La conferma è arrivata dal Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli: “è prossimo il bando”, per consentire “di riportare alla normalità i carichi di lavoro dei colleghi già in servizio. Solo col concorso si potrà, infatti, risolvere l’annoso problema delle numerose reggenze” e dare l’opportunità di “progressione di carriera a quei docenti che siano interessati ad un nuovo ruolo”. Il testo deve passare solo il vaglio del Ministero dell’economia, poi sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale dopo la comunicazione, che avverrà a brevissimo, alla presidenza del Consiglio dei ministri e il visto della Corte dei conti. Terminato questo iter, si procederà a chiedere al ministro della Funzione pubblica e al Mef l’autorizzazione definitiva.
Per la prima volta, i cinque anni di servizio minimo potranno essere raggiunti anche con il periodo di precariato, continuando però a escludere dalle prove concorsuali tutti i docenti precari già abilitati all’insegnamento. Il giovane sindacato, supportato da precise norme ordinarie e costituzionali, giudica illegittima tale esclusione: pertanto, ha deciso sin d’ora di ricorrere(entro il 13 febbraio) per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio svolto in scuole pubbliche o paritarie. Inoltre, il sindacato ritiene opportuno riservare una quota delle immissioni in ruolo ai vicari che hanno svolto per almeno tre anni il ruolo di reggente di un istituto. Anief ritiene, poi, che la quota dei posti messi a bando debba essere maggiorata: quelli indicati non tengono conto né del turn over, né della quota eccedente prevista dalla legge, né, soprattutto, del fatto che i vincitori andranno “spalmati” su un triennio. Infine, si chiede l’approvazione urgente di una sanatoria per tutti i contenziosi pendenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): con i prossimi pensionamenti degli attuali presidi, da settembre ci ritroveremo con quasi 2mila scuole prive di capo d’istituto e altrettante reggenze, con gli istituti che continueranno a essere gestiti a distanza. Non facendo, dunque, nemmeno tesoro di quanto accaduto quest’anno, con un Dirigente scolastico italiano su tre costretto a gestire in contemporanea fino a 20 plessi. Non comprendiamo come si possa pensare di valorizzare la figura del preside della scuola pubblica continuando a fare economia sui suoi compensi, ma si eviti almeno di pensare di averne migliaia di meno di quelli necessari e indispensabili: tirando su paletti inutili, che ledono pure i diritti e privano la nostra scuola di forze fresche e giovani.
È imminente l’attesa pubblicazione del regolamento del concorso nazionale per diventare Dirigente scolastico: la conferma è giunta dal Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli che, parlando in audizione presso la VII Commissione, ha detto “è prossimo il bando”, per consentire “di riportare alla normalità i carichi di lavoro dei colleghi già in servizio. Solo col concorso si potrà infatti risolvere l’annoso problema delle numerose reggenze” e dare l’opportunità di “progressione di carriera a quei docenti che siano interessati ad un nuovo ruolo”, ha aggiunto Fedeli.
Secondo quanto risulta ad Orizzonte Scuola, “i posti che il Ministero ha chiesto di bandire sono 1.500. Un numero che copre tre anni di turnover, ma che deve ancora passare il vaglio del Ministero dell’economia. Il regolamento sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale dopo la comunicazione, che avverrà a brevissimo, alla presidenza del Consiglio dei ministri e il visto della Corte dei conti. Terminato questo iter, si procederà a chiedere al ministro della Funzione pubblica e al Mef l’autorizzazione a bandire il corso-concorso”.
In base alle notizie che giungono, il regolamento non si discosterebbe molto da quello inviato qualche mese fa al Consiglio di Stato, che ha posto dei rilievi minimi, e agli altri organici competenti che debbono esprimere il dovuto parere sul testo. Rimane, dunque, in piedi la decisione del Miur di dare seguito solo in parte alla richiesta dell’Anief di considerare utile per il raggiungimento dei cinque anni di servizio minimo anche il periodo di precariato, continuando a escludere dalle prove concorsuali tutti i docenti precari già abilitati all’insegnamento.
Il giovane sindacato, supportato da precise norme ordinarie e costituzionali, giudica illegittima l’esclusione del personale precario dal concorso, benché in possesso dei titoli e dell’anzianità minima richiesta d’insegnamento svolto: pertanto, ha deciso sin d’ora di ricorrere per far partecipare tutti i precari con cinque anni di servizio svolto nelle scuole pubbliche o paritarie. Inoltre, il sindacato ritiene logico e opportuno riservare una quota dei posti da assegnare per le immissioni in ruolo ai vicari che hanno svolto per almeno tre anni il ruolo di reggente di un istituto scolastico.
Anief ritiene anche che la quota di 1.500 posti da assegnare dopo il concorso – molto vicina alle attuali reggenze – debba essere maggiorata e nemmeno di poco: i posti banditi sono, infatti, quelli già vacanti e disponibili che però non tengono conto né del turn over, né della quota eccedente prevista dalla legge, né, soprattutto, del fatto che i vincitori andranno “spalmati” su un triennio. Pertanto, i pensionamenti da considerare (alcune centinaia l’anno) sono da moltiplicare per tre: il concorso dovrebbe, quindi, essere bandito per un numero di dirigenze pubbliche da assegnare quasi raddoppiato. Infine, il sindacato chiede pubblicamente l’approvazione urgente di una sanatoria per tutti i contenziosi pendenti, non solo per quelli del concorso del 2004, attraverso l’organizzazione di un corso formativo ad hoc di 80 ore.
“Non riusciamo proprio a capire perché al Ministero dell’Istruzione si continui a ragionare su un concorso con posti messi sul ‘bilancino’ – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -, poiché con i prossimi pensionamenti degli attuali presidi, da settembre ci ritroveremo con quasi 2mila scuole prive di capo d’istituto e altrettante reggenze, con gli istituti che continueranno a essere gestiti a distanza. Non facendo, quindi, nemmeno tesoro di quanto accaduto nel corso di quest’anno, con un Dirigente scolastico italiano su tre costretto a gestire fino a 20 plessi e 4mila alunni in cambio di un compenso aggiuntivo di 250-300 euro netti, che si aggiungono a quello iniziale di 2.400 euro. In pratica, quasi la metà di quanto guadagna un dirigente della PA”.
“Non comprendiamo come si possa pensare di valorizzare la figura del preside della scuola pubblica continuando a fare economia sui suoi compensi – continua Pacifico -, ma si eviti almeno di pensare di averne migliaia di meno di quelli necessari e indispensabili, tirando su paletti inutili e che ledono pure i diritti. Essendo, inoltre, l’età media degli attuali Dirigenti scolastici decisamente alta, aprire ai precari, seppur storici, farebbe bene pure a tutto il comparto. La scuola italiana ha, infatti, bisogno di forze fresche e giovani”, conclude il sindacalista autonomo.
Anche le norme, del resto, stanno dalla parte del sindacato: con la sentenza 5011/2014 del Tar del Lazio, i giudici amministrativi hanno confermato che per partecipare al concorso per Dirigenti non serve in modo tassativo aver sottoscritto un contratto a tempo indeterminato: per svolgere le prove selettive bisogna solo dimostrare di essere in possesso dell’adeguato titolo di studio e aver insegnato almeno 5 anni, ovviamente non continuativi. Il tutto, in linea con quanto statuito nel 2011 dalla Corte di Giustizia europea sul procedimento C-177/10. Il Tar del Lazio ha confermato la posizione con la sentenza n. 9729 del 16 settembre 2014, patrocinata dall’Anief, con cui si è stabilito che il servizio pre-ruolo debba essere valutato esattamente come quello di ruolo.
Chi vuole, può sin d’ora presentare ricorso al Tar del Lazio, entro il 13 febbraio, per ottenere la partecipazione al concorso per diventare Dirigenti scolastici dei docenti precari abilitati: occorre essere in possesso di almeno 5 anni di servizio prestato in scuola statale o paritaria (per le modalità di adesione con il patrocinio del sindacato cliccare qui).
Si ricorda che Eurosofia, Ente Qualificato al Miur, in collaborazione con Anief, ha strutturato un efficace corso di preparazione al superamento della prova per il Concorso a Dirigente scolastico, affinché i candidati siano preparati ad affrontare le selezioni con una ricca conoscenza dell’istituzione e della legislazione scolastica, delle modalità gestionali e amministrative più idonee, nonché delle novità introdotte dalla “Buona Scuola”.
Per approfondimenti:
Concorso a dirigente, aperte le adesioni al nuovo corso Eurosofia
Concorso dirigenti scolastici, è già caos prima di essere bandito
Anief apre alla tutela dei dirigenti scolastici, lasciati soli a gestire la riforma negli istituti
Dirigenti scolastici: manager, sceriffi o…figli di un Dio minore? (Studio di Tuttoscuola del 26 gennaio 2016)
Dirigenti scolastici: più responsabilità, stipendi all’osso e sugli arretrati tutto tace
Dirigenti scolastici, ecco quanto valgono per Miur e Mef: 50 mila euro sottratti in 10 anni!
Dirigenti scolastici, parte la valutazione che porterà ai premi-miseria e ai trasferimenti d’ufficio
I dirigenti scolastici oberati dalle troppe reggenze: attività a rischio, urge il concorso
Atto d’indirizzo del Ministro dell’Istruzione per il 2017 (Miur 23 dicembre 2016)