I supplenti rimasti nelle graduatorie ad esaurimento accusano i neo-assunti con la Buona Scuola di aver prima accettato le condizioni previste dalla legge per cercare, successivamente, ogni tipo di éscamotage al fine di ritornare nelle province di residenza; a loro avviso, questi ultimi avrebbero fatto pressione per ottenere la deroga al vincolo triennale per l’assegnazione provvisoria ottenendo, così, (in alcune regioni, a seguito di proteste e richieste di aiuto nei confronti delle istituzioni locali) la possibilità di essere utilizzati sul sostegno pur senza titolo di specializzazione. I docenti immessi lo scorso anno, da parte loro, si difendono sostenendo che gli incarichi annuali, destinati ai precari delle GaE, si sono svolti sempre sui posti residuati dalle operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria e rilanciano accusando i precari della loro rinuncia all’assunzione.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la verità è che la Buona Scuola si sta rivelando sempre più un flop. Dopo la chiamata diretta e il potenziamento, ora è la volta delle cattedre contese. Sarebbe bastato che il Miur ci avesse dato ragione, portando nell’organico di diritto il 70 per cento di quei posti ancora oggi erroneamente spostati sull’organico di fatto. A Viale Trastevere ci continuano a dire che con l’organico dell’autonomia, introdotto dalla Legge 107, questa distinzione non ci sarebbe più stata: tuttavia, esiste ancora alimentando la lotta fratricida tra i docenti. Trasformare 80mila cattedre, oggi collocate sino al 30 giugno, darebbe modo di risolvere la stragrande maggioranza dei problemi dei trasferimenti, dovuti anche all’algoritmo impazzito del Ministero, nonché di assorbire in poco tempo tutti i precari abilitati, compresi quelle delle graduatorie d’istituto.
Gli effetti perversi della riforma varata lo scorso anno dal Governo, stanno mettendo gli insegnanti in competizione: “al momento della sua emanazione nessuno avrebbe pensato che la stessa avesse potuto creare dei forti attriti tra le diverse categorie di docenti, soprattutto tra precari e docenti di ruolo”, scrive la rivista Orizzonte Scuola, parlando di forti contrasti tra docenti immessi in ruolo, a seguito del piano straordinario, e gli oltre 40mila precari abilitati rimasti nelle graduatorie ad esaurimento. “Questi ultimi accusano i primi che, dopo aver accettato le condizioni previste dalla legge, hanno cercato ogni tipo di escamotage per ritornare nelle province/regioni di residenza, supportando tale tesi con il fatto di aver fatto pressione per ottenere la deroga al vincolo triennale per l’assegnazione provvisoria e di aver chiesto e ottenuto (in alcune regioni) la possibilità di essere utilizzati sul sostegno pur senza titolo di specializzazione”.
“I docenti immessi lo scorso anno scolastico, da parte loro, si difendono sostenendo che gli incarichi annuali, destinati ai precari delle GaE, si sono svolti sempre sui posti residuati dalle operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria e rilanciano accusando i precari della loro rinuncia all’assunzione. La situazione riguarda le regioni del Sud da cui sono stati trasferiti al centro-nord Italia migliaia di docenti. Emblematico il caso successo a Cosenza, ove i precari hanno occupato Palazzo dei Bruzi per far sentire la loro voce e cercare consenso politico”.
In diverse città del Sud, nei giorni scorsi, le contestazioni sono sfociate in proteste plateali e richieste di aiuto nei confronti delle istituzioni locali. “Alla protesta dei precari hanno subito risposto i docenti, immessi lo scorso anno scolastico, i quali sono in attesa dei provvedimenti di assegnazione provvisoria e si dichiarano stupiti della protesta dei precari, considerato che la mobilità annuale si è sempre svolta sui posti dell’organico di fatto, senza che nessuno si lamentasse. Evidenziano, inoltre, che la protesta dei precari non fa altro che dividere una stessa categoria di lavoratori, ma si dichiarano comunque aperti ad un possibile confronto”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, “quanto sta accadendo dimostra che la Buona Scuola non doveva essere approvata: al fallimento della chiamata diretta che, per i neo-immessi in ruolo è stata bypassata con gli Usr costretti a ricorrere alle assegnazioni di sede alla vecchia maniera senza valutare i curriculum dei candidati, è seguito il flop del potenziamento, con i docenti fanno che tutto fuorché quanto indicato nel Ptof e richiesto al Miur. Ora, assistiamo a questo assurdo conflitto, con migliaia di docenti armati l’uno contro l’altro”.
“Sarebbe bastato – continua Pacifico – che il Miur ci avesse dato ragione, portando nell’organico di diritto almeno il 70 per cento di quei posti ancora oggi erroneamente spostati sull’organico di fatto. A Viale Trastevere ci continuano a dire che con l’organico dell’autonomia, introdotto dalla Legge 107/15, questa distinzione non ci sarebbe più stata: tuttavia, esiste ancora alimentando anche una lotta fratricida tra i docenti. Per superare tali contrasti, basterebbe collocare immediatamente al 31 agosto quelle 80mila cattedre, parte delle quali, oggi, oggetto della disputa tra i docenti di ruolo e non, ai fini di renderle fruibili per i trasferimenti nonché per le assunzioni a tempo indeterminato”.
“Si tratta di almeno 80mila cattedre: ce ne sono oltre 30mila di sostegno, forse anche 40mila, visto che in questi giorni nelle scuole manca un docente specializzato su tre, a cui aggiungere quasi altrettanti docenti curricolari, facenti capo a materie comuni e altri 20mila posti già liberi, parte dei quali derivanti dalle cattedre “perse” per strada a seguito della cattiva gestione dell’ultimo concorso a cattedra. Collocare queste cattedre in organico di diritto darebbe modo di risolvere la stragrande maggioranza dei problemi dei trasferimenti, dovuti anche all’algoritmo impazzito del Ministero, e – conclude Pacifico – di assorbire in poco tempo tutti i precari abilitati, compresi quelli delle graduatorie d’istituto”.
Per approfondimenti:
(Orizzonte Scuola del 13 luglio 2016)
Chiamata diretta, l’accordo Miur-sindacati in crisi nera prima ancora di essere sottoscritto
Chiamata diretta: trattativa fallita (Tuttoscuola del 14 luglio 2016)
Chiamata diretta, Anief porta il caso in Corte Costituzionale: partono i ricorsi dei docenti
Chiamata diretta “selvaggia”, Anief scende in campo per il rispetto della legalità
Cattedre contese tra precari per le supplenze e docenti di ruolo per le assegnazioni provvisorie (Orizzonte Scuola del 19 settembre 2016)