I sistemi di rilevazione automatica delle presenze del personale che attraverso il decreto Concretezza il Governo vorrebbe approvare nella PA, compresa la scuola, con il beneplacito del Parlamento, contengono delle disposizioni eccessive, ridondanti e anti-europee.
A sostenerlo è il Servizio Studi dei due rami parlamentari, che nella stesura del Dossier specifico sugli “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, il decreto n. 920-B in questo momento all’esame del Senato dopo il via libera della Camera, ha ricordato la posizione espressa sul tema dal ‘Garante per la protezione dei dati personali’, secondo il quale non è “conforme al canone di proporzionalità, come declinato dalla giurisprudenza europea, l’introduzione sistematica, generalizzata e indifferenziata per le pubbliche amministrazioni di sistemi di rilevazione delle presenze tramite identificazione biometrica”.
Marcello Pacifico (Udir): Prima di produrre un notevole inutile aggravio all’erario e rischiare di bloccare l’utilizzo dei più moderni sistemi di rilevazione automatica per via dell’intervento dei giudici, il Governo farebbe bene a compiere subito un passo indietro.
Continua a tenere banco il Def 2019, il Documento di Economia e Finanza che programma le attività politico-economiche dei prossimi anni appena approvato dal Governo. Il documento è finito sotto la lente delle commissioni parlamentari di competenza e l’on. Luigi Gallo, del M5S, presidente della VII Commissione della Camera, non ha lesinato critiche alla parte del testo che riguarda l’Istruzione pubblica nazionale: con un video su Facebook, è intervenuto a gamba tesa, ribadendo le impellenze del mondo della formazione, di cui però nel Def non c’è traccia. Marcello Pacifico (Anief): Temiamo fortemente che le indicazioni della Commissione Cultura della Camera non abbiamo alcun seguito, mentre si andranno a toccare gli organici del personale, approfittando della riduzione delle nascite e quindi del numero di alunni.
Come annunciato dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, a maggio sarà bandito il concorso ordinario per infanzia e primaria al quale potranno accedere anche coloro che non hanno ancora maturato servizio presso le scuole
La soluzione trovata in VII Commissione di Montecitorio, quella di introdurre il voto in pagella senza trasformarla in materia, è confusionaria e non serve. Anief lo aveva detto in Parlamento: bisogna ripristinare almeno due ore in più obbligatorie e ridare dignità a una materia fondamentale per costruire un cittadino italiano in Europa.
Il compromesso raggiunto in Commissione cultura alla Camera sul testo “verrà votato in Aula a partire dal 29 aprile e potrebbe essere approvato prima delle elezioni europee”. Marcello Pacifico (Anief): La norma non è utile nonostante il dibattito sia stato ampio e le intenzioni di tutte le forze politiche erano unanimi; l’accordo raggiunto è come una montagna che ha partorito il topolino.
La nostra struttura copre tutte le regioni italiane.
Siamo presenti in tutte le province.