Invece di far decidere alle scuole autonome le discipline da potenziare, da Viale Trastevere arrivano indicazioni opposte: alle superiori, i collegi dei docenti dovranno limitarsi ad indicare una delle sette aree disciplinari prescelte a monte dall’amministrazione. Con effetti nefasti sulla didattica. Così si sovverte la logica della stessa riforma, che prevedeva finalmente l’attivazione di un organico funzionale alle scuole attraverso delle precise indicazioni degli insegnamenti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): per migliorare la scuola occorrono docenti esperti e abilitati nelle discipline chiamati ad insegnare. Utilizzare trucchetti ed escamotage per collocare i docenti a disposizione su cattedre non attinenti è solo un boomerang. Più giorni passano e più questa scuola si dimostra meno buona.
Con la Circolare 30549 sull'organico del potenziamento, utile all'attuazione delle 55mila assunzioni della fase C del piano assunzionale, il Miur tradisce la riforma e qualsiasi tentativo di introdurre la Buona Scuola: l’amministrazione, infatti, per gli istituti superiori limita il campo di scelta a sette ambiti disciplinari, definiti “campi di potenziamento dell'offerta formativa per le scuole di secondo ciclo”. Ed impone in questo modo alle scuole dei generici insegnamenti da integrare agli attuali organici, svincolandoli dall’abilitazione posseduta dai docenti da assumere. Mentre in una vera scuola dell’autonomia, la scelta delle discipline da potenziare sarebbe dovuta essere di esclusivo appannaggio dei collegi dei docenti, ai quali bisognava dare la possibilità concreta di indicare la specifica classe di concorso da assegnare al proprio istituto.
Il Miur, in sostanza, anticipa le scelte dell’organo collegiale deputato a formularle: dando per scontato che queste possano essere collocate in poche generiche macro-aree. Sovvertendo anche la logica della stessa riforma, che prevedeva finalmente l’attivazione di un organico funzionale. Perché applicando la circolare del Miur sulla fase C, se la scuola necessita di un docente di Geografia, il Miur può anche destinargli un neo-assunto abilitato in una materia di quell’area, ad esempio di Scienze. E viceversa. Francamente, non è proprio la stessa cosa. Per il sindacato, in questo modo le scuole non trarranno dei veri benefici dall’organico potenziato. Ma verranno gettate ancora più nel caos.
“Il punto è che dovevano essere le scuole a decidere gli insegnamenti – dice Marcello Pacifico, presidente Anief –, invece in questo modo si cerca di collocare dei docenti sui posti vacanti pur se privi di specifica abilitazione. Mentre gli abilitati nella disciplina vengono lasciati alla porta. Se le cose andranno così, è facile prevedere effetti negativi sulla didattica e sulla formazione degli studenti. Verso i quali, ancora una volta, l’amministrazione mostra davvero poco interesse. E pure per il personale docente, costretto ad insegnare in situazioni di disagio. ”.
Tutto ciò deriva dal fatto che la mancata programmazione di Governo e Miur sul piano assunzionale ha portato sino ad oggi a perdere già oltre 10mila posti destinati alle immissioni in ruolo del piano di riforma, 8mila dei quali solo nella fase B, per via della mancanza di candidati nelle GaE e nelle graduatorie di merito. Ora, anziché permettere ai diplomati Pas, Tfa, Sfp e magistrali di coprire quelle cattedre, si decide di utilizzarvi docenti di altre discipline.
“Per migliorare la scuola – conclude il presidente Anief – occorrono docenti esperti e abilitati nelle discipline chiamati ad insegnare. Utilizzare trucchetti ed escamotage per collocare i docenti a disposizione su cattedre non attinenti, trattandoli ancora una volta come tappabuchi, è solo un boomerang. Più giorni passano e più questa scuola si dimostra meno buona”.
Per approfondimenti:
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