Secondo Anief, l’accordo sottoscritto stamane ha buone possibilità di falsare l'ultima rilevazione delle elezioni Rsu, appena concluse e delle deleghe nel caso in cui la norma contrattuale sia interpretata in maniera restrittiva per le organizzazioni sindacali che potrebbero raggiungere il 5% in caso di fusione entro 30 giorni dalla sua approvazione. Per questo, il sindacato impugnerà l’accordo. Inoltre, per salvare gli stipendi, l’organizzazione sindacale ha già messo a disposizione il modello di diffida per richiedere l'adeguamento dei valori dell'indennità di vacanza contrattuale alla metà dell'inflazione, come registrata a partire dal settembre 2015 rispetto al blocco vigente dal 2008.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): quanto deciso oggi con la parte pubblica, non è altro che l’attuazione del Decreto Legislativo 150/2009 di riforma della PA, con l’assegnazione degli incentivi sganciati definitivamente dalla distribuzione a pioggia e ora legata alle performances del singolo lavoratore. In perfetto stile aziendale-privato. Una logica, tra l’altro, anticipata nella Scuola, dove la Legge 107/2015 ha introdotto un nuovo criterio della valutazione, basato proprio sul dare gli aumenti a pochi lavoratori, lasciando l’80 per cento del personale a bocca asciutta.
Dopo una lunga trattativa, oggi è stato firmato l'accordo tra Aran e sindacati che riduce i comparti del pubblico impiego da 11 a 4: si tratta di Funzioni centrali, Funzioni locali, Sanità e Istruzione e ricerca, con la presidenza del Consiglio che rimarrà distinta. Secondo Anief, però, la revisione realizza una mera tutela dei sindacati maggiori. Perché solo quelli che già superano la soglia del 5 per cento, tra dato elettorale ed associativo, potranno godere dei benefici della soluzione cosiddetta “ponte”. Inoltre, a livello generale, l’accordo caldeggiato dalla parte pubblica metterebbe a serio rischio la contrattazione e le prerogative sindacali del prossimo triennio. Senza dimenticare che pone le basi per dire addio agli scatti di anzianità automatici.
“Siamo in attesa di vedere i dettagli dell’accordo sottoscritto – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal – ma abbiamo la netta impressione che vanno a ledere i più elementari principi di affidamento e delle libertà sindacali. Ad iniziare dal mancato rispetto della rappresentanza dei lavoratori, sulla base dei voti ottenuti in occasione delle ultime elezioni Rsu e delle deleghe sindacali ufficializzate al 31 dicembre 2014. Se le cose stanno così, siamo pronti a chiedere in tribunale l’annullamento immediato di questo accordo che rasenterebbe la truffa”.
“La riduzione da 11 a 4 comparti pubblici non è altro che l’attuazione del Decreto Legislativo 150/2009 di riforma della PA, con l’assegnazione degli incentivi sganciati definitivamente dalla distribuzione a pioggia e ora legata alle performances del singolo lavoratore. In perfetto stile aziendale-privato. Una logica, tra l’altro, anticipata nella Scuola, dove, malgrado gli aumenti periodici in busta paga fossero l’unica forma di carriera per la stragrande maggioranza del personale, la Legge 107/2015 ha introdotto un nuovo criterio della valutazione, basato proprio sul dare gli aumenti a pochi lavoratori, lasciando l’80 per cento del personale a bocca asciutta. Superando, in peggio, i precedenti tentativi di riforma sullo stesso settore, che avrebbe escluso dagli incentivi per merito solo una stretta cerchia di dipendenti pubblici”.
“Cosa accadrà ora? È semplice – dichiara ancora Pacifico – perché dopo oltre sei anni di blocco, i contratti si potranno firmare ma dovranno adeguarsi alla riforma Brunetta. Con tutte le conseguenze che potranno portare a degli stipendi che negli ultimi cinque anni, come nel caso della scuola, sono aumentati appena di mezzo punto percentuale, a fronte di aumenti di altri comparti lavorativi che sfiorano il 20 per cento”.
“Ma c’è dell’altro. Perché invece di sopprimere la volontà espressa dai lavoratori statali che nell’eleggere i loro rappresentanti, in occasione delle ultime elezioni Rsu, sapevano di contare su determinate regole, occorreva dare la possibilità a tutti i sindacati, nessuno escluso, di poter andare a determinare nuove realtà associative, con altrettante nuove iscrizioni e soggetti da inserire al loro interno. Dire no, permettendo solo ai sindacati maggiori di mantenere la rappresentanza e di realizzare nuovi organismi, va invece contro le buone regole della rappresentatività”.
Anief si muoverà su due piani. In primis, ha già predisposto una diffida, attraverso la quale richiedere l'adeguamento dei valori dell'indennità di vacanza contrattuale alla metà dell'inflazione, come registrata a partire dal settembre 2015 rispetto al blocco vigente dal 2008. In secondo luogo, impugnerà l’accordo sottoscritto oggi a tutti i livelli di giustizia, sino a rivolgersi alla Corte Costituzionale. Perché le modifiche da attuare ai comparti della PA potevano benissimo passare per le decisione sul rinnovo contrattuale, imposte dalla Consulta la scorsa estate: è da lì che sarebbe dovuta passare la nuova regolamentazione della rappresentanza dei lavoratori. Siamo convinti, inoltre, che quanto si sta producendo, non tiene conto nemmeno dei principi espressi dalla Corte europea dei diritti dell'uomo sul fronte della parità di rappresentanza.
Per approfondimenti:
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Approvato il decreto sulle pensioni. Renzi: "2 miliardi e 180 milioni a 3,7 milioni di persone"(Repubblica – Economia & Finanza, 18 maggio 2015 )
Pa, rischio contratti da 35 miliardi(Il Sole 24 Ore, 5 giugno 2015)
Blocco stipendi Pa: la norma è illegittima, ma non per il passato(Repubblica – Economia & Finanza, 24 giugno 2015)
Madia: “A settembre lo sblocco dei contratti del pubblico impiego”(La Stampa, 28 giugno 2015)
Statali, Depositata la Sentenza che sblocca i contratti nelle Pa(PensioniOggi.it, 24 luglio 2015)
Italia, retribuzioni in lieve recupero ma non c'è ancora l'effetto statali(Teleborsa, 24 luglio 2015)
Riforma dei contratti, Squinzi: ‘Sindacati ci prendono a schiaffoni, trattativa fallita’(Il Fatto Quotidiano, 6 ottobre 2015)
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Pa: firma accordo 4 comparti (Ansa, 5 aprile 2016)