Legata alla sedia con lo scotch, presa a calci e ripresa con il telefonino dagli studenti della classe: la scellerata vicenda, che rimane grave anche dopo il tentativo di ridimensionamento dei genitori, è accaduta più di un mese fa in una scuola prima superiore. Dinanzi a certi accadimenti, ci si sarebbe aspettati una punizione esemplare, finalizzata anche a prevenire qualsiasi tipo di emulazione: invece la sanzione per gli studenti si è limitata ad “un mese di sospensione con l’obbligo di frequenza in aggiunta la pulizia dei cestini delle altre aule durante l’intervallo”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Non è davvero ammissibile ciò che è successo. L’aggressione nei confronti di un docente deve comportare l'espulsione immediata dello studente o degli studenti che si sono resi artefici di tale azione vergognosa. Inoltre, l’insegnante può persino valutare di denunciare questi giorni per oltraggio a pubblico ufficiale: quello che è stato fatto, se accertato, è un vero e proprio reato penale. Il primo fine del nostro lavoro è educare le generazioni del futuro: dobbiamo formare uomini e donne rispettosi e ricolmi di senso civico. Chi compie questi oltraggi deve essere espulso, senza se e senza ma: d'ufficio. E in tutto questo, le famiglie, dove sono? Perché escono allo scoperto solo ora, tentando di giustificare l’ingiustificabile? La verità è che i genitori dovrebbero collaborare, altrimenti episodi di questo genere non faranno che moltiplicarsi. La scuola da sola non ce la può fare.