I movimenti sugli ambiti territoriali, regionali e nazionali, attesi inutilmente per tutta la giornata di ieri, sono partiti a singhiozzo e con ventiquattro ore di ritardo. Con “i docenti infuriati e nessun segnale di vita da parte del Miur. Tanti i docenti che ancora non sanno dove sono stati collocati: il sistema informatico non appare efficiente. E difficilmente lo potrà diventare. Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo vivendo un prologo di una probabile sequela di errori negli spostamenti, con inevitabili code di reclami e ricorsi. L’aver messo insieme le varie fasi, B1, B2, B3, C e D, ha mandato in tilt il sistema, perché mescolando l’assegnazione di una sede definitiva per i neo assunti e la fase interprovinciale per i vecchi assunti su tutti i posti vacanti e disponibili, ha evidentemente bloccato l’apparato telematico del Miur basato su algoritmi. Per Anief, se questo è il cambiamento e se è così che si vuole cambiare la scuola italiana, allora non vi è alternativa al rimpianto delle vecchie maniere, quindi al ritorno alla domanda cartacea.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): chiediamo al Miur di spiegare i fatti, di fare chiarezza ed ammettere di aver fallito per l’ennesima volta. Qui non c’è in gioco il solo futuro di intere famiglie ma soprattutto, a poco più di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, il futuro di un intero sistema d’istruzione che in balia di accordi tra Governo e sindacati rappresentativi sta portando verso la rovina.
È proprio il caso di dire che è un silenzio assordante quello che è calato sui trasferimenti dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria, fasi B, C e D: i movimenti sugli ambiti territoriali, regionali e nazionali, attesi inutilmente per tutta la giornata di ieri, sono partiti con ventiquattrore ore di ritardo. Con “i docenti infuriati e nessun segnale di vita da parte del Ministero che avrebbe potuto comunicare lo slittamento”, commenta la stampa specialistica. Tanti docenti ancora non sanno dove sono stati collocati e il sistema informatico non appare efficiente. E difficilmente lo potrà diventare. Se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo vivendo un prologo di una probabile sequela di errori negli spostamenti, con inevitabile code di reclami e ricorsi.
Anief non può che rilevare che la continua ed estenuante attesa a cui è sottoposto il corpo docente per la pubblicazione degli esiti sulla mobilità, ne evidenzia il fallimento già annunciato: l’assegnazione del personale agli ambiti risulta infatti un’operazione altamente complessa e impraticabile. E il silenzio del Ministero ne è la conferma. L’aver messo insieme le varie fasi, B1, B2, B3, C e D, ha mandato in tilt il sistema, perché mescolando l’assegnazione di una sede definitiva per i neo assunti e la fase interprovinciale per i vecchi assunti su tutti i posti vacanti e disponibili, ha evidentemente bloccato il sistema telematico del Miur basato su algoritmi.
Il risultato è che, dalle informazioni che ci giungono, a Viale Trastevere, ma soprattutto nelle sedi periferiche e negli ambiti territoriali, i conti non tornano. Ad ogni pur minima correzione, salta l’intera mobilità. Perché una correzione in provincia di Caltanissetta, ne cambia le sorti dell’intera mobilità da Trieste a Ragusa. Eppure il Premier Renzi, l’aveva detto che questa benedetta “Buona scuola” piaceva solo a lui, aveva anche promesso di rivederla ma evidentemente per ragioni del tutto politiche che nulla hanno a che fare con la “Buona scuola” ha deciso assieme ai suoi discepoli di tirare dritto.
Per Anief, se questo è questo il cambiamento e se è così che si vuole cambiare la scuola italiana, allora non vi è alternativa al rimpianto delle vecchie maniere, quindi al ritorno alla domanda cartacea, che il funzionario del provveditorato valutava per singola pratica. Lo avevamo più volte denunciato, ma le organizzazioni sindacali rappresentative in accordo con il Governo hanno voluto comunque sottoscrivere un CCNI sulla mobilità che, a parte i vizi di incostituzionalità, pare non garantire l’effettivo diritto di ogni partecipante a questa mobilità straordinaria.
Miur e sindacati rappresentativi si sono resi artefici di un accordo sulla mobilità degli insegnanti che tratta il personale adottando due pesi e due misure. Il famoso comma 108 alla Legge n. 107/2015, che applica gli albi territoriali ai trasferimenti del personale docente, era infatti stato introdotto dal legislatore per garantire una mobilità straordinaria in risposta a un piano straordinario di assunzioni per garantire la possibilità di ricongiungersi alla famiglia e non certamente per discriminare una categoria di docenti rispetto all’altra.
Come si fa a pensare che il personale docente possa essere trattato in maniera differente se assunto in un anno scolastico (prima del 2014/2015) o nell’altro (2015/2016)? Oppure, venga sottoposto ad un trattamento diverso, se assunto nello stesso anno scolastico ma in mesi differenti (fasi 0/A o B/C)? E ancora di più, se assunto da una graduatoria di merito (GM) o da una ad esaurimento (GaE) ma su domanda volontaria? E come spiegare perché alcuni docenti non saranno spostati in un ambito territoriale (fase comunale e provinciale), quando l’organico dell’autonomia vale a livello comunale, provinciale, interprovinciale, o ancora, quando soltanto alcuni saranno spostati d’ufficio in un ambito territoriale (fase B) mentre altri negli ambiti territoriali di tutta Italia (fasi C/D)? Era così irrazionale che neanche l’algoritmo ministeriale ha retto, con i tecnici informatici in questo momento al lavoro per ovviare alle stranezze evidenziate dalla visione dei primi risultati che il cervellone ha emesso.
“È evidente - dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – che ancora una volta il Governo ha fallito il suo obiettivo. Noi non chiediamo scuse: non servirebbero a niente. Chiediamo al Miur innanzitutto di spiegare i fatti, di fare chiarezza. E di alzare bandiera bianca ed ammettere di aver fallito per l’ennesima volta. Qui non c’è in gioco il solo futuro di intere famiglie ma soprattutto, a poco più di un mese dall’inizio dell’anno scolastico, il futuro di un intero sistema d’istruzione che in balia di accordi tra Governo e sindacati rappresentativi sta portando verso la rovina. Prevediamo un inizio anno scolastico, con tutti i docenti in cattedra non prima del mese di dicembre: si cambia tutto per non cambiare nulla”.
Per Anief si sta toccando il fondo. Sarebbe opportuno, mai come in questo caso, che il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, la responsabile scuola del Partito Democratico Francesca Puglisi, e il sottosegretario Davide Faraone si rendano conto di ciò: in questi casi si dovrebbero presentare delle dimissioni immediate. E non come fa quest’ultimo, senza nessun pudore, che ancora oggi millanta soluzioni per la scuola italiana dichiarando “immissioni in ruolo tra agosto e settembre”:dopo i fatti di ieri ci vuole coraggio.
Per approfondimenti:
Giannini: «In tre anni la “supplentite” sarà curata» (Il Sole 24 Ore del 9 giugno 2016)
(Orizzonte Scuola del 13 luglio 2016)
Chiamata diretta, l’accordo Miur-sindacati in crisi nera prima ancora di essere sottoscritto
Chiamata diretta: trattativa fallita (Tuttoscuola del 14 luglio 2016)
Chiamata diretta, Anief porta il caso in Corte Costituzionale: partono i ricorsi dei docenti
Mobilità fasi B, C,D per infanzia e primaria, tutto tace (Orizzonte Scuola del 26 luglio 2016)