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“I lavoratori della scuola italiana non possono essere trattati come dipendenti di serie B: non solo si ritrovano uno stipendio abbattuto letteralmente dell’inflazione che nell’ultimo 15ennio ha sfiorato il 30%, a fronte di aumenti stipendiali di circa il 13,5%, c’è chi si ritrova anche senza contratto, dopo avere prestato servizio su posti fondamentali per portare avanti progetti centrali per il Governo come il Pnrr, l’Agenda Sud e la lotta alla dispersione scolastica”. Lo dichiara oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, appellandosi al Ministero dell’Istruzione e del Merito perché si “prolunghino almeno fino al 30 giugno prossimo tutti i contratti Pnrr e Agenda Sud attraverso fondi del Governo. La scuola non può aspettare”, dice ancora il sindacalista.
A quanto ammonta il ritardo delle buste paga dei dipendenti pubblici rispetto al reale costo della vita? L’Ufficio Studi Anief ha realizzato il conteggio: analizzando l’ultima pubblicazione del Dipartimento del Tesoro sul tasso d’inflazione programmata e dei prezzi al consumo per le famiglie dei lavoratori - riportato nei documenti programmatici e in particolare nel Documento di economia e finanza (Def) e aggiornato nella successiva nota di aggiornamento (Nadef) – il giovane sindacato ha calcolato che tra il 2009 e il 2024 la differenza tra il galoppare dell’inflazione e il lento movimento degli stipendi è del 15,72%. “Negli ultimi 15 anni il costo della vita è aumentato del 29,2%, contro il 13,48% dell’incremento delle buste paga – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – e sui dipendenti dello Stato pesa come un macigno il blocco decennale, fino al 2018, di vuoto contrattuale”.
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