La somma che la parte pubblica è disposta a mettere sul piatto prevede aumenti in busta paga di appena 10 euro: in pratica è appena lo 0,5%, rispetto al 9,6% dell’IPCA, l’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il conferimento di quell'indennità avrebbe permesso di non far scendere gli stipendi statali sotto l’inflazione. Ecco perché l’unica strada rimane il ricorso al tribunale del lavoro, in modo da sbloccare i valori dell’indennità di vacanza contrattuale che per legge prevede il pagamento annuale del 50% dell’aumento del costo della vita.
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Dopo sei anni di buio e dopo che la Consulta ha reputato illegittimo il blocco dei contratti e degli stipendi della PA, si apre uno spiraglio per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici: per dopodomani l’Aran ha convocato i sindacati, con l’obiettivo di trovare un’intesa sulla riduzione dei comparti pubblici da 11 a 4, e subito dopo di chiudere per il nuovo contratto fermo dal 2009. Ma su questo punto la distanza tra offerta e quanto dovuto, per legge, ai dipendenti statali rimane abissale: il Governo sarebbe disposto a mettere sul piatto una cifra ridicola, appena 300 milioni di euro, che equivalgono a circa 10 euro a lavoratore. Mentre, solo di arretrati, ai tre milioni di dipendenti pubblici vanno assegnati oltre 12 miliardi di euro: ad ognuno di loro devono infatti essere conferiti più di 4mila euro di mancata vacanza contrattuale. Che non possono essersi volatilizzati col tempo.
Il conto è presto fatto: oggi un impiegato pubblico, a partire dai 900mila docenti e Ata della scuola, il comparto più penalizzato della PA, percepisce in media meno di 1.500 euro di stipendio netti. Un adeguamento adeguato a coprire almeno l’incremento del costo della vita degli ultimi sei anni, dovrebbe prevedere un incremento in busta paga pari a 74 euro in più nel 2015 (+ 5%). A cui vanno aggiunti 4.159 euro di arretrati dal blocco dell’indennità di vacanza contrattuale, introdotta nel luglio 2008, più 1.010 euro a partire dal prossimo anno per altri 8 euro di aumento che equivale quasi ad una quattordicesima. Tecnicamente, la proposta che il Governo si appresta a fare ai sindacati equivale ad appena allo 0,5% di aumento, rispetto al 9,6% previsto dall’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione, quello che gli economisti chiamano l’Ipca.
Il sindacato ricorda che tutto è nato a seguito della Legge Tremonti 122/2010, che ha previsto il blocco dell’indennità fino al 2012; poi è arrivata la proroga del Governo Letta (DPR 122/2013) e dalla Legge di Stabilità 147/2013, confermata dal Governo Renzi con la Legge di Stabilità(190/14), che ha previsto il blocco dell’indennità di vacanza contrattuale, implicitamente anche degli stipendi, fino a tutto il 2018. Mentre, soprassedere al conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale significa non applicare la normativa vigente in materia di tutela retributiva del pubblico impiego, a partire dall’articolo 2, comma 35, della legge n. 203/2008, dalla legge finanziaria 2009 e anche le disposizioni previste dal Decreto Legislativo 150/09.
“La verità – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – è che dal 2010 doveva essere inserita in busta paga quell'indennità, che avrebbe permesso di non far scendere man mano gli stipendi statali sotto l’inflazione, sulla base dell'Ipca: si tratta del un nuovo incremento automatico, figlio di un modello contrattuale comune, valido per il settore pubblico e privato, che garantisce l'adeguamento salariale tenendo conto dell’indice di inflazione previsionale, in sostituzione del tasso di inflazione programmata. Ecco perché l’unica strada rimane il ricorso al tribunale del lavoro, al fine di sbloccare i valori dell’indennità di vacanza contrattuale che per legge prevede il pagamento annuale del 50% dell’aumento del costo della vita”.
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Per approfondimenti:
IPCA % |
50% da corrispondere sei mesi dopo il mancato rinnovo del contratto |
Anno |
Aumenti mensili in € |
Aumento annuale |
Somma aumenti annuali |
Totale arretrati per anno |
1,6 |
0,8 |
2010 |
12 |
156 |
156 |
|
2,9 |
1,45 |
2011 |
22 |
285 |
156 |
441 |
3,3 |
1,67 |
2012 |
26 |
333 |
441 |
774 |
1,3 |
0,65 |
2013 |
10 |
132 |
774 |
906 |
0,2 (DEF) |
0,1 |
2014 |
1,5 |
20 |
906 |
926 |
0,3 (DEF) |
0,15 |
2015 |
2,3 |
30 |
926 |
956 |
1,0 (DEF) |
0,5 |
2016 |
8 |
103 |
1.059 |
1.059 |
Ufficio studi Anief
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11 ottobre 2015
Ufficio Stampa Anief