Il ddl Damiano, al vaglio in questi giorni della Commissione Lavoro alla Camera, prevede flessibilità in uscita permettendo il pensionamento già a 62 anni con 35 anni di contributi e penalizzazioni dell’8% (una sorta di quota 97) sull’assegno pensionistico, già ridotto all’osso: per più di quattro pensionati su dieci l'assegno non arriva neppure a mille euro al mese. Nel comparto istruzione la situazione è da allarme rosso: turn over ridotto ai minimi termini, pur con l’età media dei docenti ormai più alta di tutti.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): da quota 96 si sta andando verso quota 120 e forse più. È inammissibile, ancora oggi in Germania si ha diritto all’assegno di quiescenza con soli 27 anni di contributi e senza riduzioni. E non dimentichiamo che in Italia si continua a violare il principio della parità retributiva, anche perché lo Stato paga soltanto contributi figurativi, mentre trattiene una quota nelle buste paga per corrispondere le pensioni. Noi, però, non ci stiamo.