L’importo annuale della Carta del docente non dato dall’amministrazione agli insegnanti precari va dato e anche “maggiorato di interessi o rivalutazione dalla data del diritto all’accredito alla concreta erogazione”: a sostenerlo è il tribunale di Roma nel condannare il Ministero a risarcire una docente non di ruolo che tra il 2021 e il 2024 ha svolto delle supplenze annuali senza vedersi riconoscere i 500 euro annui per la formazione e l’aggiornamento professionale previsti dalla Legge 107/15. All’insegnante, il giudice ha dunque deciso di fare avere non solo i 1.500 euro della Carta del docente ma anche gli interessi maturati nel frattampo.