È arrivata nella Gazzetta Ufficiale di ieri, 30 maggio, la legge su disposizioni e delega al Governo sulla prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo: il provvedimento, che entrerà in vigore dal prossimo 14 giugno, dopo che era stato approvato alla Camera, in via definitiva, lo scorso 15 maggio con 232 voti favorevoli, prevede anche l’istituzione di una giornata dedicata al rispetto (il 20 gennaio), di incrementate le risorse per contrastare il fenomeno e il coinvolgimento delle scuole. Quest’ultima azione, scrive Tuttoscuola, comporterà che ciascun istituto scolastico dovrà fornirsi di un codice interno, oltre che della predisposizione, attraverso le regioni, di servizi di sostegno psicologico.
Arrivano anche nuovi obblighi per i dirigenti scolastici: coloro che dovessero venire a conoscenza, nell’esercizio delle loro funzioni, di episodi di bullismo e di cyberbullismo, saranno obbligati ad informare i genitori dei minori coinvolti e ad applicare le procedure previste dalle linee di orientamento ministeriale, promuovendo adeguate iniziative di carattere educativo. Oltre che riferire alle autorità competenti anche per l’eventuale attivazione delle misure rieducative. Tra le novità c’è anche quella della modifica dello Statuto delle studentesse e degli studenti: con successivo atto regolamentare, si prevedono modifiche al DPR 249/1988), anche nell’ambito dei diritti e doveri degli studenti, oltre che sull’impegno della scuola a porre progressivamente in essere le condizioni per assicurare l’emersione di episodi di bullismo e cyberbullismo, di situazioni di uso o abuso di alcool o di sostanze stupefacenti e di forme di dipendenza.
Sono previste pure nuove applicazioni in Tribunale, dove si potrà decidere di “adottare misure coercitive non penali inserendo espressamente, tra i presupposti per l’adozione di tali misure, il riferimento a condotte aggressive, anche in gruppo e per via telematica, nei confronti di persone, animali o cose o lesive della dignità altrui. Come sarà possibile attuare”, continua la testata giornalistica specializzata, “un intervento preliminare con un percorso di mediazione o un progetto di intervento educativo con finalità rieducativa o riparativa, sotto la direzione e il controllo dei servizi sociali minorili, all’esito del quale il Tribunale può disporre la conclusione del procedimento, la continuazione del progetto ovvero l’affidamento del minore ai servizi sociali o il collocamento del minore in una comunità (delle ultime due misure è stabilito il carattere temporaneo)”.
“Sono passati sette anni dalla prima approvazione del disegno di legge sul cyberbullismo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -: nel frattempo, complice anche il Covid, il fenomeno è esploso, con episodi almeno raddoppiati ed è alta la necessità di approva un testo di legge che contrasti la cattiva tendenza: a questo proposito, le modifiche migliorative apportate al testo ci inducono a pensare che le nuove norme debbano e passano migliorare la situazione: i cittadini più giovani devono infatti essere consapevoli che esiste un meccanismo regolativo e sanzionatorio che finalmente li tuteli dai pericoli del web”.
“È quindi bene che le nuove norme siano quindi applicabili e operative il prima possibile, perché non esistono altre strade se non quelle della sensibilizzazione al problema e della sanzione adeguata verso chi non sta alle regole e si scaglia spesso verso compagni e persone indifese o fragili. A questo scopo – conclude il presidente Marcello Pacifico – è importantissimo che tutta la comunità educante remi della stessa parte: genitori, docenti e formatori devono fare il massimo per stare sempre e il più possibile vicino alle esigenze e ai problemi dei giovani: dobbiamo ascoltarli e consigliarli senza mai cadere nell’errore di minimizzare o banalizzare i loro messaggi e le loro richieste”.
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