sia per i giovani, sia per chi è avanti nella carriera. Noi a queste condizioni a perdere non ci stiamo. Con il prossimo contratto, appena Anief diventerà rappresentativa a seguito del rinnovo delle Rsu previsto tra meno di un mese, o si allineano gli stipendi almeno all'inflazione oppure non si firma: un accordo si sottoscrive se si rispetta la Costituzione.
Nuova vittoria targata Anief presso il Tribunale del Lavoro di Reggio Emilia che accoglie il ricorso promosso dai nostri legali al fine dell'immediato e integrale riconoscimento del servizio svolto durante il precariato nella ricostruzione di carriera. Ancora possibile aderire gratuitamente ai ricorsi Anief.
Anche il Tribunale del Lavoro di Reggio Emilia riconosce l'evidente discriminazione posta in essere dal Miur a discapito dei lavoratori con anni di precariato alle spalle cui non riconosce per intero gli anni di servizio a tempo determinato all'atto della ricostruzione di carriera in aperta violazione della Direttiva 1999/70/CE. Con una sentenza esemplare, ottenuta dall'Anief su ricorso patrocinato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Irene Lo Bue, il Giudice del Lavoro riconosce la palese violazione della normativa comunitaria e impone al Miur non solo di risarcire una docente con gli arretrati mai corrisposti, ma anche di “inquadrare la ricorrente nella fascia stipendiale corrispondente all’esatta ricostruzione sulla base del riconoscimento dell’intera anzianità di servizio prestata pre ruolo”, in tal modo applicando alla docente, immessa in ruolo sono nel 2012, la precedente contrattazione economica che prevedeva il cosiddetto “gradone” stipendiale 3-8. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Il servizio svolto durante il precariato, senza alcun dubbio, concorre a incrementare il bagaglio e l'esperienza professionale del docente e non può essere soggetto a discriminazione o a minore valutazione rispetto a quello svolto con contratti a tempo indeterminato, neanche all'atto della ricostruzione di carriera. Con la rappresentatività ci batteremo perché questa e altre illegittimità vengano superate”.
Lo chiede a gran voce il sindacato Udir che sosterrà in tutte le sedi l’avvicinamento a casa prima ancora dell’assegnazione delle reggenze, a partire dei capi d’istituto campani immessi in ruolo a seguito della procedura concorsuale pubblicata con D.D.G. del 13 luglio 2011. È bene, perché ciò avvenga, che con il nuovo contratto si rispetti la quota riservata del 30%, la quale invece negli ultimi due anni è stata tenuta al di sotto di questa percentuale per favorire lo scorrimento della graduatoria relativa al vecchio concorso. In subordine, per i capi d’istituto campani che non dovessero rientrare in tale “movimento”, sarebbe anche utile ottenere un trasferimento nelle regioni limitrofe: l’eventualità consentirebbe loro di avvicinarsi comunque alle famiglie, dopo che per un triennio sono state affrontate ingenti spese per i viaggi e gli alloggi posti in località dove il costo della vita risulta decisamente alto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Questi dirigenti campani hanno ragioni da vendere, perché non è possibile che vi siano dei posti vacanti e vengano assegnati in reggenza oppure conferiti ai neo-assunti: va quindi assicurata l’intera percentuale di posti prevista per legge, garantendo tale diritto nero su bianco all’interno del contratto nazionale della prossima mobilità. La priorità per noi è che il rientro dei vincitori dell’ultimo concorso nelle regioni di loro richiesta, laddove vi siano posti vacanti e disponibili, si realizzi prima dell’assegnazione delle reggenze. Lo chiederemo in tutte le sedi possibili.
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