Gli insegnanti precari con supplenza annuale sono “comparabili con i docenti in ruolo” e hanno quindi pieno diritto ad accedere alla Carta del docente che garantisce “sostegno alla didattica annua” attraverso uno “speciale beneficio” che anche il legislatore ha voluto mai sottrargli: lo scrive il Tribunale di Vicenza, prima sezione Civile, citando la Cassazione, a seguito dell’esame del ricorso presentato dai legali Anief in difesa di una docente a cui per tre anni (2019/2020, 2021/2022 e 2023/2024) è stata negata la card per l’aggiornamento professionale, malgrado avesse “ricevuto incarichi annuali (termine al 31.8) o incarichi fino al termine delle attività didattiche (30.6)”.
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La Carta del docente va data certamente agli insegnanti precari, anche se hanno svolto una sola supplenza annuale. A deciderlo è stato il giudice del lavoro di Verona, che ha accolto il ricorso proposto dai legali che operano per Anief in difesa di una insegnante che nell‘ottobre 2023 ha firmato un contratto annuale senza però vedersi corrispondere la card da 500 euro per l’aggiornamento professionale invece garantito ai colleghi docenti già di ruolo. Quindi, il giudice ha condannato il Ministero a risarcire la docente dell’importo L’importo di € 500”, che “deve essere maggiorato degli interessi o rivalutazione, secondo i criteri dettati dall’art. 22, comma 36, della L. n. 724 del 1994, dalla data del diritto all’accredito sino alla concreta attribuzione”.
“Secondo il Presidente della Repubblica, gli insegnanti fanno parte di quella schiera di italiani che lavorano e fanno il bene della società rispettando e insegnando le regole: vanno presi come esempio di cittadini che lavorano e che sono ogni giorno chiamati ad agire per vincere indifferenza e rassegnazione. Sarebbe bene che la politica risponda subito al Capo dello Stato, supportando docenti e personale: la scuola è pronta”. A dirlo è stamani Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, a commento dei riferimenti alla scuola fatti dal Capo dello Stato Sergio Mattarella durante il decimo discorso di fine anno.
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“Nella scuola abbiamo più di 235 mila lavoratori con oltre 60 anni di età, che hanno quindi in media tra i 40 e i 50 anni più degli alunni: si tratta di uno dei gap generazionali più alti a livello mondiale ed è un record che non fa bene all’apprendimento dei giovani in formazione. Perché non possono andare in pensione con il massimo dei contributi, come avviene normalmente per il personale delle forze armate e di polizia?”. A chiederlo è oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, dopo che la petizione online avviata dal sindacato per chiedere il pensionamento del personale scolastico a 60 anni con riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria ha superato le 80 mila adesioni.
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