Uno studio nazionale sui dati del Dipartimento Politiche Sviluppo, riguardanti il periodo 1996-2012 su tutti i cicli scolastici, dalla pre-infanzia alle superiori, confermano che le affermazioni secondo cui «non bisogna mai disinvestire sull’istruzione» sono pura retorica. A pesare in negativo sul mancato sviluppo per gli investimenti a favore dell’istruzione, in particolare, l’entrata in vigore il Patto di stabilità interna (2001) e i tagli draconiani operati tra il 2008 e il 2009 dai ministri dell’Economia Giulio Tremonti e al Miur Mariastella Gelmini.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): i risultati sono in linea con quelli dell’Ocse, secondo cui l’Italia rimane l’unico Paese dell’Ocse che nell’ultimo ventennio non ha aumentato la spesa per i nostri alunni. E il futuro non promette nulla di buono: con la Legge di Stabilità 2015 per il Miur sono in arrivo 1 miliardo e 411 milioni di ulteriori tagli nei soli prossimi tre anni.