La protesta sta creando seri problemi alla didattica, nel giorno del ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie, a causa dell’adesione da parte di un’alta percentuale di maestre e maestri della scuola dell’infanzia e primaria, come protesta massima contro la decisione del Consiglio di Stato di negare alle maestre e ai maestri precari con diploma magistrale ante 2001/02 di essere presenti nelle GaE. Inoltre, a Roma si sta svolgendo un sentito sit in davanti al Ministero dell’Istruzione; in mattinata una delegazione Anief, capitanata dal suo presidente nazionale Marcello Pacifico, e dei cobas salirà presso le stanze del Miur. Anche in altre sei città, diversi manifestanti Anief si sono radunatidavanti gli Uffici Scolastici Regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari.
La protesta nasce per sostenere la richiesta inoltrata dall’Anief al Governo di adottare un decreto legge urgente che nelle more dell’attuazione della nuova formazione iniziale e reclutamento, a seguito della sentenza dell’adunanza plenaria, riapra per la terza e ultima volta le graduatorie ad esaurimento per il personale docente abilitato e confermi nei ruoli i docenti già assunti con riserva. Così da garantire la continuità didattica ma anche l’assunzione per merito, la parità di trattamento, la ragionevolezza nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro nei due ambiti scolastici. Sono dieci i punti della piattaforma predisposti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La richiesta di un decreto legge è legittima e necessaria. Già due volte, infatti, il Parlamento, nel 2008 (Legge 169) e nel 2012 (Legge 14), ha riaperto le attuali graduatorie permanenti trasformate ad esaurimento (Legge 296/06) al personale docente in possesso di abilitazione. A fronte di un nuovo sistema di reclutamento, grazie al decreto legislativo 59/2017, e alla discutibile sentenza dell’adunanza plenaria, oggetto di nuovo contenzioso, è arrivato il momento di riaprirle per la terza e ultima volta. Anche perché in molte province le GaE sono esaurite, pure in presenza di personale abilitato a cui non è stato consentito l’inserimento. Mentre in molti casi, gli stessi 44 mila diplomati magistrale inseriti con riserva nelle GaE e i 6 mila assunti in ruolo con riserva, quand’anche saranno licenziati per effetto del giudizio di merito orientato dalla sentenza plenaria, si ritroverebbero dopo un ‘balletto’ di supplenze a essere richiamati come precari, con grave danno alla continuità didattica. Solo che un titolo di studio, se è considerato abilitante e valido per insegnare come supplente, non può non valere per essere assunto in ruolo.