Le scuole sono ancora orfane di 100mila supplenti annuali, dei 32mila nuovi assunti, dei vincitori del concorso a cattedra, degli insegnanti individuati dai dirigenti scolastici attraverso la chiamata diretta. All’appello del primo giorno di scuola dei docenti, c’erano invece decine di migliaia di docenti, molti dei quali assunti lo scorso anno e collocati su ambito territoriale, che attendono speranzosi gli esiti dell’assegnazione provvisoria su organico di fatto. Tutte le operazioni dovrebbero concludersi entro il 15 settembre, ma difficilmente la data verrà rispettata.
Tali problematiche nazionali sono state affrontate oggi in occasione della visita di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, nei locali dell’Istituto Comprensivo Falcone di Palermo, presso cui manca ancora quasi la metà dei docenti di sostegno: oggi abbiamo visitato una scuola siciliana dove sono presenti solo dodici docenti di ruolo rispetto a 56 alunni disabili certificati, frequentanti un istituto collocato in un territorio “difficile” presso cui, però, in tre anni sono state aperte cinque sezioni grazie al lavoro di tutti gli operatori della scuola e all’apporto di chi crede nell’istruzione pubblica. Questo dimostra che la formazione dei giovani la fanno i docenti e il personale, non gli slogan del governo e le riforme piene di storture.
Oggi, con i collegi dei docenti in tutte le scuole d’Italia, è iniziato l’anno scolastico 2016/17, ma all’appello mancano ancora tanti insegnanti, in media uno su sei: le scuole sono infatti ancora orfane di 100mila supplenti annuali, più di un terzo dei quali su sostegno, dei 32mila nuovi assunti per coprire il turn over, dei vincitori del concorso a cattedra, visto che solo il 7% delle commissioni ha pubblicato le graduatorie definitive, e di tanti insegnanti che i dirigenti scolastici devono ancora nominare attraverso la nuova modalità della chiamata diretta su ambiti territoriali. Tanti docenti, invece, erano presenti nei collegi, ma di fatto con la “valigia” in mano, perché in attesa di ricevere la nomina annuale in una zona o una provincia diversa attraverso l’assegnazione provvisoria sui posti usciti con l’organico di fatto.
A complicare tutto quest’anno è stata la decisione del Ministero dell’Istruzione di concludere le operazioni di nomina entro il prossimo 15 settembre. Una data, tra l’altro, che difficilmente verrà rispettata, vista la mole di operazioni e procedure ancora da assolvere. Per non parlare dei tanti docenti inviati alle scuole ben diversi da quelli richiesti dagli stessi collegi dei docenti attraverso il Pof triennale. Nelle scuole, infine, devono ancora arrivare i 10mila Ata che il Miur ha annunciato di voler immettere in ruolo dopo due anni di blocco (dovevano essere 40mila).
“Sembra paradossale – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – ma la Legge 107/2015 non solo non ha vinto la ‘supplentite’, ma alla luce dei fatti l’ha addirittura aggravata. Infatti, continua a mancare nelle scuole 1 docente su 6. E molti docenti, tra sovrannumerari e collocati negli ambiti territoriali, in procinto di cambiare istituto, soprattutto sul sostegno dove vi sono oltre 36mila cattedre libere. La precarietà è anche aumentata tra il personale di ruolo, visto che i presidi devono ancora oggi terminare le operazioni di scelta dei docenti che hanno inviato loro il curriculum e che in certi casi hanno anche valutato attraverso i colloqui”.
“Abbiamo constatato tutto questo di persona, visitando oggi a Palermo l’istituto Comprensivo Falcone: è una una scuola particolare, perché collocata in un territorio difficile, dove il sacrificio per la giustizia e la volontà di tutti gli operatori della scuola hanno permesso l’apertura in tre anni di cinque nuove sezioni. Anche qui, purtroppo, si aspettano ancora i docenti di sostegno: ve ne sono solo dodici di ruolo, rispetto a 56 alunni certificati. Quindi ne mancano quasi la metà. In compenso, oggi - conclude il presidente Anief – abbiamo avuto conferma che la formazione dei giovani la fanno i docenti e il personale: non gli slogan del governo e le riforme piene di storture”.
Per approfondimenti:
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