Il massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell'amministrazione pubblica, farà conoscere la sua decisione rispetto alle misure monocratiche urgenti avverso le prime ordinanze cautelari respinte dal Tar del Lazio: in ballo, c’è il destino di un lungo elenco di docenti laureati, di insegnanti tecnico pratici e di diplomati magistrali a indirizzo linguistico.
Il giovane sindacato, ricorda al Miur di spostare in avanti il calendario delle prove scritte. I problemi di formazione delle commissioni d’esame, con migliaia di presidenti e commissari ancora da nominare, e la ricalendarizzazione nelle ultime ore degli elenchi dei candidati, sono motivi più che sufficienti per far slittare l’avvio delle prove dopo il 12 maggio. Ciò permetterebbe, inoltre, di conoscere il primo giudizio di merito, sebbene ancora nella fase cautelare, della giustizia amministrativa. Evitando, in tal modo, probabili richieste di rifacimento delle prove appena svolte.
Marcello Pacifico (presidente Anief): se i giudici di Palazzo Spada ci daranno ragione, i nostri legali torneranno al Tar del Lazio per chiedere di rivedere la loro posizione e ammettere tutti i ricorrenti, come già accaduto con i colleghi già di ruolo. Anche in caso di esito negativo, comunque, siamo pronti a rivendicare la rinnovazione delle prove scritte, in occasione della prima Camera di Consiglio utile, visto che comunque la normativa vigente, laddove esclude alcune categorie di candidati, è stata già ritenuta incostituzionale.
Ha preso il via oggi la settimana decisiva per le sorti di migliaia di candidati non ammessi dal Miur al concorso a cattedra: nei prossimi giorni, infatti, il Consiglio di Stato farà conoscere la sua decisione rispetto alle misure monocratiche urgenti avverso le prime ordinanze cautelari respinte dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio riguardanti un lungo elenco di docenti laureati, di insegnanti tecnico pratici e di diplomati magistrali a indirizzo linguistico.
“Se i giudici di Palazzo Spada – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - dovessero accogliere le richieste prodotte, i legali dell’Anief saranno pronti a tornare al Tar del Lazio per chiedere di rivedere la loro posizione a proposito della pertinenza dell’accesso dei candidati alle prove scritte del concorso, al fine di ammetterli come già accaduto con i colleghi già di ruolo, anche loro inizialmente esclusi dalla procedura concorsuale, violando gli articoli 3, 4, 51 e 97 della Costituzione”.
“Anche in caso di esito negativo, comunque, non sarà detta l’ultima parola per il destino dei tanti aspiranti docenti esclusi. Perché il nostro giovane sindacato chiederà la rinnovazione delle prove scritte, in occasione della prima Camera di Consiglio utile, visto che comunque la normativa vigente, laddove esclude alcune categorie di candidati, è stata già ritenuta incostituzionale: la logica vorrebbe, dunque, che le richieste di ammissione alle prove scritte siano accettate per tutti i candidati, al fine di non compromettere l’intera procedura concorsuale”, conclude il presidente nazionale Anief.
Il giovane sindacato, ribadisce poi la necessità di spostare in avanti il calendario delle prove scritte. I problemi di formazione delle commissioni d’esame, con migliaia di presidenti e commissari ancora da nominare, e la ricalendarizzazione nelle ultime ore degli elenchi dei candidati, in base all’ordine alfabetico dei cognomi dei candidati e non quello anagrafico (inizialmente utilizzato), appaiono come motivi più che sufficienti per far slittare di due settimane l’avvio delle prove. Che quindi dovrebbero prendere il via subito dopo la conclusione di quelle dell’Invalsi, ovvero non prima del 12 maggio prossimo. Ciò permetterebbe, inoltre, di conoscere il primo giudizio di merito, sebbene ancora nella fase cautelare, delle Camere di Consiglio del massimo organo di consulenza giuridico-amministrativa e di tutela della giustizia nell'amministrazione pubblica. Evitando, in tal modo, le probabili richieste di rifacimento delle prove appena svolte.
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