Il Parlamento italiano ha a portata di mano la possibilità di recepire le indicazioni europee sulla non discriminazione dei lavoratori di ruolo: l’opportunità concreta arriva da un emendamento al disegno di legge n. 969 sulla Legge di delegazione europea 2022-2023 sui cui a breve si esprimeranno i senatori della quarta Commissione di Palazzo Madama. La richiesta è inserita in un emendamento del Partito democratico presentato alla Commissione competente che delega il Governo a rivedere il tema della discriminazione del personale scolastico nella ricostruzione di carriera per il servizio svolto dai precari (opzionale) e per assegnare a regime (a decorrere dal 2024) quella Carta del docente che oggi viene assegnata solo al personale di ruolo mentre ai precari arriva tramite ricorsi al giudice del lavoro.
Le disposizioni richieste dal Pd giungono all’esame del Parlamento dopo le richieste di modifica della legge 103/2023 presentate da Anief in Senato e anni di contenzioso nei tribunali, dove sempre il giovane sindacato ha condotto mille battaglie giudiziarie in altissimo numero con esito favorevole. La tesi dei legali Anief, tra l’altro, poggiano sui pareri della Corte di Giustizia europea che da anni bacchetta sistematicamente l’Italia per la chiara illegittimità della legge nazionale che continua a discriminare i precari immessi in ruolo non riconoscendo per intero da subito il servizio da precari svolti oltre i quattro anni e inferiore a 180 giorni: lo scorso autunno è anche arrivata una nuova sentenza della Corte UE sulla causa C-270/22, a distanza di cinque anni dalla sentenza Motter (C-466/17), ma anche di quattro anni da quella della Cassazione n. 31149/2019 ottenute dai legali Anief e dopo l'intervento ultimo del legislatore di adeguamento alla normativa europea per i neo-assunti dal 1° settembre con la legge 10 agosto 2023 n. 103.
“I senatori hanno un’opportunità importante – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – per evitare che l’Unione europea intervenga nuovamente, anche con sanzioni pesanti, in difesa dei supplenti che hanno svolto oltre 36 mesi e che invece di essere assorbiti in modo automatico nei ruoli, nella scuola attraverso anche le Gps, continuano a rimanere eternamente precari. E che poi, quando vengono assunti a tempo indeterminato, si ritrovano ancora ad essere discriminati perché il servizio pre-ruolo non viene conteggiato per intero ma, oltre i 4 anni, solo per due terzi. Anche sulla Carta del docente è ora di finirla con questa esclusione sulla quale la Corte di Giustizia Ue, il Consiglio di Stato e di recente pure la Cassazione hanno espresso il loro parere in modo univoco per la concessione anche ai precari. In assoluto – conclude Pacifico - ricordo che solo nel 2023 i nostri legali sono riusciti a far ottenere ai ricorrenti 11 milioni di euro di risarcimento su tutti i diritti negati rispetto al periodo di precariato svolto o per chi è ancora precario nella scuola italiana”.
Anief ricorda che grazie ai ricorsi patrocinati dallo stesso giovane sindacato, ammonta a 350 mila euro settimanali il risarcimento mediamente assegnato ai ricorrenti nelle più di 100 cause discusse, a causa dell'abuso dei contrari a termini (più di 10 milioni di euro di risarcimento nel solo 2023) e della violazione del principio di parità di trattamento tra personale precario e di ruolo (scatti di anzianità, salario accessorio RPD- CIA, carta docenti, ferie, ricostruzione di carriera).
I RICORSI PER NON PERDERE ANNI DI CARRIERA
RICORSO CORRETTA RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA (DOCENTE)
Il ricorso vuole ottenere l’immediata e integrale valutazione del servizio preruolo. L’azione legale è destinata ai docenti già confermati in ruolo e ha lo scopo di ottenere l’integrale e immediata valutazione, nel decreto di ricostruzione di carriera, del servizio pre-ruolo con conseguente recupero delle differenze retributive.
La normativa vigente, infatti, valuta nella ricostruzione di carriera il servizio preruolo per intero solo per i primi quattro anni, mentre il periodo eccedente è valutato e per 2/3 con la decurtazione del rimanente 1/3. La Corte di Cassazione, su ricorso Anief, ha confermato che il servizio preruolo effettivamente svolto deve essere riconosciuto immediatamente e per intero senza alcuna decurtazione.
Il ricorrente dovrà inviare tramite raccomandata a/r al ministero dell'istruzione, la diffida predisposta da Anief (clicca qui per scaricarla) e conservarne una copia cartacea con la ricevuta di invio e consegna della raccomandata a/r in modo da consegnarle al legale all'atto dell'effettiva proposizione del ricorso.
L’adesione al ricorso, riservata ai soli soci Anief, è totalmente gratuita.
RICORSO CORRETTA RICOSTRUZIONE DELLA CARRIERA (ATA)
Il ricorso vuole ottenere l’immediata e integrale valutazione del servizio preruolo. L’azione legale è destinata ai docenti già confermati in ruolo e ha lo scopo di ottenere l’integrale e immediata valutazione, nel decreto di ricostruzione di carriera, del servizio preruolo con conseguente recupero delle differenze retributive.
La normativa vigente, infatti, valuta nella ricostruzione di carriera il servizio preruolo per intero solo per i primi quattro anni, mentre il periodo eccedente è valutato e per 2/3 con la decurtazione del rimanente 1/3. La Corte di Cassazione, su ricorso Anief, ha confermato che il servizio preruolo effettivamente svolto deve essere riconosciuto immediatamente e per intero senza alcuna decurtazione.
Il ricorrente dovrà inviare tramite raccomandata a/r al ministero dell'istruzione, la diffida predisposta da Anief (clicca qui per scaricarla) e conservarne una copia cartacea con la ricevuta di invio e consegna della raccomandata a/r in modo da consegnarle al legale all'atto dell'effettiva proposizione del ricorso.
Il ricorso non può essere attivato per il personale Ata della provincia autonoma di Trento.
L’adesione al ricorso, riservata ai soli soci Anief, è totalmente gratuita.
I RICORSI PER DARE LA CARTA DOCENTE AI PRECARI
Presentando ricorso gratuito con Anief diventa praticamente automatico recuperare, nel volgere di pochi mesi, la Carta del docente: è un atto di buon senso che dovrebbe decidere di portare avanti chiunque abbia svolto negli ultimi cinque anni una supplenza di almeno 150-180 giorni o fino al termine delle lezioni. Oltre che recuperare fino a 2.500-3.000 euro in un un’unica soluzione, anche assieme ad altri insegnanti attraverso richieste cumulative, i docenti precari o gli ex supplenti realizzano un importante obiettivo di giustizia sulla parità di trattamento del personale in servizio prescindendo dal tipo di contratto che hanno sottoscritto.
PER APPROFONDIMENTI:
SCUOLA - Assunzioni docenti di sostegno, rebus sui numeri
SCUOLA - SOS organico aggiuntivo per salvare i progetti Pnrr, ultima chiamata dell’Anief alla Camera