Anche il Senato dà l’assenso all’indennizzo raddoppiato per i lavoratori della Pubblica Amministrazione, quindi anche ai docenti e agli altri lavoratori della scuola, che hanno subìto l’abuso dei contratti a termine: il sì al risarcimento, cha va da 4 a 24 mesi dell’ultima retribuzione e varia in base alla gravità dell’abuso di supplenze e alla durata complessiva dei contratti, è arrivato dal Senato con 100 sì, 63 no e 2 astenuti. L’Aula di Palazzo Madama ha dunque rinnovato la fiducia al governo posta sul decreto legge contenente disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano. Il testo, già approvato dalla Camera, ottiene quindi il via libero definitivo e diventa legge.
Marcello Pacifico presidente nazionale del sindacato Anief, ricorda che “negli ultimi due lustri abbiamo assistito all'aumento del 200% del tasso di precarietà del personale scolastico degli ultimi dieci anni e questo è avvenuto perché non si sono volute attuare azioni di prevenzione dell’abuso dei contratti a termine, in particolare non si è voluto introdurre il doppio canale di reclutamento, si è detto no alla stabilizzazione degli idonei di tutti i concorsi e dei precari inseriti nelle Graduatorie provinciali per le supplenze anche su disciplina”.
“A questo punto – continua Pacifico - per poter rispondere alla procedura di deferimento in Corte di giustizia europea ed evitare pesanti sanzioni aggiuntive nei confronti dell'Italia diventa indispensabile, oltre che rivolgersi singolarmente al giudice del lavoro per recuperare fino a 40mila euro a dipendente, che vengano stanziate risorse specifiche per il rinnovo del CCNL, così da garantire la parità di trattamento giuridico-economico tra personale precario e di ruolo ovvero il rispetto del principio di non discriminazione enunciato ella direttiva UE n. 70/99. Come è giunta l’ora di prevedere per contratto questi indennizzi che invece ad oggi possono essere richiesti solo attraverso i ricorsi al giudice del lavoro. Ricordo – conclude Pacifico – che potenzialmente sono oltre 450 mila i precari, docenti e Ata, con più di 36 mesi di servizio e che possono fare domanda al giudice attraverso il nostro sindacato per recuperare fino a 24 stipendi”.
L’INDENNIZZO RADDOPPIATO
L’indennizzo sarà stabilito da un giudice, quindi occorre presentare ricorso, e potrà variare da un minimo di 4 a un massimo di 24 mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto. “Il giudice, ricorda Orizzonte Scuola, terrà conto della gravità della violazione, anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto. Resta ferma la possibilità da parte del lavoratore di dimostrare ulteriori danni subiti”.
Va anche ricordato che la Commissione europea aveva avviato una procedura di infrazione contro l’Italia nel luglio 2019, sostenendo che la normativa italiana non preveniva né sanzionava in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico in Italia. Tra questi ultimi ci sono insegnanti e personale ausiliario-tecnico-amministrativo. Attualmente la legislazione del nostro Paese non offre una protezione adeguata né prevede sanzioni efficaci contro l’abuso della pratica di stipulare una serie di contratti a tempo determinato per varie categorie di lavoratori nel settore pubblico. Alcuni di questi lavoratori hanno anche condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato, situazione che costituisce una discriminazione e contravviene al diritto dell’Unione europea.
LA NORMA APPROVATA
L’articolo 12 del decreto Salva Infrazioni modifica la previsione di cui all’art. 36 del D.lgs. 30 marzo 2001, n. 165 e contiene, al suo interno, una disposizione specifica per coloro che si trovano in una condizione di precarietà prolungata nell’ambito della Pubblica amministrazione.
Art. 12.
Modifiche all’articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, in materia di disciplina della responsabilità risarcitoria per l’abuso di utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato Procedura d’infrazione n. 2014/4231
- All’articolo 36, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, il terzo, il quarto e il quinto periodo sono sostituiti dal seguente: «Nella specifica ipotesi di danno conseguente all’abuso nell’utilizzo di una successione di contratti o rapporti di lavoro a tempo determinato, fatta salva la facoltà per il lavoratore di provare il maggior danno, il giudice stabilisce un’indennità nella misura compresa tra un minimo di quattro e un massimo di ventiquattro mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto, avuto riguardo alla gravità della violazione anche in rapporto al numero dei contratti in successione intervenuti tra le parti e alla durata complessiva del rapporto.».
Per questo genere di contenzioso, per la violazione della normativa europea durante il servizio prestato da supplenti, Anief comunica che il suo ufficio legale ha fatto già avere più di 20 milioni di euro di risarcimenti a 8 mila tra docenti e Ata soltanto negli ultimi venti mesi. Il giovane sindacato ricorda che le adesioni per ricorrere (indennizzo, scatti di anzianità, salario accessorio RPD-CIA, ricostruzione di carriera, ferie, bonus mamme) sono sempre aperte: per informazioni e adesioni cliccare qui.
PER APPROFONDIMENTI:
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