“La perdita del diritto alle ferie ed alla corrispondente indennità sostitutiva alla cessazione del rapporto di lavoro può verificarsi solo nel caso in cui il datore di lavoro abbia invitato il lavoratore a godere delle ferie ovvero abbia avvisato lo stesso che, in caso di mancata fruizione delle stesse, tali ferie andranno perse al termine del periodo di riferimento”: in assenza di questo esplicito invito da parte del dirigente, il dipendente con il termine del rapporto di lavoro ha pieno diritto a farsi pagare i giorni di ferie non goduti, quindi il Ministero “in applicazione dell'art. 7 della direttiva 2003/88, oltre che dell’art. 36 Cost., non può che essere condannato al pagamento di un’indennità finanziaria per le ferie annuali non godute”.
In Italia gli stipendi dei docenti e del personale Ata risultano tra i più bassi rispetto alla media europea, tuttavia da un recente studio internazionale, realizzato da Ocse Talis e diffuso da Invalsi, risulta che c’è chi sta peggio di noi, soprattutto ad inizio carriera e dopo 15 anni di anzianità: con 28.113 euro di stipendio medio annuo, il compenso mensile dell’insegnante italiano produrrebbe un potere di acquisto accettabile. Il gap si evidenzia invece a fine carriera. Avvicinandosi al pensionamento, quando i docenti arrivano a percepire in media poco più di 40.000 euro annui, il potere d'acquisto dei nostri insegnanti si affloscia, soprattutto se consideriamo i 48.876 euro della Spagna, i 55.497 euro del Portogallo, i 60.947 euro dell'Austria, per non parlare dei Paesi nordici dove si arriva anche a 100.000 euro. In un contesto così difficile, è chiaro che si deve fare del tutto per innalzare lo stipendio. Anche attraverso il giudice del lavoro.
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Sono state pubblicate le convocazioni per le prove orali e pratiche. Ancora non si conoscono gli esiti complessivi, anche se il risultato è comunicato il giorno stesso della prova orale. Si consiglia di controllare sempre la casella di posta per eventuali aggiornamenti.
Il 7 maggio si è tenuta una nuova riunione informativa sui bandi di concorso riservati agli insegnanti di religione cattolica. Saranno due i bandi per l’assunzione a tempo indeterminato di 1.928 insegnanti di religione cattolica, suddivisi tra scuole dell’infanzia e primaria (927 posti) e scuole secondarie (1.001 posti).
Per accedere alla Carta del docente i supplenti devono avere svolto “almeno 5 mesi (150 giorni) di prestazione lavorativa nell’anno scolastico, pari all’entità minima della prestazione di un docente di ruolo part-time”: lo ha ribadito il 2 maggio il Tribunale di Padova nel risarcire una insegnante che, difesa dai legali Anief, ha presentato ricorso per la mancata assegnazione nei suoi confronti della card di aggiornamento annuale pari a 500 euro invece dati ai colleghi di ruolo.
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