Il Ministro: ora qualcuno dovrà fare il sacrificio di allontanarsi in un paese che va dalla Puglia e Sicilia fino alle Alpi; è un’esperienza che, d’altronde, molti di noi hanno fatto nella loro storia professionale. Secondo il sindacato, però, Giannini confonde l’insegnamento universitario con quello scolastico, visto che gli stipendi nel primo caso sono composti da cifre ben più consistenti. Ma c’è dell’altro: bisogna fare i conti con un sistema di reclutamento “ingessato”, con graduatorie aggiornate ogni cinque anni e chiuse a nuove inserimenti. Inoltre, abbiamo assistito anche quest’anno a un piano straordinario sulla mobilità basato sulla vecchia concezione degli organici attribuiti non in base al fabbisogno del territorio ma, bensì, agli iscritti.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): il sistema è iniquo per via della mancata dinamicità delle Graduatorie ad Esaurimento e quelle d’Istituto che dovrebbero diventare comunicanti. Tra i provvedimenti da adottare, vi è anche quello di assegnare gli organici andando oltre al numero ‘secco’ delle iscrizioni: bisognerebbe, invece, tenere conto delle difficoltà delle scuole che operano in zone montane e piccole isole, ad alto tasso di dispersione scolastica, oltre che di abbandoni e tasso di disoccupazione. Vanno cancellati, infine, i vincoli triennali su posto curricolare e quinquennali su sostegno e sull’assegnazione provvisoria: il personale assunto ha diritto, sin da subito, a essere trasferito su posti liberi soprattutto in presenza di legami familiari, andando a contrastare chiaramente l’articolo 8 della Cedu.
Anief confida nella buona volontà dei parlamentari e nella possibilità che possano mettere mano a queste norme ingiuste: anche per tali motivi, domani 14 novembre il giovane sindacato ha deciso di indire una giornata di sciopero nazionale e di scendere in piazza davanti a Montecitorio, dove giungeranno tanti docenti precari e anche di ruolo, anch'essi precarizzati.
“Ora qualcuno dovrà fare il sacrificio di allontanarsi, in un paese che va dalla Puglia e Sicilia fino alle Alpi”: suonano come una minaccia le dichiarazione fatte in Puglia dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, per il quale spostarsi di cento o mille chilometri per insegnare è “un’esperienza che molti di noi hanno fatto nella loro storia professionale”. È evidente il tentativo del Ministro di minimizzare un processo che va avanti da tanti anni, l’introduzione dell’algoritmo impazzito e delle assunzioni coatte su territorio nazionale che tanti spostamenti errati, sanati solo in parti, hanno prodotto la scorsa estate.
Secondo il sindacato Anief, Giannini confonde anche l’insegnamento universitario con quello scolastico, visto che gli stipendi nel primo caso sono composti da cifre ben più consistenti e permettono di poter assolvere le spese che un docente della scuola, con notevoli difficoltà, si trova ad affrontare con la busta paga spesso ferma a 1.200 euro al mese per quasi un decennio. Ma c’è dell’altro: in base al sistema venutosi a creare con la Legge 107/2015, in Italia è, infatti, stato introdotto un sistema di reclutamento “ingessato”, con graduatorie aggiornate ogni cinque anni e chiuse a nuove inserimenti. Inoltre, abbiamo assistito, anche quest’anno, a un piano straordinario sulla mobilità basato sulla vecchia concezione degli organici attribuiti alle scuole non in base al fabbisogno e, quindi, alla presenza sul territorio ma alla quantità di popolazione studentesca.
“Visto che la legge è stata approvata da un anno e mezzo e non la si vuole cambiare – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – il problema rimarrà tale chissà per quanti anni. A meno che non si affronti a monte la questione irrisolta della dinamicità delle Graduatorie ad Esaurimento e delle Graduatorie d’Istituto che dovrebbero diventare finalmente comunicanti. Tra i provvedimenti da adottare, vi è anche quello di non assegnare più gli organici in base al numero ‘secco’ delle iscrizioni”.
“Mai come oggi – continua Pacifico – è giunta l’ora di prendere in considerazione le difficoltà delle scuole che operano in zone montane e piccole isole, ad alto tasso di dispersione scolastica, oltre che di tenere conto dei cosiddetti abbandoni e del tasso di disoccupazione. Inoltre, è fondamentale che si eliminino i vincoli triennali su posto curricolare e quinquennali su posti di sostegno e sull’assegnazione provvisoria: il personale assunto ha diritto, sin da subito, di essere trasferito laddove vi siano posti liberi. Non si comprende, dunque, perché debba attendere tutto questo tempo. Per il sostegno, invece, giungono notizie che la legge delega preveda di portare addirittura da cinque a dieci gli anni di permanenza sul ruolo acquisito che rappresentano una vita, soprattutto quando il docente 'bloccato' ha famiglia magari con bambini e parenti da accudire: stretti legami che – conclude Pacifico - vanno a contrastare chiaramente l’articolo 8 della Cedu e che necessitano di impugnazione in tribunale”.
Occorre, poi, una norma utile a cassare gli ambiti territoriali e a mantenere la titolarità su scuola, anziché imporre spostamenti coatti anche a centinaia di chilometri e dopo decenni di onorato servizio. Con l’umiliazione finale per tali docenti di passare per la chiamata diretta: gli stessi vengono, così, valutati dal Dirigente scolastico di turno che, in base ai casi, può essere un abile capo d’istituto ma privo di alcuna competenza nella disciplina d’insegnamento del docente da giudicare.
Anche questo è stato oggetto di emendamento alla Legge di Stabilità e, anche questo, è il motivo dello sciopero proclamato dall’Anief per l’intera giornata di domani, 14 novembre, con contestuale manifestazione in piazza davanti a Montecitorio, dove giungeranno da tutta Italia tanti docenti precari, gli idonei dei concorsi ancora non assunti, i diplomati magistrale ante 2001/02, abilitati Tfa, Pas, Sfp, estero e, pure, il personale di ruolo che, proprio con la chiamata diretta, è diventato anch’esso precario. I manifestanti chiederanno ai parlamentari di mettere mano alla Legge di Stabilità, come indicato dal sindacato con oltre 70 emendamenti presentati in settimana alla Camera dei Deputati.
Per approfondimenti:
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