Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale, nella Serie Generale n.97 del 27-04-2022, le deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia che il 6 aprile scorso il Senato aveva approvato con il sì definitivo al DDL n. 2459 e il via libera alla Legge 32/2022: si tratta del cosiddetto “Family Act”, contenente una serie di misure che facendo proprie alcune direttive europee “estendono i diritti dei lavoratori e che introducono misure per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro”. La legge, che entrerà in vigore il 12 maggio prossimo, delega il Governo (entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della legge attraverso appositi decreti legislativi) a esercitare la funzione legislativa, tra le altre, anche sull’adozione, il riordino e il potenziamento di disposizioni volte a sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie: tra le novità c’è il congedo obbligatorio per i padri lavoratori, che introdotto con la legge n. 92 del 2012 viene concesso ancora oggi – per volontà della Funzione Pubblica - solo ai lavoratori del settore privato.
Il nuovo PEI è legittimo. Il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar del Lazio. Ricordiamo che il tribunale amministrativo con sentenza n. 9795 del 14 settembre 2021 ha bocciato il decreto Interministeriale (Istruzione ed Economia) numero 182 del 2020 recante l’adozione del modello nazionale di PEI e delle correlate linee guida, nonché modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità.
Con la sentenza del Consiglio di Stato che, di fatto, annulla la precedente sentenza del TAR Lazio esprimendosi solo sull'aspetto formale per cui il TAR Lazio aveva annullato l'intero decreto interministeriale n. 182/2020, appare evidente che ora sia necessario un intervento “a valle” della procedura e, quindi, come chiarito dallo stesso Consiglio di Stato, “attraverso la mediazione di un provvedimento applicativo, che renda attuale l’eventuale pregiudizio, radicando l’interesse alla reazione in sede giurisdizionale”. Marcello Pacifico (Anief): “Il Consiglio di Stato non si esprime sui gravi motivi per cui il TAR aveva ritenuto illegittimo il Decreto in quanto lesivo degli interessi degli alunni con disabilità, ma rimanda ai singoli provvedimenti attuativi dello stesso per la valutazione della sua illegittimità, dunque come sindacato non ci tireremo indietro e con la nostra iniziativa “Sostegno: non un'ora di meno!” tuteleremo tutte le famiglie con azioni legali mirate e gratuite”.
A un insegnante che svolge dei periodi di supplenza con il titolo idoneo all’insegnamento va corrisposto il punteggio pieno e ciò a prescindere dalla graduatoria di appartenenza: lo ha stabilito il Tribunale di Venezia, sezione per le controversie di Lavoro, che ha accolto la tesi dei legali Anief e cancellato la decurtazione di 22 e 11 punti sottratti illegittimamente a un ITP, insegnante tecnico pratico, il punteggio di servizio maturato negli anni scolastici 2017/2018 e 2018/19 a seguito dell’esito di sentenze che lo ricollocavano, a seconda dell’esito, in diverse fasce d’Istituto. La decisione del Consiglio di Stato di inserire il docente in terza fascia non avrebbe dovuto infatti penalizzare lo stesso ITP.
Sono passati 6 mesi dalla chiusura della scuola italiana ad Asmara, la più antica e prestigiosa istituzione scolastica statale del nostro Paese in uno Stato estero: 6 mesi di silenzio e indifferenza, gli stessi che hanno prodotto i politici italiani, i sindacati tradizionali, il Governo, i diplomatici nei giorni in cui è stato deciso, quasi di nascosto, di far calare il sipario su una struttura sopravvissuta in Eritrea per oltre un secolo a periodi ben più difficili della pandemia da Covid. Alla base della decisione vi sarebbe il ritiro da parte dell’Eritrea della licenza della scuola a operare in territorio eritreo e la disdetta dell’accordo tecnico del 2012: il Governo italiano ha spiegato, a suo tempo, rispondendo e più interrogazioni, che la decisione della completa chiusura della scuola va senz’altro addebbiata in toto all’Eritrea e al Presidente Afeworki, che hanno attuato il loro piano di nazionalizzazione delle scuole straniere presenti sul suo territorio. Tutte le iniziative diplomatiche avviate nel frattempo non hanno sortito alcun risultato.
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