Niente aumenti stipendiali né stabilizzazione. Questo il destino di centinaia di migliaia di insegnanti supplenti della scuola italiana, vissuto per anni, anche per decenni, dettato da regole del secolo scorso e dalla mancata presa di coscienza del Governo di turno che l’Italia è un Paese membro a tutti gli effetti dell’Unione europea, tanto da attingere più di tutti dal Pnrr, ma continua a disattendere le direttive Ue sulla non discriminazione dei precari. Non tutti però intendono soccombere: sempre più insegnanti si rivolgono al sindacato che porta il ministero dell’Istruzione in Tribunale, dove si ribalta tutto. Con condanna piena dell’amministrazione e con molti zero a carico del bilancio pubblico.
L’ultima sentenza “super” arriva dal Tribunale di Modena, al quale i legali che operano per l’Anief hanno chiesto e ottenuto 20 mila euro a titolo di risarcimento per abusiva reiterazione dei contratti a termine (“pari a 10 mensilità dell’ultima retribuzione”) e ben 12.366 euro a titolo di differenze retributive (“sulla base del calcolo dell’anzianità di servizio che sarebbe maturata in costanza dei rapporti di lavoro a termine allo stesso modo di quella riconosciuta, in relazione ai medesimi periodi, al corrispondente personale di ruolo”) per gli scatti di anzianità non percepiti durante il periodo di precariato. Al docente, difeso dagli avvocati Fabio Ganci, Irene Lo Bue e Tiziana Sponga, sono stati assegnati 32.236,97 euro più gli interessi legali.
Complessivamente, nel corso della settimana lavorativa che va dal 13 al 17 marzo, i legali Anief hanno ottenuto dai tribunali italiani circa 156 mila euro di risarcimenti a favore dei lavoratori ricorrenti soci del giovane sindacato: una cifra a cui occorre sempre poi aggiungere gli interessi accumulatisi nel tempo. La maggior parte di ricorsi hanno riguardato il recupero della carta del docente a favore dei precari, che la Legge 107/15 ha negato loro, con decine e decine di insegnanti supplenti annuali che si sono visti assegnare fino a 3.500 euro netti a testa grazie al ricorso gratuito Anief per il recupero della card da 500 euro annui: si tratta anche di sentenze cumulative, come a Savona dove sette docenti hanno recuperato la Carta utile all’aggiornamento della professione, inizialmente loro negata, per complessivi 9 mila euro.
Altri ricorsi vinti dagli avvocati operanti per il sindacato Anief hanno riguardato l’assegnazione dellaRetribuzione professionale docente a supplenti che hanno stipulato una supplenza per brevi periodi (come a Bergamo, dove il Tribunale ha risarcito un insegnante con 4.438 euro più interessi, oppure a Velletri, dove il giudice ha condannato il Ministero a fare avere 2.950 euro ad un professore sempre per mancata assegnazione della Rpd negli anni). Da segnalare anche alcune cause vinte per il personale Ata, come il recupero della Cia, deciso a Modena, a favore di un amministrativo in servizio in Emilia Romagna.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief “l’operato vincente dei legali che portano avanti le battaglie dell’Anief stanno assumendo una rilevanza nazionale. Chi presenta un qualsiasi ricorso con il nostro sindacato sa bene che lo fa rivolgendosi a dei professionisti delle aule giudiziarie che hanno un solo obiettivo: fare prevalere la giustizia, soprattutto laddove chi ha legiferato lo ha fatto in modo errato o manchevole. In attesa che cambi determinate leggi, cosa che Anief sollecita in tutte le sedi politiche, governative e parlamentari possibili attraverso audizioni, incontri e interlocuzioni continue, rivolgersi in Tribunale rimane dunque una scelta sempre più saggia e vincente”, conclude Pacifico.
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