La materia è disciplinata dall'articolo 12 del Dpr 9 maggio 1994 n. 487 che prevede che le commissioni esaminatrici, alla prima riunione, stabiliscano i criteri e le modalità di valutazione delle prove concorsuali, da formalizzare nei relativi verbali, al fine di assegnare i punteggi relativi alle singole prove. Sul punto la giurisprudenza è consolidata: anche la Suprema Corte di cassazione a sezioni unite con la sentenza n.14896 del 21 giugno 2010 ha ribadito che "la commissione esaminatrice è tenuta per legge a far precedere la correzione e le singole valutazioni da una sintesi delle proprie ipotesi valutative”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): pure il decreto ministeriale che regola il concorso, pubblicato a fine febbraio, ha ribadito che i docenti devono fornire agli alunni, in maniera chiara e trasparente, su cosa saranno valutati. Ma il caos organizzativo potrebbe ancora non aver toccato il fondo: perché se il giudice d’appello dovesse dar ragione ai tanti docenti ricorrenti, laureati, Itp, con diploma magistrale linguistico e altre tipologie ancora, per il Tar Lazio sarà inevitabile mutare il precedente orientamento negativo e ordinare, di conseguenza al Miur, la partecipazione degli esclusi.
“Il Ministero dell’Istruzione ha facoltà di smentire, ma è un dato di fatto che l’organizzazione del concorso a cattedra, iniziato oggi con le prime prove scritte, prive di griglie valutative, lascia molto a desiderare e nei prossimi giorni la situazione potrebbe diventare ancora più caotica, qualora dovesse arrivare il via libera dei giudici per l’accesso di tanti candidati illegittimamente esclusi”. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, commenta con queste parole i fatti di cronaca che hanno contrassegnato il giorno d’esordio dell’atteso concorso nazionale che entro un triennio dovrebbe portare in cattedra oltre 63 mila nuovi insegnanti.
La stampa specialistica riporta che “a Roma e in Sicilia alcuni candidati hanno chiamato i Carabinieri”. Le forze dell'ordine sarebbero state “chiamate per mettere a verbale la mancanza della commissione e delle griglie di valutazione, perchè mancano i verbali”. Chi conosce il mondo dell’istruzione, sa che “nel concorso 2012 – scrive Orizzonte Scuola - i criteri per la stesura delle griglie di valutazione da parte delle commissioni furono emanati dal Ministero prima della prova scritta, in modo da permettere ai candidati di avere almeno dei parametri generali ai quali riferirsi. Poi magari ogni commissione avrà fatto storia a sè, ma una indicazione ministeriale c'era stata. E in ogni caso alle richieste dei candidati, portate avanti dal M5S, lecite o meno, non è stata mai fornita una risposta ufficiale da parte del Ministero”.
Quella della mancanza delle griglie di valutazione è quindi una verità. Che potrebbe anche comportare strascichi in sede giudiziaria. Ed è direttamente collegata con la mancanza dei commissari preposti per legge al regolare svolgimento delle prove. La materia è disciplinata dall'articolo 12 delDpr 9 maggio 1994 n. 487che prevede che le commissioni esaminatrici, alla prima riunione, stabiliscano i criteri e le modalità di valutazione delle prove concorsuali, da formalizzare nei relativi verbali, al fine di assegnare i punteggi relativi alle singole prove.
Sul punto la giurisprudenza è consolidata. La Suprema Corte di cassazione a sezioni unite con la sentenza n.14896 del 21 giugno 2010 ha ribadito che "la commissione esaminatrice è tenuta per legge a far precedere la correzione e le singole valutazioni da una sintesi delle proprie ipotesi valutative (i criteri di cui all'articolo12 del Dpr 487/1994). In caso contrario, senza criteri numerici prefissati, la valutazione è illegittima.
“E non essendo state completate le commissioni, in alcuni casi nemmeno in minima parte perché i posti di presidenti e commissari ancora tutti da assegnare, non ci possono essere le griglie o i criteri di valutazione”, fa notare il presidente Anief. “Inoltre – continua Pacifico – è lo stesso decreto ministeriale n. 95, che regolamenta il concorso, che fa riferimento alla valutazione degli apprendimenti prevista dal Dpr 122/2009, dove appunto si ribadisce l'idea che i docenti devono fornire agli alunni, in maniera chiara e trasparente, su cosa saranno valutati”.
“Ma il caos organizzativo potrebbe ancora non aver toccato il fondo. Perché se il giudice d’appello dovesse dar ragione ai tanti docenti ricorrenti, laureati, Itp, con diploma magistrale linguistico e altre tipologie ancora, per il Tar Lazio sarà inevitabile mutare il precedente orientamento negativo e ordinare, di conseguenza al Miur, la partecipazione di tutti gli esclusi. Con conseguente ricalendarizzazione delle prove”, conclude il presidente Anief.
Per approfondimenti:
Nei concorsi pubblici è illegittima la valutazione numerica senza criteri prefissati (Sole 24 Ore del 10 marzo 2016)
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