Si tratta di una cifra altissima, in linea con il passato. Come da tempo indicato dal sindacato. La verità è, come gli altri anni, assisteremo al “balletto” delle cattedre. Con studenti e famiglie danneggiati. In barba alla continuità didattica e al buon senso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): anziché esaltarsi, il ministro farebbe bene a fare un passo indietro. Assieme al Governo, aveva promesso la fine delle supplenze, ma questi numeri dimostrano che non è in grado di gestire il Miur.
Anief lo sostiene da mesi, mentre il Governo continuava a dire, come un disco rotto, che la riforma avrebbe sconfitto il precariato scolastico. Oggi, per bocca del ministro Giannini, si è finalmente capito chi aveva ragione: “l'incidenza delle supplenze era del 12%, quest'anno arriviamo al 10%”, ha dichiarato il titolare del Miur. Siccome la matematica non è un’opinione, significa che a fronte di un milione di dipendenti della scuola, ben 100mila continuano ad essere supplenti. Ed è esattamente la cifra che il sindacato aveva indicato due mesi fa.
Si tratta di una cifra altissima, in linea con il passato. E che, come gli altri anni, produrrà un inizio di anno scolastico caotico e all’insegna del “balletto” delle cattedre. Anzi, la ‘supplentite’, come la definisce il premier Renzi, sarà aggravata dal fatto che anche i contratti di supplenza annuale, con scadenza 31 agosto 2015, per via del possibile approdo su quelle cattedre dei quasi 9mila neo-assunti attraverso la fase B, sono stati stipulati con la clausola “sino all’avente diritto”. Producendo non pochi cambi di docenti in corso d’anno, con studenti e famiglie sicuri danneggiati. In barba alla continuità didattica e al buon senso.
“Per noi l’ammissione odierna del ministro dell’Istruzione sulla presenza del 10 per cento di personale precario – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief – equivale ad una resa delle armi. Perché significa che la riforma della scuola ha fallito il suo obiettivo. Perché non inserendo nel piano assunzioni i docenti abilitati delle graduatorie d’Istituto ha ‘bruciato’ decine di migliaia di immissioni in ruolo. E, alla fine, saranno la metà gli stabilizzati, rispetto ai 150mila promessi inizialmente. Giannini, anziché esaltarsi, farebbe bene a fare un passo indietro: questi numeri dimostrano che non è in grado di gestire il Miur”.
Intanto, il sindacato non è stato di certo a guardare. Perché per vincere il precariato non servono i proclami, ma solo applicare le norme europee introdotte proprio per superare l’abuso di contratti a termine. Per questo motivo Anief continua ad informare periodicamente la Commissione Europea di questo stato di cose e a permettere di avviare i ricorsi per la stabilizzazione di tutti coloro che hanno svolto oltre 36 mesi su posto vacante. Come è in procinto di depositare al Tar i ricorsi dei 9mila docenti esclusi illegittimamente dal piano di assunzioni e di difendere tutti coloro che sono stati danneggiati dalla riforma 107/15”.
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