La riforma 107/2015 li obbliga a formarsi in servizio, al pari dei colleghi beneficiari del finanziamento. Ma nel decreto di attivazione del bonus il Miur si è dimenticato di loro. Perdendo un’occasione importante, perché la somma, da rendicontare entro il 31 agosto 2016, permetterà per la prima volta al personale della scuola di accedere ad una formazione a scelta e a spese del proprio datore di lavoro, quale è lo Stato. Tutte le spese di dell’impugnazione saranno assunte dall’Anief. Può aderire anche il personale educativo, precario o di ruolo. Adesioni on line entro il 19 novembre.
Marcello Pacifico (presidente Anief): solo quest’anno saranno almeno 300mila i lavoratori illegittimamente esclusi. Eppure sono oggetto di votazione attiva e passiva riguardo i piani di attività svolti all’interno delle scuole. Inoltre, da contratto hanno diritto al medesimo salario accessorio dei colleghi assunti a tempo indeterminato. Il motivo della loro esclusione è solo uno: far risparmiare alle casse dello Stato oltre 150milioni di euro annui.
Proprio in queste ore i 650mila insegnanti di ruolo della scuola italiana stanno ricevendo, sul proprio conto corrente, il bonus di 500 euro per l’aggiornamento professionale previsto dalla Buona Scuola: la somma, esente da tasse e da rendicontare entro il 31 agosto 2016 agli uffici amministrativi della scuola dove si presta servizio, permetterà per la prima volta al personale della scuola di accedere ad un’auto formazione a spese del proprio datore di lavoro, quale è lo Stato. Solo che ci sono oltre 300mila dipendenti della scuola inspiegabilmente esclusi da questo finanziamento. Ciò malgrado la stessa riforma, la Legge 107/2015, obblighi anche loro a formarsi in servizio, al pari dei colleghi beneficiari del bonus: a rimanere a bocca asciutta sono tutti i docenti non di ruolo in servizio, quindi anche loro coinvolti nelle attività scolastiche, senza alcuna distinzione rispetto agli insegnanti di ruolo, e tutto il personale Ata: gli assistenti amministrativi, tecnici e ausiliari che per ovvi motivi legati alla professione che svolgono, a supporto della didattica e dell’organizzazione scolastica, necessitano di continua formazione.
Premesso questo, Anief ha deciso di impugnare il decreto Miur 32313 del 23 sett. 2015, al fine di far accedere alla stessa somma tutti i docenti in servizio con supplenza annuale (fino al 31 agosto e 30 giugno) e anche per tutti coloro che sono in servizio su supplenza breve. In base al comma 124 della legge di riforma della scuola, infatti, è stato stabilito che “nell'ambito degli adempimenti connessialla funzione docente, la formazione in servizio dei docenti di ruolo è obbligatoria, permanente e strutturale”.
Inoltre, recita lo stesso comma della Legge 107/15, “le attività di formazione sono definite dalle singole istituzioni scolastiche in coerenza con il piano triennale dell'offerta formativa e con i risultati emersi dai piani di miglioramento delle istituzioni scolastiche previsti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 2013, n. 80, sulla base delle priorità nazionali indicate nel Piano nazionale di formazione, adottato ogni tre anni con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sentite le organizzazioni sindacali rappresentative di categoria”.
Il bonus ministeriale, inoltre, non verrà assegnato a nessun componente del personale Ata, di ruolo e precario (i supplenti con scadenza di contratto fino al 31 agosto o al 30 giugno e chi è in servizio su supplenza breve). Anche in questo caso, è evidente che ci troviamo dinanzi ad un vero e proprio bug ministeriale. Perché in almeno tre commi della riforma della scuola, questa fetta di personale viene citato proprio per ricordare l’esigenza di formarlo in itinere.
Lo si evince chiaramente, infatti, al comma 12 della Legge 107/15, dove il legislatore ha previsto che “le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente al triennio di riferimento,il piano triennale dell'offerta formativa. Il predetto piano contiene anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario”. Ma anche al comma 58, dove si esplicita che il “piano nazionale per la scuola digitale persegue” una serie di “obiettivi”, tra cui la “formazione dei direttori dei servizi generali e amministrativi, degli assistenti amministrativi e degli assistenti tecnici per l'innovazione digitale nell'amministrazione”. E pure dal comma 181, dove si indica che i “decreti legislativi di cui al comma 180 sono adottati nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui all'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59, e successive modificazioni, nonché” per “la previsione dell'obbligo di formazione in servizio per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario,rispetto alle specifiche competenze”.
“Abbiamo deciso di attivare il ricorso – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief – dopo che tanti insegnanti precari e Ata esclusi ci hanno contattato infuriati per la loro inspiegabile esclusione dell’accesso al bonus annuale. Abbiamo quindi sottoposto la normativa ai nostri legali, i quali hanno dato ragione ai precari e al personale Ata: la stessa Legge 107 obbliga, infatti, tutto il personale in servizio a formarsi e ad aggiornarsi. L’anomalia non ha tenuto conto nemmeno delle indicazioni della direttiva UE 70/1999, introdotta apposta da Bruxelles ai Paesi membri per evitare discriminazioni nei confronti di determinate fette di personale, ad iniziare da quello precario”.
“Abbiamo calcolato che a fronte di circa 700mila docenti di ruolo che accederanno al bonus, considerando anche gli assunti nella fase C del piano di riforma, solo quest’anno saranno almeno 300mila docenti e Ata illegittimamente esclusi. Eppure – continua Pacifico –questo personale è oggetto di votazione attiva e passiva riguardo i piani di attività svolti all’interno delle scuole. Inoltre, da contratto ha diritto al medesimo salario accessorio dei colleghi assunti a tempo indeterminato: i docenti precari, ad esempio, possono diventare collaboratori dei dirigenti, funzioni strumentali, presentare progetti e aderire a tutti i progetti deliberati e presenti nel Pof. Come possono partecipare a tutte le iniziative scolastiche previste dal Piano dell’offerta formativa d’Istituto. E allo stesso modo, possono e devono esserne coinvolti gli amministrativi, i tecnici, gli ausiliari, come i Dsga: tutte professionalità che necessitano, tra l’altro, di continua formazione e adeguamento delle competenze”.
“Secondo noi, il motivo che ha portato l’amministrazione ad escluderli dal finanziamento non può che essere uno: far risparmiare alle casse dello Stato oltre 150milioni di euro annui. In ogni caso, siamo così convinti della bontà del ricorso, contro il decreto Miur del 23 agosto scorso, confermato dalle indicazioni operative del 15 ottobre, che abbiamo deciso di attivare il ricorso gratuitamente: tutte le spese di attivazione dell’impugnazione e quelle legali – conclude il presidente Anief – saranno assunte dal nostro sindacato”.
Ricordiamo che i 500 euro del bonus per l’aggiornamento sono esentasse e potranno servire a coprire le spese per l’acquisto di libri e di testi, di pubblicazioni e di riviste, di hardware e software; per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, accreditati dal Miur, a corsi di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, a corsi post lauream o a master attinenti al profilo professionale; per andare a teatro e al cinema, per l'ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo; per iniziative coerenti con le attività individuate nell'ambito dell’offerta formativa delle scuole dove si presta servizio.
Al ricorso può aderire anche il personale aducativo precario o di ruolo.
Tutti gli interessati al ricorso possono aderire on line entro il 19 novembre.
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