La legge sull’autonomia differenziata, approvata a metà giugno, infiamma il dibattito politico. Da una parte il ministro Roberto Calderoli, scrive oggi la stampa specialistica, preme sull’acceleratore per dare rapida attuazione alla legge 86/24, con l’obiettivo di avviare le trattative con Veneto, Lombardia e Piemonte; dall’altra, però, emergono forti preoccupazioni per un possibile aumento delle disparità tra Nord e Sud del Paese. Le proteste arrivano soprattutto dal Mezzogiorno: il governatore della Puglia, Michele Emiliano, denuncia il rischio di un esodo di medici, infermieri e insegnanti verso le regioni più ricche, attratti da stipendi più alti; l’ex presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, critica la richiesta di autonomia su scuola e sanità, definendola “un errore gravissimo” che rischia di creare “20 pubbliche istruzioni diverse”.