L'Anief vince ancora una volta in tribunale e ottiene conferma del diritto degli insegnanti già di ruolo nella scuola Infanzia/Primaria, in caso di passaggio di ruolo alla scuola secondaria, al riconoscimento integrale dell'anzianità maturata nel ruolo precedente. Marcello Pacifico (Anief): “Abbiamo già evidenziato come le Sezioni Unite della Corte di Cassazione già nel 2016 si siano espresse sul punto in modo inequivocabile e assolutamente favorevole ai lavoratori per quanto riguarda i passaggi di ruolo da scuola Infanzia a secondaria, ma ancora il Ministero, nelle ricostruzioni di carriera, opera un computo illegittimo non riconoscendo affatto il servizio di ruolo svolto in precedenza a quanti ottengono il passaggio di ruolo nella secondaria e a volte, come in questo caso, neanche quello svolto nella scuola primaria. Auspichiamo che il Ministero recepisca quanto chiaramente stabilito dalla Suprema Corte”. Ancora possibile aderire allo specifico ricorso Anief.
Anche il Senato, dopo Montecitorio, dà il via libera al decreto legge n.111 del 6 agosto 2021 (il cosiddetto decreto Green pass scuola e trasporti) che aggiorna le misure di contenimento dell’epidemia da COVID-19 con particolare riferimento all’istruzione scolastica, all’università, ai trasporti e alle attività sociali. I sì sono stati 189, i no 31. Il decreto prevede che nell’anno scolastico in corso, l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della secondaria di primo e secondo grado e universitaria sarà svolta in presenza. Inoltre, dal 1° settembre il Green pass è obbligatorio per “tutto il personale scolastico del sistema nazionale di istruzione e universitario; per gli studenti universitari”, sempre che seguano le lezioni in presenza; allievi delle “istituzioni di alta formazione musicale e coreutica; coloro che svolgono attività di altre istituzioni di alta formazione collegate all’università.
Anief rileva che i numeri crescenti dei contagi in classe degli ultimi giorni non fanno ben sperare sulla realizzazione pratica della norma oggi approvata in via definitiva a proposito delle lezioni di svolgere in presenza: “La verità è che pensare di far tornare 8 milioni di alunni in classe per fare didattica è una missione impossibile da realizzare – sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché non vi sono le condizioni: nelle aule sono concentrati troppi alunni, peraltro in ambienti piccoli e senza aerazione meccanica. Gli stessi numeri, in decisa crescita di classi in quarantena, oltre 800 in pochi giorni, sono emblematici. Pensare che l’obbligo del Green Pass avrebbe potuto risolvere tutto è stato un errore strategico, le azioni da attuare erano altre”, conclude il presidente Anief.
Per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi docenti e studenti in quarantena sono “pochissimi”, ma i (primi) numeri lo smentiscono: lo scrive oggi la stampa specializzata, sostenendo che in questi giorni “si è completato il ritorno in classe”, ma “serpeggia tra gli addetti ai lavori la perplessità della tenuta del sistema”. Su La Repubblica si riportano le situazioni dei contagi in diverse regioni italiane: dall’Emilia Romagna (in quarantena sono i contatti stretti) passando per il Lazio che vorrebbe seguire questa linea (che comprende anche, in caso di tampone negativi per tutti gli altri il ritorno immediato a scuola). In Veneto, invece, a casa ci va solo il contagiato in modo tale da evitare la Dad generalizzata. In Toscana, invece, si prevede l’isolamento automatico per tutto il gruppo classe. Di fatto, è passata solo una settimana e il dato, rispetto all’anno scorso, è in aumento (erano 400 nello stesso periodo). “È lecito, dunque, pensare che si viaggi attorno alle 800 quarantene in tutta Italia”, dice Orizzonte Scuola.
“A pochissimi giorni dall’avvio dell’anno scolastico – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – si può dire con certezza che l’impegno preso dal Governo e dall’amministrazione scolastica centrale di far tornare tutti gli alunni in presenza e dire addio alla didattica a distanza è fallito prima di essere messo alla prova. Abbiamo già migliaia di alunni e studenti in quarantena e la stagione autunnale, con i primi freddi, che porterà i pericoli di contagio maggiori, deve ancora ancora arrivare. Noi lo diciamo, inascoltati, da mesi: si doveva agire sul distanziamento, facendo di tutto per tenere lontani gli alunni, riducendone quindi il numero per classe, aumentando la capienza delle aule e mettendo a disposizione delle scuole più personale. Non è stato fatto, si è puntato tutto sul Green Pass, pensando, a torto, che fosse la panacea di tutti i mali e che sarebbe bastato a proteggere dai contagi. A questo punto, considerando che non vi sono più i tempi per agire, speriamo che almeno chi governa la scuola si decida ad indirizzare su queste necessità i finanziamenti del Recovery Plan che si appresta a mandarci l’Unione europea. In caso contrario – conclude Pacifico – il fallimento sarà completo, anche per il futuro”.
Arrivano conferme sullo stato di pericolosità per la salute di tanti alunni che frequentano le nostre scuole pubbliche. Il XIX Rapporto ”Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola” presentato oggi da Cittadinanzattiva è incentrato proprio sull’alto numero di studenti concentrati nella stessa aula: si tratta dii oltre 450mila alunni che studiano in 17mila classi in gruppi superiori a 25 unità, a fronte di 366mila classi. Il problema è concentrato soprattutto nelle scuole superiori, dove il 7% delle classi è in sovrannumero, con le maggiori criticità nelle regioni più popolose come la Lombardia (con 1.889 classi over 25), l’Emilia Romagna (1.131) e la Campania (1.028). Inoltre sono 17.343, pari al 43% del totale, le scuole in zone ad elevata sismicità.
“In queste condizioni – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il ministero dell’Istruzione invece di chiedere al Governo e al Parlamento di cambiare le norme che regolano la formazione delle classi con assembramenti, si è limitato a concentrare l’attenzione sulle troppe classi con meno di 15 alunni. Quelle che, secondo i più autorevoli studi pedagogici e anche in base alle norme vigenti sulla sicurezza per l’incolumità delle persone e per la tutela della salute, sono invece la normalità. Invece di concentrarsi su questo aspetto, riducendo i numeri di alunni per classe e intervenendo per allargare gli spazi, considerano che in media abbiamo aule da 35 metri quadrati, i nostri governanti hanno puntato tutto sul Green Pass, un provvedimento illegittimo che non garantisce nulla sul fronte dei contagi, anche perché in possesso solo di un individuo ogni quattro-cinque che stazionano nelle nostre scuole, studenti compresi. Per salvare la situazione non rimane che prendere il treno del Recovery fund andando ad abbattere i parametri per l’autorizzazione delle classi, ad agire sulle strutture e sugli organici, andando a rinfoltire quelli dei docenti di 200 mila nuove unità e quelli degli Ata dei 50 mila cancellati negli ultimi anni”.
Si potrebbe allargare ad altri lavoratori della scuola, ma non a tutti, l’accesso al pensionamento a 63 anni tramite l’Ape sociale: per volontà dalla Commissione sui lavori gravosi, dal 2022 dovrebbero essere inclusi anche i maestri della scuola primaria e i collaboratori scolastici. Categorie che si andrebbero così ad aggiungere ai maestri della scuola dell’Infanzia e agli educatori degli asili nido. Disco rosso, invece, per tutti gli altri: nessun anticipo pensionistico, dunque, per i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, come pure per gli assistenti amministrativi, i tecnici, gli educatori e tutte le altre figure professionali: a costoro vanno applicati i parametri dell’ultima Legge Monti-Fornero, con uscita a 67 anni oppure con circa 42 anni di contributi versati. Nelle prossime settimane, i risultati prodotti dalla Commissione, presieduta dall'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, verranno sottoposti al vaglio del Governo e del Parlamento.
Anief apprezza senz’altro il coinvolgimento dei maestri della primaria e dei collaboratori scolastici nella nuova lista, che sulla base di criteri scientifici ha portato la Commissione lavori gravosi ha esteso dalle 15, sinora previste, a ben 43 professioni potenziali che presentano un indice combinato di malattie professionali e infortuni sopra la media: tutte attività che comportano mansioni “pesanti”, non solo a livello fisico, che comportano quindi la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro. Rimane da capire cosa ha portato gli esperti a escludere le altre professionalità della scuola.
“In realtà – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il lavoro all’interno di un istituto scolastico è tutto usurante. Vi sono delle dimostrazioni scientifiche che non fanno differenze sostanziali tra gli strascichi psicologici e fisici che comporta l’opera professionale in un istituto scolastico. A questo proposito, sono anni che chiediamo, anche per trasparenza amministrativa e pubblica, che i dati sulle malattie professionali vengano resi pubblici: ci dobbiamo accontentare di quelli svolti all’estero, dove è emerso che tutto i lavoratori della scuola, a partire dai docenti, sono vittime del burnout. È un dato provato, che ci ha convinto a chiedere nel nuovo contratto di lavoro la diaria da rischio biologico assegnata ad altre professionalità, come quelle mediche. Indennità a parte, rimane un dato di fatto che, anche per ringiovanire la categoria più vecchia al mondo, c’è l’impellenza di mandare in pensione chi lavora a scuola a 62 anni senza penalizzazioni. Ecco perché l’Ape Social va allargata a tutti i docenti e Ata”.