La richiesta è stata avanzata in occasione della audizione alla Camera sul decreto sviluppo. Otto gli emendamenti proposti dalla Associazione. Il presidente Pacifico: "Siamo noi a rappresentare la scuola reale".
Sono otto gli emendamenti che l’Anief ha presentato alla Commissione Cultura della Camera in occasione della audizione relativa alla conversione in legge del “decreto sviluppo”; alcuni di pochissime righe, altre molto articolate e complesse.
Fra l’altro l’Anief che la retrodatazione giuridica delle nomine prevista dall’art. 9 del decreto legge “serva soltanto a sanare il contenzioso attivato al giudice amministrativo e a riservare una quota di posti che comunque sarebbe assegnata dai tribunali anche per evitare nuovi ricorsi di chi potrebbe richiedere sine die la retrodatazione delle stesse nomine (al 2005 per esempio)”.
Ma, soprattutto, l’Associazione ha chiesto “la stabilizzazione su tutti i posti vacanti e disponibili che in questa fase iniziale può escludere soltanto i posti momentaneamente scoperti (supplenze temporanee), e che dovrebbe riguardare subito un primo scaglione di 108.000 unità come risulta dai dati ministeriali”.
Senza trascurare la questione dei docenti che si sono abilitati negli ultimi anni o che si stanno abilitando ora presso le Facoltà di Scienze della Formazione Primaria, le Accademie e i Conservatori: per questa categoria di insegnanti chiede l’emanazione di un decreto ad hoc che consenta l’inserimento o il reinserimento nelle graduatorie ad esaurimento.
Alcuni emendamenti riguardano anche il personale di ruolo, come quelli relativi alla stabilizzazione di tutti presidi incaricati che da diversi anni svolgono funzione di dirigente o alla possibilità per i neo-immessi in ruolo di chiedere almeno l’assegnazione provvisoria (il testo attuale prevede invece l’obbligo di permanenza quinquennale).
L’Associazione ha colto anche l’occasione per sottolineare come alcune notizie che si stanno diffondendo in questi giorni (per esempio quella relativa ad eventuali punteggi aggiuntivi che potrebbero essere dati in corso d’opera a chi non ha cambiato provincia) sono del tutto prive di fondamento: “Una tale norma - precisa infatti l’Anief - già all’attenzione della Consulta e ritirata dalla provincia autonoma di Trento dopo essere stata censurata dal Tar, sarebbe palesemente incostituzionale”. Sferzante il commento di Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, a proposito della giornata di audizioni in Commissione: “In Parlamento si è percepita la distanza tra il mondo reale della scuola, pulsante, che rivendica il diritto alla parola e ha trovato nell’Anief un nuovo interlocutore in grado di portare in Parlamento i suoi problemi, e il mondo della casta sindacale pronta soltanto a rappresentare i propri interessi a discapito dei lavoratori”.
Fonte: Tecnica della Scuola